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Foro del consumatore: la clausola contrattuale vince

La Corte di Cassazione chiarisce che il consumatore-attore non può derogare al foro competente se questo è stato specificamente pattuito nel contratto e coincide con la sua residenza. L’ordinanza analizza il caso di due risparmiatori che avevano citato in giudizio una banca presso un tribunale diverso da quello previsto contrattualmente. La Corte ha stabilito che la clausola che elegge il foro del consumatore è vincolante, in quanto non vessatoria e frutto di un accordo tra le parti, confermando la competenza del tribunale della residenza dei consumatori.

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Foro del Consumatore: Quando la Clausola Contrattuale è Vincolante

Il principio del Foro del consumatore rappresenta una delle tutele fondamentali per i cittadini nelle controversie contro le aziende. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: se il contratto stesso, attraverso una clausola specifica e non vessatoria, stabilisce la competenza territoriale nel luogo di residenza del consumatore, questa pattuizione diventa vincolante per entrambe le parti, incluso il consumatore che agisce come attore. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’azione legale promossa da due risparmiatori nei confronti di un istituto bancario. I clienti contestavano l’inadempimento della banca in relazione a degli ordini di acquisto di titoli, chiedendo la risoluzione dei contratti e la restituzione del capitale investito, pari a quasi 50.000 euro.

I risparmiatori, residenti in una città del centro Italia, avevano deciso di avviare la causa presso il Tribunale di una grande città del sud, sede legale della banca. La banca, tuttavia, si è opposta, sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale. A sostegno della sua tesi, ha prodotto i contratti quadro firmati dai clienti, i quali contenevano una clausola specifica che designava come foro competente esclusivo quello della residenza del cliente.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale di primo grado ha accolto l’eccezione della banca. I giudici hanno osservato che i contratti per l’apertura del dossier titoli prevedevano una clausola chiara, munita di doppia sottoscrizione, che identificava il foro competente con quello della residenza del cliente-consumatore. Di conseguenza, il Tribunale ha dichiarato la propria incompetenza, indicando come competente il foro della città di residenza dei risparmiatori e assegnando un termine per la riassunzione del giudizio.

Contro questa decisione, i consumatori hanno proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. La loro argomentazione si basava su un principio consolidato: il consumatore, quando agisce in giudizio (cioè quando è lui a fare causa), può scegliere di rinunciare al foro speciale previsto a sua tutela e adire un altro tribunale competente secondo le regole ordinarie.

Le Motivazioni della Suprema Corte e la Clausola sul Foro del Consumatore

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei risparmiatori, fornendo una motivazione dettagliata che distingue nettamente la situazione in esame dai precedenti giurisprudenziali. Il cuore della decisione risiede nella differenza tra l’applicazione della norma di legge sul foro del consumatore e la presenza di una specifica pattuizione contrattuale.

La Corte ha spiegato che il principio secondo cui il consumatore-attore può derogare al foro a lui favorevole si applica quando non esiste un accordo specifico tra le parti. In quel caso, la legge offre una tutela che il consumatore può decidere di non utilizzare.

Tuttavia, nel caso di specie, le parti avevano stipulato una vera e propria clausola di elezione del foro. Questo accordo, che faceva coincidere il foro convenzionale con quello legale del consumatore, non può essere considerato vessatorio. Anzi, secondo l’art. 33 del Codice del Consumo, una clausola è presunta vessatoria se stabilisce un foro diverso da quello di residenza del consumatore. Poiché la clausola in questione confermava tale residenza come foro competente, essa operava a esclusivo vantaggio del consumatore stesso.

Di conseguenza, la pattuizione non era una mera applicazione della legge, ma un accordo vincolante che stabiliva una competenza territoriale esclusiva. Essendo frutto di una scelta convenzionale, non poteva essere disattesa unilateralmente dal consumatore, anche se in veste di attore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione rafforza il valore degli accordi contrattuali chiari e trasparenti. L’insegnamento pratico è duplice. Per le aziende, è fondamentale redigere clausole sulla competenza territoriale che non solo rispettino, ma esplicitamente confermino il foro del consumatore, facendole approvare specificamente. Per i consumatori, è un monito a leggere con attenzione i contratti: una clausola che elegge come foro competente la propria città di residenza è una pattuizione pienamente valida e vincolante, che determinerà il luogo dove dovrà essere incardinata un’eventuale futura controversia.

Un consumatore può sempre scegliere dove fare causa a un’azienda, ignorando il contratto?
No. Se il contratto contiene una clausola specifica, approvata con doppia firma, che stabilisce come foro competente esclusivo quello della residenza del consumatore, questa scelta è vincolante e non può essere disattesa unilateralmente dal consumatore, neanche quando è lui a iniziare la causa.

Una clausola che indica il Foro del consumatore è mai vessatoria?
No. Secondo la Corte, una clausola che individua il foro competente proprio nel luogo di residenza o domicilio del consumatore non è vessatoria. Al contrario, opera a vantaggio esclusivo del consumatore stesso, in linea con quanto previsto dal Codice del Consumo, che presume vessatorie le clausole che stabiliscono un foro diverso.

Che differenza c’è tra la regola generale sul Foro del consumatore e una clausola contrattuale specifica?
La regola generale prevista dalla legge è una tutela che il consumatore, agendo come attore, può decidere di non utilizzare. Una clausola contrattuale specifica che elegge il foro della residenza del consumatore, invece, costituisce un accordo convenzionale tra le parti. Come tale, diventa una regola vincolante che stabilisce una competenza esclusiva e non derogabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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