LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Fideiussore consumatore: il collegamento funzionale

La Corte di Cassazione ha stabilito che il garante di un debito societario non può essere qualificato come fideiussore consumatore se esiste un forte ‘collegamento funzionale’ con la società. Nel caso specifico, il garante era socio di maggioranza (95%) e amministratore unico, agendo quindi per scopi professionali e non privati. La Corte ha rigettato il ricorso, negando l’applicazione delle tutele del consumatore, come il foro di competenza esclusivo. Sono state respinte anche le eccezioni relative a nullità antitrust e usura per mancanza di prove specifiche.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Fideiussore Consumatore: Quando il Legame con la Società Fa Perdere la Tutela?

La distinzione tra chi agisce come consumatore e chi come professionista è un pilastro del diritto moderno, con importanti conseguenze pratiche. Quando una persona fisica firma una garanzia (fideiussione) per un debito di una società, sorge una domanda cruciale: è un fideiussore consumatore, con diritto a tutele speciali, o un professionista? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che il ‘collegamento funzionale’ tra il garante e la società è il fattore decisivo per escludere la qualifica di consumatore, anche se la garanzia è prestata da una persona fisica.

I Fatti del Caso: La Garanzia del Socio Amministratore

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito nei confronti di una società a responsabilità limitata e del suo fideiussore personale, per un debito complessivo di quasi 600.000 euro. Il fideiussore, che era anche socio di maggioranza (detentore del 95% del capitale) e amministratore unico della società debitrice fin dal 1993, si è opposto al decreto.

Tra le varie difese, la più rilevante era l’eccezione di incompetenza territoriale. Sostenendo di essere un fideiussore consumatore, egli riteneva che il tribunale competente fosse quello del suo luogo di residenza (il ‘foro del consumatore’) e non quello adito dalla banca.

I giudici di primo e secondo grado hanno respinto questa tesi, affermando che il forte legame tra il garante e la società rendeva la sua prestazione di garanzia un atto di natura professionale, strettamente connesso alla sua attività imprenditoriale e finalizzato a sostenere l’operatività della società stessa.

La Qualifica di Fideiussore Consumatore e il Collegamento Funzionale

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha confermato le decisioni dei giudici di merito. Pur riconoscendo l’orientamento della Corte di Giustizia UE e delle Sezioni Unite, secondo cui la qualifica di professionista del debitore principale non si trasferisce automaticamente al garante, ha sottolineato la necessità di un’analisi caso per caso.

Il punto centrale è il cosiddetto ‘collegamento funzionale’. Se la persona fisica ha garantito l’adempimento delle obbligazioni di una società commerciale con cui ha legami stretti e oggettivi, come l’amministrazione o una partecipazione non trascurabile al capitale sociale, si presume che abbia agito per scopi legati alla sua attività professionale e non per scopi privati.

Nel caso di specie, il fatto che il garante fosse socio quasi totalitario e amministratore unico da decenni è stato ritenuto prova inequivocabile di uno strettissimo collegamento funzionale. Le fideiussioni erano, pertanto, funzionali all’attività della società, volte a facilitarne l’accesso al credito. Di conseguenza, al garante è stata negata la qualifica di consumatore e le relative tutele.

Le Altre Doglianze: Nullità Antitrust, Usura e CTU

Il ricorrente aveva sollevato anche altre questioni, tutte respinte dalla Suprema Corte:

* Nullità per violazione della normativa antitrust: Si sosteneva che le fideiussioni fossero nulle perché conformi a uno schema ABI dichiarato anticoncorrenziale. La Corte ha osservato che le garanzie erano state stipulate nel 2006 e 2015, anni dopo il provvedimento della Banca d’Italia del 2005. Era onere del garante dimostrare che l’intesa illecita persistesse anche in seguito, prova che non è stata fornita.
* Usura e indeterminatezza del tasso (Euribor): Le censure sono state giudicate generiche e non conformi al principio di autosufficienza del ricorso, che impone di specificare nel dettaglio gli elementi a sostegno della propria tesi (es. i tassi applicati, i tassi soglia, i periodi di riferimento).
* Mancata ammissione di una Consulenza Tecnica (CTU): La richiesta è stata ritenuta inammissibile, poiché la decisione di ammettere o meno una CTU rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e, in presenza di una ‘doppia conforme’, non è sindacabile in Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati. In primis, la necessità di valutare in concreto la finalità della garanzia: se essa è strumentale all’attività economica del garante o della società a lui collegata, non può rientrare nell’ambito della tutela consumeristica. Il ruolo di socio di maggioranza e amministratore unico è stato considerato un elemento oggettivo e decisivo per qualificare lo scopo della fideiussione come professionale.

Inoltre, la Corte ha ribadito il rigoroso onere probatorio che grava sulla parte che solleva eccezioni complesse come la nullità per intese anticoncorrenziali o l’usura. Non è sufficiente un mero richiamo a principi generali, ma è necessario fornire allegazioni specifiche e prove concrete, che nel caso di specie sono mancate. La reiezione delle istanze istruttorie, come la CTU, è stata giustificata dal loro carattere ‘esplorativo’, volto a sopperire a carenze probatorie della parte anziché a chiarire aspetti tecnici di fatti già provati.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento: la qualifica di fideiussore consumatore non è automatica per le persone fisiche, ma dipende dallo scopo dell’atto. Un forte collegamento funzionale e oggettivo con l’entità debitrice, come il possesso di cariche sociali o quote rilevanti, sposta la natura della garanzia da atto privato a atto professionale. Gli imprenditori e amministratori che garantiscono personalmente i debiti delle proprie società devono essere consapevoli che, con ogni probabilità, non potranno beneficiare delle tutele previste per i consumatori, inclusa la competenza territoriale del proprio foro di residenza.

Quando una persona fisica che presta una fideiussione a favore di una società può essere considerata ‘consumatore’?
Una persona fisica è considerata consumatore solo se ha agito per scopi estranei alla propria attività professionale o imprenditoriale e non ha alcun collegamento funzionale rilevante con la società garantita. Se, come nel caso di specie, il garante è anche socio di maggioranza e amministratore, si presume che agisca per scopi professionali legati all’attività della società, perdendo così la qualifica di consumatore.

Qual è l’onere della prova per chi invoca la nullità di una fideiussione per violazione della normativa antitrust, specialmente per contratti stipulati dopo il 2005?
Per le fideiussioni stipulate dopo il provvedimento della Banca d’Italia del 2005, che ha sanzionato un’intesa restrittiva della concorrenza, la parte che ne invoca la nullità ha l’onere di dedurre e comprovare che tale intesa anticoncorrenziale persisteva al momento della stipula del contratto. Non è sufficiente il solo richiamo al provvedimento del 2005, ma occorre fornire prove specifiche della sua perdurante applicazione.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile la richiesta di ammettere una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) contabile?
La Corte ha ritenuto la richiesta inammissibile perché la decisione sull’utilità di una CTU rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. In presenza di una ‘doppia conforme’ (decisioni identiche in primo e secondo grado sui fatti), tale valutazione non è censurabile in Cassazione. Inoltre, la CTU era stata giudicata ‘superflua ed esplorativa’, ossia finalizzata a cercare prove che la parte aveva l’onere di fornire, e non a valutare tecnicamente elementi già acquisiti al processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati