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Garanzia confidi minori: valida per i debiti fiscali

La Corte di Cassazione ha stabilito la piena validità della garanzia confidi minori per la rateizzazione dei debiti fiscali. L’ordinanza ribalta una precedente decisione di un tribunale di merito, che aveva dichiarato nulla una fideiussione emessa da un consorzio fidi iscritto solo nell’elenco generale ex art. 106 T.U.B. e non in quello speciale ex art. 107. La Suprema Corte, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, ha chiarito che l’attività di rilascio di garanzie non è riservata in via esclusiva agli intermediari vigilati, rendendo così valide ed efficaci le polizze emesse dai cosiddetti ‘confidi minori’ a favore dell’Amministrazione finanziaria.

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Garanzia Confidi Minori: la Cassazione ne Conferma la Validità per i Debiti Fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza pratica: la validità della garanzia confidi minori per assicurare il pagamento rateale dei debiti verso l’Erario. La Corte ha stabilito che queste garanzie sono pienamente valide ed efficaci, anche se rilasciate da consorzi iscritti solo nell’elenco generale degli intermediari finanziari e non in quello speciale. Questa decisione chiarisce il quadro normativo e offre maggiori sicurezze sia ai contribuenti che agli stessi intermediari.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione allo stato passivo presentata da un’agenzia di riscossione nel contesto del fallimento di una società cooperativa di garanzia fidi. L’agenzia chiedeva di essere ammessa al passivo per un credito derivante da un contratto di fideiussione, con cui la società (poi fallita) aveva garantito il pagamento di cartelle esattoriali emesse nei confronti dei suoi soci.

Il tribunale di merito aveva rigettato l’opposizione, ritenendo nulle le polizze fideiussorie. Secondo il giudice, la società, essendo un ‘confidi minore’ iscritto solo nell’elenco ex art. 106 del Testo Unico Bancario (T.U.B.) e non anche nell’elenco speciale ex art. 107 T.U.B., non era autorizzata a rilasciare garanzie a favore di obbligazioni tributarie. Tale facoltà, secondo il tribunale, era riservata esclusivamente ai ‘confidi vigilati’, ovvero quelli iscritti in entrambi gli elenchi.

La Decisione della Corte sulla garanzia confidi minori

L’agenzia di riscossione ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione e falsa applicazione degli artt. 106 e 107 del T.U.B. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando il decreto del tribunale e rinviando la causa per un nuovo esame.

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione della normativa tributaria, la quale, secondo la Corte, ha progressivamente ampliato la platea dei soggetti abilitati a rilasciare garanzie all’Amministrazione Finanziaria. La legge finanziaria per il 2008, in particolare, ha modificato diverse norme fiscali inserendo il riferimento ai consorzi iscritti ‘negli elenchi previsti dagli articoli 106 e 107’ del T.U.B. Questa dicitura, secondo la Cassazione, indica la volontà del legislatore di includere sia i confidi iscritti nell’elenco generale (art. 106) sia quelli iscritti nell’elenco speciale (art. 107), e non di richiedere la contemporanea iscrizione in entrambi.

Il Principio delle Sezioni Unite

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio già affermato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8472 del 2022. In quella pronuncia, era stato chiarito che la fideiussione prestata da un ‘confidi minore’ a garanzia di un credito non bancario non è nulla per violazione di norma imperativa. L’attività di rilascio di garanzie, infatti, non è un’attività riservata in via esclusiva ai soggetti vigilati (come gli intermediari ex art. 107 T.U.B.) o alle banche.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si basa su un’attenta analisi dell’evoluzione legislativa. Il tribunale di merito aveva errato nel ritenere che la possibilità di prestare garanzie per debiti tributari fosse una facoltà riservata ai soli confidi iscritti in entrambi gli elenchi. Al contrario, la legislazione fiscale, a partire dal 2008, ha espressamente previsto che le garanzie potessero essere rilasciate dai confidi iscritti ‘negli elenchi previsti dagli articoli 106 e 107’, legittimando così anche l’operato dei cosiddetti ‘confidi minori’.

La Corte ha sottolineato che questa interpretazione ha una duplice finalità: da un lato, legittima i debitori a farsi garantire verso l’Erario da una platea più ampia di soggetti; dall’altro, obbliga l’Amministrazione finanziaria ad accettare tali garanzie, riconoscendone la piena validità ed efficacia. L’errore del giudice di merito è stato quello di non considerare il quadro normativo fiscale specifico e di basarsi su una lettura restrittiva delle norme del Testo Unico Bancario, superata dal principio espresso dalle Sezioni Unite.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, consolida la posizione dei confidi minori, riconoscendo la loro piena legittimazione a operare nel settore delle garanzie per obbligazioni tributarie. Questo amplia le opzioni a disposizione dei contribuenti che necessitano di una fideiussione per rateizzare i propri debiti con il fisco.

In secondo luogo, fornisce un chiaro indirizzo interpretativo per i giudici di merito, scongiurando future decisioni contrastanti. La validità della garanzia confidi minori è un principio ormai consolidato, che rafforza la certezza del diritto e la stabilità dei rapporti giuridici tra contribuenti, intermediari finanziari e Amministrazione finanziaria.

Una garanzia emessa da un ‘confidi minore’, iscritto solo nell’elenco ex art. 106 T.U.B., per un debito fiscale è valida?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la garanzia è pienamente valida. La normativa fiscale consente il rilascio di tali garanzie sia ai confidi iscritti nell’elenco generale (art. 106 T.U.B.) sia a quelli iscritti nell’elenco speciale (art. 107 T.U.B.).

Per quale motivo il tribunale di merito aveva inizialmente ritenuto nulla la garanzia?
Il tribunale aveva erroneamente interpretato la legge, ritenendo che la facoltà di rilasciare garanzie per obbligazioni tributarie fosse riservata esclusivamente ai ‘confidi vigilati’, cioè quelli iscritti contemporaneamente in entrambi gli elenchi previsti dagli articoli 106 e 107 del Testo Unico Bancario.

Qual è il principio giuridico fondamentale affermato dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 8472/2022), ha affermato che l’attività di rilascio di fideiussioni non è riservata in via esclusiva a soggetti autorizzati come gli intermediari finanziari vigilati. Pertanto, la garanzia prestata da un ‘confidi minore’ non è nulla per violazione di norma imperativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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