Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 1 Num. 30641 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 1 Num. 30641 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 20/11/2025
ORDINANZA
sul ricorso 5380-2021 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE-RISCOSSIONE, rappresentata e difesa dall ‘ Avvocatura Generale dello Stato;
– ricorrente –
contro
FALLIMENTO RAGIONE_SOCIALE;
– intimato – avverso il DECRETO del TRIBUNALE DI BUSTO ARSIZIO depositato il 12/1/2021;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere NOME COGNOME nell ‘ adunanza in camera di consiglio del 14/10/2025;
FATTI DI CAUSA
1.1. L ‘ RAGIONE_SOCIALE ha proposto opposizione allo stato passivo del Fallimento RAGIONE_SOCIALE, chiedendo di esservi ammessa, per la somma complessiva di €. 57.415,56, con il riconoscimento del privilegio previsto dall ‘ art. 9, comma 5, del d.lgs. n. 123/1998.
1.2. Il tribunale, con il decreto in epigrafe, ha rigettato l ‘ opposizione.
1.3. Il tribunale, in particolare, dopo aver rilevato che: l ‘ art. 61, comma 2°, l.fall., lì dove prevede che il regresso tra i coobbligati falliti può essere esercitato solo dopo che il creditore sia stato soddisfatto per l ‘ intero credito, regola l’ipotesi dei ‘ pagamenti effettuati dal coobbligato o dal fideiussore dopo la dichiarazione di fallimento ‘ ; – il coobbligato (o il fideiussore) che abbia soddisfatto, anche per l ‘ intera parte a suo carico, il credito del creditore, non può, in forza della predetta norma, né esercitare il proprio diritto di regresso né può surrogarsi al creditore originario ove il pagamento effettuato dal coobbligato o dal fideiussore non risulti pienamente satisfattivo della pretesa del creditore; ha ritenuto, quanto al caso di specie, che: l ‘ RAGIONE_SOCIALE opponente ha proposto la domanda di ammissione al passivo con l ‘ evidente intenzione di surrogarsi parzialmente, a nroma dell’art. 2, comma 4, del d.m. attività produttive del 20/6/2005, nella posizione creditoria RAGIONE_SOCIALE banche garantite già ammesse al passivo; – il credito azionato dalla stessa, infatti, trova titolo nella RAGIONE_SOCIALE concessa dal RAGIONE_SOCIALE ai finanziamenti erogati dalle banche alla società poi fallita; – il credito RAGIONE_SOCIALE banche, tuttavia, regolarmente ammesso al passivo, è stato estinto solo in parte e successivamente alla dichiarazione di fallimento; – l ‘ RAGIONE_SOCIALE opponente non può, dunque, sostituirsi al creditore originario nello stato passivo del fallimento aperto nei confronti del debitore inadempiente; – l ‘ insinuazione del coobbligato, infatti, presuppone, a norma dell ‘ art. 61 l.fall., che il creditore riceva l ‘ integrale soddisfazione del proprio credito, a prescindere dal fatto che ciò avvenga mediante pagamento da parte di eventuali altri coobbligati ovvero da parte del fallimento del debitore principale in sede di riparto.
1.4. L ‘ RAGIONE_SOCIALE, con ricorso notificato l ‘ 11/2/2021, ha chiesto, per due motivi, la cassazione del decreto.
1.5. Il Fallimento è rimasto intimato.
RAGIONI DELLA DECISIONE
2.1. Con il primo motivo, l ‘ RAGIONE_SOCIALE ricorrente, lamentando la violazione e la falsa applicazione degli artt. 1 e 9 del d.lgs. n. 123/1998, dell ‘ art. 1203 c.c., degli art. 61 e 62 l.fall. nonché dell ‘ art. 24, comma 33, della l. n. 449/1997, in relazione all ‘ art. 360 n. 3 c.p.c., ha censurato il decreto impugnato nella parte in cui il tribunale ha ritenuto che il credito azionato dalla stessa, avendo titolo nella RAGIONE_SOCIALE concessa dal RAGIONE_SOCIALE ai finanziamenti erogati dalle banche alla società poi fallita, non poteva essere ammesso al passivo della debitrice inadempiente poiché il credito RAGIONE_SOCIALE banche garantite era stato estinto solo in parte e successivamente alla dichiarazione di fallimento, omettendo, tuttavia, di considerare che: – il gestore del RAGIONE_SOCIALE, a fronte della RAGIONE_SOCIALE pubblica concessa alla società poi fallita a norma dell’art. 2, comma 100, lett. a) della l. n. 662/1996, acquisisce, in conseguenza dell ‘ escussione della RAGIONE_SOCIALE da parte della banca che ha erogato il finanziamento, un autonomo diritto, nei confronti della debitrice inadempiente, al recupero, ai sensi del comb. disp. dell’art. 1203 c.c. e della norma speciale di cui all’art. 2, comma 4, del d.m. attività produttive 20/6/2005 nonché dell’art. 8 -bis, comma 3, della l. n. 33/2015, RAGIONE_SOCIALE somme pagate alla banca garantita; – il gestore del RAGIONE_SOCIALE, infatti, si surroga per legge alla banca finanziatrice, la quale, essendo stata integralmente soddisfatta in relazione alla RAGIONE_SOCIALE ricevuta, deve, a sua volta, decurtare le somme ricevute dal credito ammesso al passivo, a nulla, per contro,
rilevando, a fronte del fallimento del debitore, i limiti previsti dagli artt. 61 e 62 l.fall., i quali si applicano al caso RAGIONE_SOCIALE obbligazioni solidali, in cui i condebitori si assumono il rischio dell’insolvenza di uno dei consorti, mentre, nel caso in esame, l’obbligazione grava solo sul debitore ; – il pagamento da parte del garante, del resto, è parziale non perché il RAGIONE_SOCIALE abbia adempiuto solo una parte della sua obbligazione ma perché sin dall ‘ origine la RAGIONE_SOCIALE è stata prevista e rilasciata limitatamente ad una parte soltanto dell ‘ obbligazione principale.
2.2. Il motivo è fondato, con assorbimento del secondo.
2.3. Il decreto impugnato, infatti, si pone in evidente contrasto con il principio, più volte affermato da questa Corte, secondo cui, in tema di sostegno pubblico erogato in forma di concessione di RAGIONE_SOCIALE pubblica da parte del RAGIONE_SOCIALE, l ‘ avvenuta escussione della RAGIONE_SOCIALE da parte del creditore determina la surrogazione del predetto RAGIONE_SOCIALE nella posizione del garantito, con la nascita di un autonomo e distinto diritto, avente natura privilegiata, volto non già al recupero del credito originato dal primigenio finanziamento bensì a riacquisire le risorse pubbliche impiegate per il versamento della somma garantita alla banca finanziatrice (cfr. Cass. n. 1005 del 2023; Cass. n. 6508 del 2020; Cass. n. 36495 del 2023; Cass. n. 9657 del 2024).
2.4. Si è, infatti, condivisibilmente affermato che: – l ‘ art. 2, comma 100, della l. n. 662/1996 ha previsto il finanziamento pubblico di un RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE presso il Mediocredito Centrale s.p.a. ‘ allo scopo di assicurare una Parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ‘; – l ‘ art. 2 del d.m. attività produttive del 20/6/2005 (che ha rideterminato le caratteristiche degli interventi del RAGIONE_SOCIALE),
prevede, a sua volta, che: a) la ‘ RAGIONE_SOCIALE diretta è concessa ‘ alle banche ed agli intermediari finanziari iscritti negli albi ivi indicati (comma 1); b) ‘ la RAGIONE_SOCIALE è esplicita, incondizionata ed irrevocabile ed è concessa nella misura massima variabile, ai sensi della normativa vigente, tra il 60% e l ‘ 80% di ciascuna operazione finanziaria ‘; c) ‘ nei limiti della copertura massima di ciascuna operazione, la RAGIONE_SOCIALE diretta copre in misura variabile tra il 60% e l ‘ 80% dell ‘ importo dell ‘ esposizione dei soggetti richiedenti nei confronti RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ‘ (comma 2); d) ‘ la RAGIONE_SOCIALE è inoltre diretta, nel senso che si rivolge ad una singola esposizione ‘ (comma 3); e) ‘ in caso di inadempimento RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, i soggetti richiedenti possono rivalersi sul RAGIONE_SOCIALE per gli importi da esso garantiti, anziché continuare a perseguire il debitore principale ‘; f) ‘ai sensi dell’ art. 1203 del codice civile, nell ‘ effettuare il pagamento, il RAGIONE_SOCIALE acquisisce il diritto a rivalersi sulle RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE inadempienti per le somme da esso pagate ‘; g) ‘nello svolgimento RAGIONE_SOCIALE procedure di recupero del credito per conto del RAGIONE_SOCIALE di gestione si applica, così come previsto dall ‘ art. 9, comma 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, la procedura esattoriale di cui all ‘ art. 67 del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, come sostituita dall ‘ art. 17 del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46 ‘ (comma 4).
2.5. Il d.lgs. n. 123/1998 (che reca le disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle RAGIONE_SOCIALE a norma dell ‘ art. 4, comma 4, lett. c), della l. n. 59/1997), prevede, inoltre, che: -‘ nei casi di restituzione dell ‘ intervento in conseguenza della revoca di cui al comma 3, o comunque disposta per azioni o fatti addebitati all ‘ impresa beneficiaria, e della revoca di cui al comma 1, disposta anche in
misura parziale purché proporzionale all ‘ inadempimento riscontrato, l ‘ impresa stessa versa il relativo importo maggiorato di un interesse … ‘ (art. 9, comma 4); ‘per le restituzioni di cui al comma 4 i crediti nascenti dai finanziamenti erogati ai sensi del presente decreto legislativo sono preferiti a ogni altro titolo di prelazione da qualsiasi causa derivante, ad eccezione del privilegio per spese di giustizia e di quelli previsti dall ‘ articolo 2751-bis del codice civile e fatti salvi i diritti preesistenti dei terzi ‘; -‘al recupero dei crediti si provvede con l’ iscrizione al ruolo, ai sensi dell ‘ articolo 67, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, RAGIONE_SOCIALE somme oggetto di restituzione, nonche RAGIONE_SOCIALE somme a titolo di rivalutazione e interessi e RAGIONE_SOCIALE relative sanzioni ‘ ( art. 9, comma 5).
2.6. Dal predetto complesso assetto normativo si evince, quindi, che: – la RAGIONE_SOCIALE diretta è concessa dal RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE alla banca (o al soggetto finanziatore) in misura percentuale rispetto all ‘ importo da questi complessivamente finanziato; – in caso d ‘ inadempimento dell ‘ impresa che ha ricevuto il finanziamento, il soggetto finanziatore (anziché continuare a perseguire il debitore principale) può rivalersi sul RAGIONE_SOCIALE per gli importi da esso garantiti; – il RAGIONE_SOCIALE, a sua volta, nell ‘ effettuare il pagamento, acquisisce il diritto a rivalersi sull ‘ impresa inadempiente, per le somme dallo stesso pagate, in surroga ai sensi dell ‘ art. 1203 c.c.; – i crediti del RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE nascenti dai finanziamenti erogati ai sensi del d.lgs. n. 123/1998 e RAGIONE_SOCIALE disposizioni ivi richiamate sono assistiti da privilegio sin dalla nascita (vedi, sul punto, Cass. n. 33369 del 2023); – il credito del RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE presuppone soltanto l ‘ intervenuto pagamento (nella percentuale prevista) all ‘ istituto di credito che aveva erogato il finanziamento bancario, non
occorrendo, invece, un formale provvedimento di revoca del beneficio a carico dell ‘ impresa inadempiente.
2.7. Il RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE previsto dalla l. 662 cit., non avendo garantito il soggetto finanziato ma il soggetto finanziatore, non assume, dunque, la posizione di coobbligato solidale ai sensi degli artt. 1292 ss. c.c., con la conseguenza che, tanto alla luce della natura ‘ pubblicistica ‘ del credito del RAGIONE_SOCIALE garante, avente ex lege natura privilegiata (a differenza della natura chirografaria del credito dell ‘ istituto di credito finanziatore), quanto in ragione della natura autonoma di tale diritto, sorto al momento dell ‘ escussione della predetta RAGIONE_SOCIALE, non può trovare applicazione alla fattispecie in esame l ‘ art. 61, comma 2°, l.fall., che disciplina esclusivamente i rapporti tra coobbligati solidali.
2.8. Il RAGIONE_SOCIALE, pertanto, nel momento in cui adempie per l ‘ intero la propria obbligazione, ha realizzato il presupposto legale per insinuare al passivo, in collocazione privilegiata, il credito, verso il debitore inadempiente poi fallito, ad ottenere la ‘ restituzione ‘ RAGIONE_SOCIALE somme erogate al creditore garantito, a prescindere dal fatto che la banca finanziatrice, già insinuatasi al passivo, abbia o meno ottenuto la soddisfazione integrale di tale credito (chirografario), il quale, nella misura corrispondente alle somme ‘ rimborsate ‘ dal predetto RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE, si è comunque estinto ed è, in parte qua , surrogato, ai sensi dell’art. 1203 c.c., dal (diverso) diritto spettante al RAGIONE_SOCIALE stesso (cfr. Cass. n. 1453 del 2022, la quale, in tema di finanziamenti alle RAGIONE_SOCIALE coperti da RAGIONE_SOCIALE pubblica, ha ritenuto che: – la revoca del beneficio, per il venir meno dei requisiti cui ne è subordinato il riconoscimento, comporta l ‘ insorgenza di un ‘ autonoma obbligazione ex lege della beneficiaria nei confronti del garante; – tale obbligazione, trovando la propria autonoma
fonte nel sopravvenuto difetto della causa giustificatrice del beneficio, è sottratta alle norme in tema di fideiussione ordinaria, di surroga e di regresso nonche alla disciplina di cui agli artt. 61 e 62 l.fall.; – in caso di fallimento della beneficiaria, pertanto, la garante è legittimata ad insinuare il proprio credito al passivo, quand ‘ anche consti un pagamento non interamente satisfattorio a vantaggio dell ‘ istituto di credito in origine garantito, il quale abbia, a sua volta, chiesto ed ottenuto l ‘ ammissione al passivo).
2.9. Si è, infatti, condivisibilmente affermato che: – tale ‘ azione, pur mirando al medesimo risultato economico di quella di surrogazione o di regresso, ovverosia alla neutralizzazione della diminuzione patrimoniale conseguente all’esborso effettuato, si distingue dalle stesse, non costituendo esercizio del diritto precedentemente spettante al creditore garantito, nel quale l’ente concedente subentra a seguito dell’escussione della RAGIONE_SOCIALE, … ma trovando fondamento nell’atto di concessione o nella convenzione che costituiscono il presupposto della RAGIONE_SOCIALE, e postulando la revoca del beneficio, che comporta, non diversamente da quanto accade in caso di finanziamento diretto, il venir meno della causa giustificatrice dell’erogazione, nei rapporti con il debitore beneficiario, e quindi l’insorgenza del diritto alla restituzione del relativo importo ‘; -‘ l’inoperatività del vincolo di solidarietà, in conseguenza del mancato esercizio dell’azione di surrogazione o di regresso, comporta inoltre l’inapplicabilità della disciplina dettata dagli artt. 61 e 62 della legge fall., con la conseguenza che, in caso di fallimento del beneficiario, l’ente concedente può insinuare il proprio credito al passivo, anche nel caso in cui il pagamento, effettuato dopo l’apertura della procedura concorsuale, non sia risultato interamente satisfattorio per l’istituto di credito, il quale abbia a
sua volta ottenuto l’ammissione al passivo ‘ (Cass. n. 1453 del 2022) e, per la somma erogata, è stato soddisfatto, con la conseguente estinzione in parte qua del credito ammesso.
Il ricorso dev ‘ essere, pertanto, accolto: e il decreto impugnato, per l ‘ effetto, cassato con rinvio, per un nuovo esame, al tribunale di Busto Arsizio che, in differente composizione, provvederà anche sulle spese del presente giudizio.
P.Q.M.
La Corte così provvede: accoglie il ricorso e, per l ‘ effetto, cassa il decreto impugnato con rinvio, per un nuovo esame, al tribunale di Busto Arsizio che, in differente composizione, provvederà anche sulle spese del presente giudizio.
Così deciso a Roma, nella Camera di consiglio della Prima Sezione Civile, il 14 ottobre 2025.
Il Presidente NOME COGNOME