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Forma scritta appalto: quando può essere derogata?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21330/2025, ha stabilito che la forma scritta appalto, pattuita contrattualmente per eventuali varianti, può essere derogata tacitamente. Se il committente accetta l’esecuzione di lavori extracontratto e non contesta i costi, si configura una rinuncia implicita alla forma scritta. Il caso riguardava una società di costruzioni che chiedeva il pagamento di opere aggiuntive a una ditta committente. La Corte ha rigettato il ricorso di quest’ultima, confermando le decisioni dei giudici di merito e consolidando il principio secondo cui i comportamenti concludenti delle parti prevalgono sulla forma convenzionale.

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Forma Scritta Appalto: la Cassazione Conferma la Deroga Tacita

Nel mondo dei contratti, specialmente in quello complesso degli appalti edili, la forma scritta è spesso vista come un baluardo invalicabile a garanzia delle parti. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che la realtà giuridica è più flessibile di quanto si pensi. La Corte ha stabilito che la forma scritta appalto, anche se prevista contrattualmente per le modifiche, può essere superata da comportamenti concludenti delle parti. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: Due Contratti e Lavori Extra

La vicenda nasce dalla richiesta di pagamento di un’impresa di costruzioni nei confronti di una società committente e dei suoi soci per lavori eseguiti in base a due distinti contratti. Il primo, stipulato con la società, riguardava opere di consolidamento di fabbricati industriali. Il secondo, sottoscritto da uno dei soci ma su carta intestata a entrambi i fratelli, concerneva il completamento degli stessi immobili.

L’impresa edile ha agito in giudizio chiedendo il saldo per entrambi i contratti, includendo il pagamento di lavori aggiuntivi non previsti nel primo accordo. La società committente si opponeva, sostenendo, tra le altre cose, che le varianti avrebbero richiesto un accordo scritto, come previsto dal contratto originario.

L’Analisi del Contenzioso nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione all’impresa costruttrice. I giudici hanno ritenuto che, per il primo contratto, la realizzazione effettiva delle opere extra e la presentazione di un prospetto dei costi, mai contestato dalla committente, dimostrassero un accordo implicito a derogare alla forma scritta. Per il secondo contratto, hanno ritenuto obbligato anche il fratello che non aveva firmato, applicando il principio dell’apparenza giuridica, dato che il suo coinvolgimento era desumibile da una serie di circostanze (l’intestazione della carta, la natura integrativa dei lavori, la sua qualità di socio della società proprietaria degli immobili).

La Decisione della Corte di Cassazione e la Forma Scritta Appalto

La società committente e i soci hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su cinque motivi. La Suprema Corte li ha rigettati tutti, confermando la decisione d’appello.

Sulla Composizione del Collegio Giudicante

Il primo motivo, relativo alla presunta nullità della sentenza per la partecipazione di un giudice onorario al collegio, è stato respinto. La Corte ha richiamato una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 41/2021) che, pur dichiarando incostituzionale la norma, ne ha differito gli effetti per non paralizzare il sistema giudiziario, consentendo temporaneamente la partecipazione di tali giudici.

Sulla Regolarità Amministrativa e Tecnica dei Lavori

I ricorrenti lamentavano anche presunte irregolarità amministrative, come la mancanza della denuncia di opere strutturali. La Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile, sottolineando che la Corte d’Appello aveva compiuto una valutazione di fatto, basata su una consulenza tecnica che riteneva sufficienti altri documenti (come il certificato di idoneità statica), e che tale valutazione non è sindacabile in sede di legittimità.

La Questione Chiave: la Deroga alla Forma Scritta Appalto

Il punto centrale della controversia era la validità della richiesta di pagamento per i lavori extra, nonostante il contratto originale richiedesse la forma scritta per qualsiasi variante. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: le parti, nella loro autonomia negoziale, possono rinunciare a una forma convenzionale precedentemente pattuita. Tale rinuncia può avvenire anche tacitamente, attraverso comportamenti incompatibili con la volontà di mantenerla in vita.

La Responsabilità Basata sul Principio dell’Apparenza

Infine, la Corte ha giudicato inammissibile anche il motivo sulla presunta estraneità di uno dei fratelli al secondo contratto. Il ragionamento della Corte d’Appello, basato su una serie di indizi che avevano generato un legittimo affidamento nell’impresa appaltatrice, non è stato specificamente contestato dai ricorrenti, rendendo la censura inefficace.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sul principio fondamentale dell’autonomia contrattuale e del comportamento concludente. Ritenere che una clausola sulla forma scritta sia un vincolo assoluto significherebbe ignorare la volontà successiva delle parti, manifestata attraverso azioni concrete come l’esecuzione e l’accettazione di lavori non formalizzati per iscritto. La Corte d’Appello aveva correttamente interpretato tale comportamento come una volontà implicita di derogare al patto sulla forma. La valutazione secondo cui i lavori erano stati realizzati e il prospetto costi non contestato è un accertamento di fatto che, se logicamente motivato, non può essere riesaminato in Cassazione. Questo approccio protegge la parte che ha eseguito una prestazione in buona fede, basandosi sull’accettazione sostanziale della controparte.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un importante principio: nel diritto dei contratti, la volontà delle parti, espressa anche tramite comportamenti, può prevalere sulle formalità pattuite in precedenza. La clausola che impone la forma scritta appalto per le varianti non è un dogma, ma una previsione che le parti stesse possono decidere di superare. Per i committenti, ciò significa che non possono semplicemente ignorare lavori extra eseguiti e poi trincerarsi dietro la mancanza di un accordo scritto per evitarne il pagamento. Per gli appaltatori, pur rimanendo consigliabile formalizzare sempre per iscritto le varianti, questa sentenza offre una tutela nel caso in cui, in un clima di apparente accordo, si proceda con i lavori fidandosi dell’accettazione di fatto del committente.

È possibile rinunciare tacitamente alla forma scritta richiesta da un contratto di appalto per le varianti?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che le parti possono rinunciare alla forma scritta convenzionale, anche tacitamente, attraverso comportamenti incompatibili con la volontà di mantenerla, come l’esecuzione e l’accettazione di lavori extra senza un accordo scritto.

La partecipazione di un giudice onorario a un collegio di Corte d’Appello rende nulla la sentenza?
No. Secondo la Suprema Corte, in base a una precedente decisione della Corte Costituzionale, la partecipazione di giudici ausiliari è temporaneamente tollerata fino al 31 ottobre 2025 per evitare la paralisi del sistema giudiziario, pertanto la sentenza non è nulla per questo motivo.

Quando una persona può essere ritenuta parte di un contratto che non ha firmato, secondo il principio dell’apparenza?
Una persona può essere considerata parte di un contratto non firmato quando una serie di circostanze oggettive (come l’uso di una carta intestata comune, la natura dei rapporti tra le parti e il loro interesse nell’operazione) generano nell’altra parte contraente un affidamento incolpevole e ragionevole sul fatto che tale persona fosse inclusa nell’accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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