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Fondo di Garanzia INPS: Pagamento TFR Garantito

La Cassazione ha stabilito che il Fondo di Garanzia INPS deve intervenire per il TFR dei lavoratori di una società fallita, anche se esiste un’altra società co-obbligata e solvente a seguito di una scissione societaria. L’accesso al Fondo è diretto e non subordinato alla preventiva escussione di altri debitori.

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Fondo di Garanzia INPS: Pagamento TFR Garantito anche con Coobbligati Solidi

L’intervento del Fondo di Garanzia INPS rappresenta una tutela fondamentale per i lavoratori in caso di insolvenza del datore di lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la protezione offerta dal Fondo è diretta e immediata, e non può essere ritardata dalla presenza di altri soggetti potenzialmente responsabili per il debito. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di alcuni lavoratori di ottenere il pagamento del loro Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dal Fondo di Garanzia INPS. Il loro datore di lavoro, una società a responsabilità limitata, era il risultato di una complessa operazione di scissione societaria. L’originaria società datrice di lavoro si era divisa in tre nuove entità, e i lavoratori erano transitati alle dipendenze di una di queste, che successivamente era stata dichiarata fallita.

L’Istituto previdenziale si opponeva al pagamento, sostenendo che la sua obbligazione avesse natura sussidiaria. Secondo l’Istituto, i lavoratori avrebbero dovuto prima agire nei confronti della società originaria (scissa), che era ancora attiva e solvente (in bonis). Questa società, in base alle norme sulla scissione, era considerata coobbligata in solido per i debiti non soddisfatti dalla società beneficiaria fallita. Di conseguenza, l’esistenza di un debitore solvente avrebbe dovuto precludere l’intervento del Fondo.

La Decisione della Cassazione sul Fondo di Garanzia INPS

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Istituto, confermando le decisioni dei giudici di merito e affermando il diritto dei lavoratori a ricevere il TFR direttamente dal Fondo di Garanzia INPS. La Corte ha stabilito che l’intervento del Fondo non è subordinato alla preventiva escussione di eventuali obbligati solidali.

La Tutela Diretta del Lavoratore

La Corte ha chiarito che la normativa istitutiva del Fondo (Legge n. 297/1982) mira a fornire una tutela previdenziale diretta e immediata al lavoratore. Una volta accertata l’insolvenza del datore di lavoro (ad esempio, tramite una procedura concorsuale), scattano i presupposti per l’accesso alla prestazione. La legge prevede unicamente una breve dilazione temporale di quindici giorni dal deposito dello stato passivo prima che il lavoratore possa presentare domanda, senza imporre ulteriori requisiti come il cosiddetto ‘beneficio di escussione’.

Le Motivazioni della Corte

Il ragionamento della Suprema Corte si fonda sulla natura stessa dell’obbligazione del Fondo, che non è di solidarietà con il datore di lavoro, ma è un’obbligazione previdenziale autonoma. L’obiettivo primario è garantire la tempestiva soddisfazione di un credito, come il TFR, che ha natura retributiva e alimentare. Subordinare il pagamento all’esito di lunghe e incerte azioni legali contro altri coobbligati vanificherebbe lo scopo stesso della tutela.

La Corte ha specificato che, sebbene le norme sulla scissione societaria prevedano una responsabilità solidale tra le società coinvolte, questo meccanismo di garanzia civilistica non può interferire con le regole di accesso alla prestazione previdenziale. Le due tutele operano su piani diversi: quella civilistica riguarda i rapporti tra creditori e debitori, quella previdenziale assicura un sostegno rapido al lavoratore in un momento di difficoltà.

Le Conclusioni

In conclusione, questa ordinanza rafforza la posizione dei lavoratori, stabilendo che il diritto di accedere al Fondo di Garanzia INPS sorge con l’insolvenza del proprio datore di lavoro e non può essere ostacolato dalla presenza di altri soggetti co-responsabili, come può accadere in seguito a operazioni di scissione o cessione d’azienda. L’equilibrio del sistema è garantito dal diritto di surroga: una volta erogata la prestazione, l’INPS si sostituisce al lavoratore nel credito vantato nei confronti del datore di lavoro fallito e, per estensione, anche verso gli eventuali coobbligati solidali, potendo così recuperare le somme versate. La priorità, però, rimane la protezione celere ed efficace del lavoratore.

Il Fondo di Garanzia INPS è obbligato a pagare il TFR se esiste un’altra società solvente tenuta al pagamento?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’intervento del Fondo non è subordinato alla preventiva escussione di eventuali obbligati solidali. Il diritto del lavoratore sorge direttamente con l’insolvenza del proprio datore di lavoro.

L’intervento del Fondo di Garanzia INPS è sussidiario rispetto all’obbligazione di altri debitori solidali?
No. La Corte ha chiarito che la tesi sulla natura sussidiaria dell’obbligazione del Fondo è infondata. La legge prevede un accesso diretto alla prestazione previdenziale, senza imporre al lavoratore di agire prima contro altri debitori.

Cosa succede dopo che il Fondo di Garanzia INPS paga il TFR al lavoratore?
Dopo aver pagato, il Fondo si surroga di diritto nei diritti del lavoratore. Ciò significa che l’INPS può agire per recuperare le somme versate, rivalendosi sul patrimonio del datore di lavoro insolvente e degli eventuali altri coobbligati solidali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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