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Frazionamento del credito: la riunione sana l’abuso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28123/2025, ha chiarito un punto cruciale sul frazionamento del credito. Sebbene agire per singole porzioni di un credito unitario sia un abuso del processo, la tempestiva riunione dei procedimenti avviati separatamente sana l’illegittimità originaria. La Corte ha rigettato il ricorso di un garante, stabilendo che la riunione delle cause in primo grado aveva ricondotto l’accertamento del credito a un contesto unitario, neutralizzando la condotta abusiva del creditore e rendendo la domanda ammissibile. La decisione si allinea a un recente intervento delle Sezioni Unite, correggendo la motivazione della Corte d’Appello ma confermandone l’esito finale.

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Frazionamento del Credito: la Riunione dei Giudizi Salva la Domanda

Il frazionamento del credito è una pratica da tempo al centro del dibattito giurisprudenziale. Consiste nell’avviare più azioni legali per ottenere il pagamento di singole porzioni di un credito che in origine è unitario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 28123/2025, offre un chiarimento fondamentale: sebbene tale pratica costituisca un abuso del processo, la riunione dei procedimenti può sanare l’illegittimità e rendere la domanda ammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

Il caso: un debito, due cause

La vicenda trae origine da un rapporto bancario. Un istituto di credito ottiene un decreto ingiuntivo per un importo consistente, quale saldo passivo di un conto corrente, nei confronti di una società e dei suoi fideiussori. Mentre pendeva l’opposizione a tale decreto, la stessa banca avviava una seconda causa ordinaria contro le medesime parti per un’ulteriore, e cospicua, somma, sempre derivante dallo stesso rapporto di conto corrente.

Il Tribunale di primo grado, dopo aver riunito i due procedimenti, dichiarava inammissibile la seconda domanda, ritenendola un’ipotesi di frazionamento del credito abusivo. La Corte d’Appello, invece, riformava la decisione, sostenendo che il divieto di frazionamento operasse solo in presenza di un giudicato sulla prima domanda, circostanza non verificatasi nel caso di specie. Uno dei garanti, soccombente in appello, proponeva quindi ricorso in Cassazione.

Il Frazionamento del Credito e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del garante, ma ha colto l’occasione per correggere la motivazione della sentenza d’appello alla luce di un recentissimo intervento delle Sezioni Unite (sentenza n. 7299/2025). Le Sezioni Unite hanno stabilito che il frazionamento del credito è contrario ai doveri di correttezza e buona fede e al principio del giusto processo. La domanda giudiziale successiva alla prima deve, di regola, essere dichiarata improponibile, a meno che il creditore non dimostri di avere un interesse apprezzabile a tale frammentazione.

Il punto cruciale, evidenziato dalla Cassazione in questo caso, è un altro. Esiste un meccanismo processuale specifico per rimediare all’abuso: la riunione dei giudizi, prevista dall’art. 274 c.p.c.

Le Motivazioni: Perché la Riunione dei Procedimenti è Decisiva

La Corte ha spiegato che la riunione dei due procedimenti, disposta tempestivamente dal giudice di primo grado, ha avuto un effetto sanante. Questo atto ha eliso l’originaria frammentazione delle domande, convogliandole in un unico accertamento. In questo modo, l’eventuale condotta abusiva del creditore viene neutralizzata, e vengono sventati i rischi tipicamente associati al frazionamento: irragionevole durata del processo, contrasto di giudicati e moltiplicazione ingiustificata delle spese processuali.

Nel caso specifico, una volta riunite le cause, il processo proseguiva su un binario unitario verso un’unica decisione sull’intero credito. È stato, paradossalmente, il giudice di primo grado a “ri-frazionare” il giudizio decidendo sul merito della prima domanda e dichiarando inammissibile la seconda. La Corte d’Appello, pur con una motivazione non più attuale, ha correttamente ripristinato l’unità dell’accertamento. La sua decisione finale, quindi, è risultata conforme a diritto perché ha permesso la trattazione congiunta dell’intera pretesa creditoria, come richiesto dall’avvenuta riunione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Creditori e Debitori

Questa ordinanza fornisce indicazioni operative preziose. Per i creditori, ribadisce che il frazionamento del credito è una pratica rischiosa che può portare all’improponibilità della domanda. È sempre preferibile agire per l’intero credito in un’unica sede. Per i debitori, chiarisce che la principale difesa contro una domanda frazionata è chiedere la riunione dei procedimenti. Se la riunione viene concessa, l’eccezione di abuso del processo viene superata, e il giudizio prosegue sull’intero ammontare del debito in un contesto unitario, garantendo un accertamento completo e coerente.

È sempre vietato per un creditore agire in giudizio per diverse parti dello stesso credito?
Sì, di regola è vietato in quanto considerato un abuso del processo contrario ai doveri di lealtà e correttezza. La domanda successiva alla prima viene dichiarata improponibile, a meno che il creditore non dimostri di avere un interesse apprezzabile e meritevole di tutela a procedere separatamente.

Cosa succede se un creditore avvia due cause per lo stesso credito ma queste vengono riunite?
La riunione dei procedimenti, ai sensi dell’art. 274 c.p.c., ha un effetto sanante. Neutralizza l’originaria condotta abusiva del creditore, riconducendo l’intera pretesa creditoria a un unico accertamento. Di conseguenza, la domanda non può più essere considerata inammissibile per abusivo frazionamento del credito.

Secondo la sentenza, quale è stato l’errore del giudice di primo grado?
L’errore del giudice di primo grado è stato quello di decidere in modo difforme sulle due domande dopo averle riunite. Anziché trattare l’intero credito in modo unitario, si è pronunciato sul merito della prima frazione e ha dichiarato inammissibile la seconda, ripristinando di fatto quel frazionamento che la riunione dei giudizi aveva sanato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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