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Garanzia per vizi: la parola del venditore conta

In una compravendita immobiliare, la Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione verbale del venditore sull’assenza di difetti rende operativa la garanzia per vizi, anche se questi erano facilmente riconoscibili. La Corte ha confermato la condanna del venditore alla riduzione del prezzo, chiarendo che la clausola di vendita “nello stato in cui si trova” è una mera clausola di stile e che una lettera di messa in mora è sufficiente a interrompere la prescrizione annuale dell’azione.

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Garanzia per Vizi: Perché la Dichiarazione del Venditore Supera la Clausola “Visto e Piaciuto”

Nell’ambito delle compravendite, la questione della garanzia per vizi è una delle più delicate e frequenti cause di contenzioso. Cosa succede se un bene presenta difetti, specialmente se questi erano riconoscibili con un po’ di attenzione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre chiarimenti fondamentali, sottolineando come le rassicurazioni verbali del venditore possano avere un peso determinante, anche di fronte a clausole contrattuali apparentemente protettive. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Un Complesso Industriale con un Vizio Riconoscibile

Una società acquirente comprava un complesso industriale da un’altra società. Successivamente all’acquisto, emergevano gravi vizi all’impianto di refrigerazione, essenziale per l’attività. L’acquirente, dopo aver fatto eseguire un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) che confermava i difetti e ne quantificava i costi di riparazione, citava in giudizio la società venditrice.

La richiesta era chiara: una riduzione del prezzo di vendita, oltre al risarcimento dei danni. La società venditrice si opponeva, ma sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello davano ragione all’acquirente, condannando la venditrice a restituire una cospicua somma. La venditrice, soccombente, decideva quindi di ricorrere in Cassazione.

L’Analisi della Cassazione e la garanzia per vizi

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Le argomentazioni della Corte sono cruciali per comprendere la portata della garanzia per vizi e gli obblighi delle parti.

La Rilevanza della Parola Data dal Venditore

Il punto centrale della controversia era se la garanzia fosse dovuta, dato che i vizi, secondo la venditrice, erano facilmente riconoscibili. Qui entra in gioco l’art. 1491 del Codice Civile, che esclude la garanzia se i vizi erano conosciuti o facilmente riconoscibili dal compratore al momento del contratto. Tuttavia, la stessa norma prevede un’eccezione fondamentale: la garanzia rimane valida se il venditore ha dichiarato che la cosa era esente da vizi.

Nel caso di specie, le testimonianze avevano provato che il rappresentante legale della società venditrice, durante i sopralluoghi, aveva rassicurato la controparte sul perfetto funzionamento degli impianti. Secondo la Cassazione, questa dichiarazione è stata decisiva. Essa ha generato un affidamento nell’acquirente, superando l’onere di quest’ultimo di ispezionare il bene con la massima diligenza. In pratica, la parola del venditore ha “riattivato” la garanzia, coprendo anche difetti altrimenti palesi.

La Clausola “Nello Stato in Cui si Trova”

La venditrice si era difesa anche facendo leva su una clausola del contratto definitivo secondo cui l’immobile era venduto “nello stato materiale e giuridico in cui si trova”. La Corte, conformemente a un orientamento consolidato, ha liquidato questa formula come una mera “clausola di stile”. Questo tipo di clausola, generica e non frutto di una specifica negoziazione, non è sufficiente a escludere la garanzia per vizi, specialmente a fronte di precise rassicurazioni fornite dal venditore.

Interruzione della Prescrizione: Basta una Lettera?

Un altro motivo di ricorso riguardava la presunta prescrizione dell’azione. L’azione di garanzia si prescrive in un anno dalla consegna. La venditrice sosteneva che per interrompere tale termine fosse necessaria un’azione giudiziale. La Cassazione ha smontato questa tesi, richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (n. 18672/2019). È stato ribadito che, per interrompere la prescrizione, è sufficiente un qualsiasi atto stragiudiziale che valga a costituire in mora il venditore. Nel caso specifico, la lettera inviata dall’acquirente per denunciare i vizi e il successivo deposito del ricorso per ATP sono stati considerati atti idonei a interrompere efficacemente il decorso del termine annuale.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte Suprema si fondano su principi di correttezza e tutela dell’affidamento. In primo luogo, la valutazione delle prove, come l’attendibilità dei testimoni, è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere ridiscussa in sede di legittimità se la motivazione è logica e coerente. In secondo luogo, il Codice Civile protegge l’acquirente che si fida delle dichiarazioni del venditore. Affermare che un bene è esente da difetti è un atto che vincola legalmente chi lo compie, neutralizzando l’eventuale negligenza del compratore. Infine, la Corte ha applicato un’interpretazione evoluta delle norme sulla prescrizione, riconoscendo che la volontà di far valere un diritto può essere manifestata efficacemente anche con atti stragiudiziali, senza la necessità di avviare subito un contenzioso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Compratori e Venditori

Questa ordinanza offre spunti pratici di grande valore. Per chi acquista, specialmente beni complessi, è fondamentale ottenere dichiarazioni specifiche dal venditore sullo stato del bene e, se possibile, metterle per iscritto. Queste rassicurazioni costituiscono una solida tutela. Per chi vende, la lezione è altrettanto chiara: le dichiarazioni rilasciate durante le trattative non sono parole al vento. Hanno un peso legale e possono fondare una responsabilità contrattuale, anche in presenza di clausole generiche di esclusione della garanzia. La correttezza e la trasparenza nelle fasi precontrattuali rimangono la migliore forma di prevenzione del contenzioso.

Una dichiarazione verbale del venditore che il bene è senza difetti ha valore legale?
Sì. Secondo la sentenza, se il venditore dichiara che il bene è esente da vizi, la garanzia è dovuta anche per i difetti che erano facilmente riconoscibili dal compratore, in quanto tale dichiarazione genera un legittimo affidamento nell’acquirente (ai sensi dell’art. 1491 c.c.).

La clausola “venduto nello stato in cui si trova” esclude sempre la garanzia per vizi?
No. La Corte ha stabilito che questa è spesso una “clausola di stile”, ovvero una formula generica che non è sufficiente a escludere la garanzia, soprattutto quando il venditore ha fornito specifiche rassicurazioni verbali sull’assenza di difetti.

Per interrompere la prescrizione annuale della garanzia per vizi è necessario iniziare una causa in tribunale?
No. La Corte di Cassazione, confermando un principio delle Sezioni Unite, ha chiarito che per interrompere la prescrizione è sufficiente un atto stragiudiziale, come una lettera di messa in mora, con cui il compratore manifesta la volontà di far valere la garanzia. Non è necessario avviare immediatamente un’azione giudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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