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Fideiussione omnibus: onere della prova del garante

Un garante per un contratto di leasing si opponeva al pagamento del debito, invocando la nullità della fideiussione per clausole anticoncorrenziali e la liberazione per condotta negligente del creditore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le clausole illecite comportano solo una nullità parziale e che l’onere di provare i presupposti per la liberazione dalla fideiussione omnibus, ai sensi degli artt. 1955 e 1956 c.c., grava interamente sul garante.

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Fideiussione Omnibus: la Cassazione ribadisce l’onere della prova a carico del garante

Con l’ordinanza n. 6685/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale nel diritto bancario: la responsabilità del garante in una fideiussione omnibus. La pronuncia chiarisce in modo definitivo i confini della tutela del fideiussore, sottolineando come l’onere di provare le condizioni per la propria liberazione gravi interamente su di lui, anche di fronte a presunte condotte negligenti del creditore. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di leasing stipulato tra una società finanziaria e un’impresa. A garanzia dell’operazione, un soggetto privato aveva prestato una fideiussione per il corretto adempimento degli obblighi derivanti dal leasing. A seguito del grave inadempimento della società utilizzatrice, la società di leasing risolveva il contratto e otteneva un decreto ingiuntivo contro il fideiussore per il pagamento di un importo superiore a 140.000 euro.

Il garante si opponeva al decreto, ma la sua opposizione veniva respinta sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte d’Appello. Non dandosi per vinto, il garante ricorreva per Cassazione, affidandosi a sette distinti motivi di ricorso.

I Motivi del Ricorso: La difesa del garante

Il ricorrente basava la sua difesa su due argomentazioni principali:

1. Nullità della Fideiussione: Sosteneva che l’intero contratto di garanzia fosse nullo perché conteneva clausole (in particolare, la deroga all’art. 1957 c.c. e la clausola di ‘sopravvivenza’) identiche a quelle dello schema contrattuale ABI, già dichiarato in contrasto con la normativa antitrust. Secondo il garante, tale nullità avrebbe dovuto travolgere l’intera garanzia.
2. Liberazione del Fideiussore: Lamentava la violazione degli articoli 1955 e 1956 del codice civile. A suo dire, la società di leasing aveva tenuto una condotta contraria a buona fede, non attivando tempestivamente la risoluzione del contratto nonostante i ripetuti inadempimenti della società debitrice. Questo comportamento avrebbe aggravato l’esposizione debitoria, pregiudicando il suo diritto di regresso e surrogazione. In pratica, il creditore avrebbe continuato a ‘fare credito’ al debitore in difficoltà, scaricando il rischio sul garante.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla Fideiussione Omnibus

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali su entrambi i fronti della difesa.

Sulla Nullità per Violazione della Normativa Antitrust

Richiamando il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 41994/2021), la Corte ha ribadito che la presenza di clausole anticoncorrenziali in una fideiussione non determina la nullità dell’intero contratto, bensì una nullità parziale. La sanzione adeguata consiste nell’eliminare le singole clausole illecite, mantenendo in vita la garanzia. Questo approccio tutela sia il principio di conservazione del negozio giuridico sia l’interesse del sistema creditizio alla stabilità delle garanzie. La nullità totale potrebbe essere dichiarata solo se la parte interessata dimostrasse che non avrebbe concluso il contratto senza quelle specifiche clausole, una prova che in questo caso non è stata fornita.

Sull’Onere della Prova per la Liberazione del Garante

Questo è il punto centrale della decisione. La Cassazione ha smontato le argomentazioni del garante relative agli artt. 1955 e 1956 c.c., ponendo l’accento sull’onere della prova.

Violazione dell’art. 1955 c.c.: Per ottenere la liberazione, non è sufficiente lamentare una generica condotta del creditore che ha reso più difficile il recupero del credito. Il garante deve fornire la prova rigorosa di un pregiudizio giuridico, ovvero la perdita definitiva e irreparabile del suo diritto di surroga o di regresso. Una mera maggiore difficoltà economica nel recuperare le somme dal debitore principale non è sufficiente.
Violazione dell’art. 1956 c.c.: Anche in questo caso, l’onere probatorio grava interamente sul fideiussore. È lui che deve dimostrare che il creditore, pur essendo consapevole del peggioramento delle condizioni patrimoniali del debitore, ha continuato a concedergli credito (ad esempio, non risolvendo il contratto di leasing) senza la sua specifica autorizzazione. La Corte ha inoltre precisato che se il garante è un socio o ha stretti legami con la società debitrice, si può presumere la sua conoscenza delle difficoltà economiche, facendo venir meno l’obbligo del creditore di richiedere l’autorizzazione.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente rilevato che il garante non aveva fornito alcuna prova a sostegno delle sue affermazioni, rendendo infondate le sue doglianze. La Cassazione ha confermato questa valutazione, ritenendola immune da vizi.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 6685/2024 consolida un principio fondamentale in materia di fideiussione omnibus: il garante non può assumere un ruolo passivo per poi invocare la propria liberazione sulla base di presunte negligenze del creditore. Per essere liberato dai suoi obblighi, deve provare in modo specifico e documentato i presupposti previsti dalla legge. In particolare, deve dimostrare un danno giuridico concreto al suo diritto di regresso (art. 1955 c.c.) o la concessione di credito ‘al buio’ da parte della banca in violazione dei suoi doveri di correttezza (art. 1956 c.c.). Questa sentenza rappresenta un importante monito per chi presta garanzie personali: la tutela legale esiste, ma richiede un’azione proattiva e un solido supporto probatorio.

Le clausole di una fideiussione omnibus che replicano uno schema anticoncorrenziale rendono nullo l’intero contratto?
No, la sanzione prevista dall’ordinamento è la nullità parziale, limitata alle singole clausole illecite. Il contratto di garanzia nel suo complesso rimane valido ed efficace, a meno che la parte interessata non dimostri che non avrebbe concluso il contratto senza quelle clausole.

Per essere liberato dalla fideiussione ai sensi dell’art. 1955 c.c., basta dimostrare che il creditore ha reso più difficile il recupero del credito?
No, non è sufficiente. Il garante deve fornire la prova di aver subito un pregiudizio giuridico, che consiste nella perdita definitiva del diritto di surrogazione o di regresso, e non in una mera maggiore difficoltà economica nel recuperare quanto pagato.

Su chi grava l’onere di provare i presupposti per la liberazione del fideiussore per obbligazioni future (art. 1956 c.c.)?
L’onere della prova grava interamente sul fideiussore. Deve essere lui a dimostrare che il creditore ha concesso nuovo credito al debitore principale pur essendo consapevole del peggioramento delle sue condizioni economiche e senza aver ottenuto la preventiva autorizzazione dal garante stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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