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Fideiussione omnibus: la Cassazione sui motivi ricorso

Due garanti hanno impugnato una sentenza che li condannava al pagamento di un debito societario. Hanno sollevato questioni sulla nullità della Commissione di Massimo Scoperto (CMS), sulla prescrizione e sulla nullità della fideiussione omnibus per violazione di norme antitrust. La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, confermando la decisione precedente e sottolineando la necessità del rispetto del principio di autosufficienza del ricorso, che impone di esporre in modo completo tutti gli elementi a fondamento dell’impugnazione.

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Fideiussione Omnibus e Ricorso in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e su questioni di diritto bancario, come la validità di una fideiussione omnibus e delle clausole sulla Commissione di Massimo Scoperto (CMS). La pronuncia sottolinea il rigore con cui devono essere formulate le impugnazioni, specialmente per quanto riguarda il principio di autosufficienza.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito nei confronti di due fideiussori per il pagamento del saldo debitore di un conto corrente intestato a una società, poi cancellata dal registro delle imprese. I garanti contestavano diversi aspetti, tra cui l’estensione della fideiussione e la validità di alcune clausole contrattuali.

Mentre il tribunale di primo grado aveva revocato il decreto ingiuntivo, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la decisione, condannando i garanti al pagamento di una somma ridotta. Contro questa sentenza, i fideiussori hanno proposto ricorso per cassazione, articolato in sette motivi.

L’Analisi della Corte di Cassazione sui Motivi di Ricorso

La Suprema Corte ha esaminato e rigettato tutti i motivi di ricorso, dichiarandoli in parte inammissibili e in parte infondati. Vediamo i punti salienti.

Inammissibilità per Mancanza di Autosufficienza

Molti dei motivi di ricorso sono stati respinti per violazione del principio di autosufficienza. La Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione deve essere un atto ‘autosufficiente’, ovvero deve contenere una descrizione chiara e completa dei fatti di causa, del contenuto dei documenti rilevanti e dei passaggi della sentenza impugnata. Non è compito della Corte ricercare gli atti nei fascicoli di merito. I ricorrenti, in questo caso, si erano limitati a enunciazioni generiche senza trascrivere il contenuto dei documenti o della sentenza che intendevano criticare, rendendo i loro motivi inammissibili.

La Validità della Clausola sulla Fideiussione Omnibus e la CMS

Un altro motivo di doglianza riguardava la nullità della Commissione di Massimo Scoperto (CMS) per indeterminatezza, dato che il contratto prevedeva un tasso ‘non superiore allo 0,75%’. La Corte ha respinto la censura, affermando che la clausola non è nulla se la regolamentazione complessiva del rapporto consente di ricostruire gli importi addebitati, come avvenuto nel caso di specie tramite la documentazione prodotta e la consulenza tecnica.

Gli Effetti della Cancellazione della Società e la Prescrizione

I ricorrenti sostenevano che, con la cancellazione della società debitrice, il contratto di conto corrente si fosse risolto e il debito dovesse essere cristallizzato a quella data. La Cassazione ha respinto anche questa tesi, richiamando il consolidato orientamento secondo cui la cancellazione della società dal registro delle imprese non estingue i debiti, ma determina un fenomeno successorio in capo ai soci.
Inoltre, la Corte ha chiarito che l’obbligazione del fideiussore si prescrive nel termine ordinario di dieci anni e non in quello breve di cinque anni, che si applica solo a prestazioni periodiche.

La Nullità della Fideiussione per Violazione Norme Antitrust

Particolarmente interessante è il rigetto del motivo relativo alla presunta nullità della fideiussione omnibus per conformità allo schema ABI, ritenuto lesivo della concorrenza. La Corte ha dichiarato il motivo inammissibile perché sollevato in modo non corretto. Per poter eccepire tale nullità, è necessario che i fatti costitutivi (l’esistenza del provvedimento della Banca d’Italia, l’epoca di stipulazione, il contenuto delle clausole e la loro corrispondenza con lo schema vietato) siano stati ritualmente allegati e provati nei gradi di merito. Non è possibile introdurre tali accertamenti di fatto per la prima volta in sede di legittimità.

le motivazioni

La decisione della Corte si fonda su principi procedurali e sostanziali consolidati. Il cardine della pronuncia è il richiamo al principio di autosufficienza del ricorso, un requisito fondamentale per garantire che il giudizio di legittimità si concentri sulla corretta applicazione del diritto, senza trasformarsi in una revisione del merito della causa. La Corte ha voluto sanzionare la prassi di formulare ricorsi generici che mescolano in modo confuso censure diverse (violazione di legge, vizi di motivazione, errori procedurali), rendendo impossibile per il giudice delimitare l’oggetto del contendere. Sul piano sostanziale, la Corte ha confermato la validità delle clausole sulla CMS quando il loro contenuto è determinabile e ha ribadito che la garanzia fideiussoria segue il regime della prescrizione decennale. Infine, ha posto dei paletti molto rigidi alla possibilità di far valere la nullità delle fideiussioni omnibus per violazione della normativa antitrust, richiedendo una precisa e tempestiva allegazione dei fatti nei giudizi di merito.

le conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. Evidenzia come la cura nella redazione dell’atto e il rispetto rigoroso delle norme processuali siano tanto importanti quanto la fondatezza delle ragioni di merito. Per i garanti e i loro difensori, emerge la necessità di costruire le proprie difese fin dal primo grado, allegando e provando tutti i fatti necessari a sostenere le proprie tesi, specialmente quelle più complesse come la nullità per violazione di norme antitrust. Per gli istituti di credito, la decisione conferma la tenuta di determinate prassi contrattuali, purché supportate da trasparenza e documentazione adeguata.

Un ricorso per cassazione può essere accolto se si limita a menzionare dei documenti senza riportarne il contenuto specifico?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il ricorso deve essere ‘autosufficiente’, ovvero deve contenere tutti gli elementi necessari per essere deciso, inclusi i passaggi rilevanti dei documenti e della sentenza impugnata. Un ricorso generico che non rispetta questo principio è inammissibile.

Una clausola che prevede una Commissione di Massimo Scoperto (CMS) ‘non superiore a’ una certa percentuale è nulla per indeterminatezza?
No, non necessariamente. Secondo la Corte, tale clausola non è nulla se la regolamentazione complessiva del rapporto e la documentazione successiva (come gli estratti conto) permettono di individuare con certezza gli importi addebitati e la loro base di calcolo.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione la questione della nullità di una fideiussione omnibus per violazione delle norme antitrust?
No, se non sono stati allegati e provati tutti i fatti necessari nei gradi di merito. La Cassazione non può svolgere nuovi accertamenti di fatto. Pertanto, la parte che intende far valere tale nullità deve aver fornito in primo e secondo grado la prova dell’esistenza del provvedimento sanzionatorio, della conformità della propria fideiussione allo schema vietato e del periodo di stipula.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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