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Fideiussione omnibus: la nullità parziale spiegata

La Corte d’Appello di Bologna ha respinto l’appello di alcuni fideiussori, confermando la validità di una fideiussione omnibus. La sentenza stabilisce che la violazione della normativa antitrust, derivante dall’uso di clausole dello schema ABI, comporta solo una nullità parziale e non totale del contratto. Viene inoltre ribadita l’autonomia dell’obbligazione del garante rispetto a quella del debitore principale e l’infondatezza delle accuse di usura basate su metodi di calcolo non conformi alle istruzioni della Banca d’Italia.

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Fideiussione Omnibus: La Nullità è Solo Parziale Secondo la Corte d’Appello

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Bologna offre importanti chiarimenti sulla fideiussione omnibus e sulle conseguenze della sua parziale difformità rispetto alla normativa antitrust. Il caso analizzato conferma un principio ormai consolidato: la presenza di clausole nulle non travolge l’intero contratto, ma ne determina solo una nullità parziale, con implicazioni significative per garanti e istituti di credito. Questo provvedimento è cruciale per comprendere i confini della validità delle garanzie bancarie e l’autonomia delle obbligazioni dei fideiussori.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di due fideiussori per un debito di circa 270.000 euro, derivante dal saldo passivo di un conto corrente intestato a una società. I garanti si sono opposti al decreto, portando la questione prima davanti al Tribunale di Bologna e successivamente in appello.

I motivi principali dell’appello erano quattro:
1. Violazione del principio del ‘ne bis in idem’: gli appellanti sostenevano che la causa dovesse essere bloccata a causa della pendenza di un altro giudizio, avviato dal debitore principale, per l’accertamento di interessi usurari sullo stesso rapporto.
2. Improcedibilità per mancata mediazione: si contestava il corretto esperimento della procedura di mediazione obbligatoria.
3. Nullità totale della fideiussione omnibus: il cuore della disputa. I garanti asserivano che il contratto fosse interamente nullo perché riproduceva lo schema ABI (Associazione Bancaria Italiana), le cui clausole (artt. 2, 6 e 8) erano state dichiarate contrarie alla normativa antitrust da un provvedimento della Banca d’Italia del 2005.
4. Applicazione di interessi usurari: si denunciava l’applicazione di tassi d’interesse illegittimi, sulla base di una consulenza tecnica di parte.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte di Appello di Bologna ha rigettato integralmente l’appello, confermando la sentenza di primo grado e, di conseguenza, la validità del decreto ingiuntivo nei confronti dei fideiussori. La Corte ha smontato, una per una, tutte le argomentazioni degli appellanti, fornendo una motivazione dettagliata per ciascun punto.

Le Motivazioni: Analisi della Nullità della Fideiussione Omnibus

La Corte ha basato la sua decisione su principi giuridici consolidati e sulla più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione.

* Sull’autonomia delle obbligazioni: Il primo motivo è stato respinto perché l’obbligazione del garante è autonoma rispetto a quella del debitore principale. La causa tra la banca e il debitore principale vedeva parti diverse e aveva un oggetto distinto. Pertanto, non sussisteva alcun rischio di conflitto tra giudicati né violazione del principio del ‘ne bis in idem’.
* Sulla mediazione: La Corte ha ritenuto assolta la condizione di procedibilità, poiché la mediazione era stata avviata proprio dagli opponenti. Il loro successivo rifiuto di proseguire dopo il primo incontro non inficia l’effettività del tentativo, secondo l’orientamento seguito dal collegio.
* Sulla nullità parziale della fideiussione omnibus: Questo è il punto centrale della sentenza. La Corte ha ribadito l’orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 41994/2021). La sanzione per l’utilizzo di clausole anticoncorrenziali non è la nullità dell’intero contratto, ma una nullità parziale, limitata alle sole clausole illecite. Il contratto di fideiussione rimane valido per il resto. Gli appellanti, inoltre, non hanno fornito la prova, richiesta dall’art. 1419 c.c., che non avrebbero concluso il contratto senza quelle specifiche clausole. Infine, la Corte ha osservato che i garanti non avevano mai sollevato l’eccezione di estinzione della garanzia per decorrenza dei termini (ex art. 1957 c.c.), rendendo di fatto irrilevante la potenziale nullità della clausola di deroga a tale termine.
* Sull’usura: Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La consulenza tecnica di parte si basava su metodi di calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) difformi dalle istruzioni vincolanti della Banca d’Italia. La Corte ha affermato che tali istruzioni hanno valore di norme tecniche autorizzate e non possono essere disattese per la contestazione di usurarietà.

Le Conclusioni

La sentenza della Corte d’Appello di Bologna riafferma alcuni capisaldi del diritto bancario e delle obbligazioni. In primo luogo, la responsabilità del fideiussore è personale e autonoma, e non viene sospesa da iniziative legali del debitore principale. In secondo luogo, e più importante, la questione della validità della fideiussione omnibus contenente clausole ABI anticoncorrenziali trova una risposta chiara: la nullità è solo parziale. Per ottenere la nullità totale, il garante deve provare che quelle clausole erano un elemento essenziale e determinante del suo consenso. Infine, la decisione sottolinea il rigore necessario nelle contestazioni di usura, che devono fondarsi esclusivamente sui criteri di calcolo ufficiali stabiliti dalla Banca d’Italia. Questa pronuncia consolida un quadro di certezza giuridica a tutela della stabilità dei rapporti di garanzia.

Una fideiussione omnibus basata sullo schema ABI è totalmente nulla per violazione della normativa antitrust?
No. La Corte, seguendo l’orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 41994/2021), ha stabilito che la sanzione è la nullità parziale, limitata alle singole clausole ritenute anticoncorrenziali. Il resto del contratto di fideiussione rimane valido ed efficace, a meno che il garante non dimostri che non avrebbe firmato senza quelle specifiche clausole.

La pendenza di una causa promossa dal debitore principale contro la banca impedisce a quest’ultima di agire contro i fideiussori?
No. L’obbligazione del fideiussore è autonoma rispetto a quella del debitore principale. Pertanto, la pendenza di un’altra causa tra soggetti diversi (debitore e banca) non crea una situazione di litispendenza o pregiudizialità che impedisca alla banca di chiedere il pagamento ai garanti.

È possibile contestare l’applicazione di tassi usurari utilizzando metodi di calcolo del TEG diversi da quelli previsti dalla Banca d’Italia?
No. La sentenza chiarisce che le Istruzioni della Banca d’Italia per la rilevazione del Tasso Effettivo Globale (TEG) sono norme tecniche vincolanti. Di conseguenza, una perizia di parte che utilizzi criteri di calcolo difformi da quelli ufficiali non è considerata attendibile e non può fondare una domanda di accertamento dell’usura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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