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Fideiussione omnibus: clausole nulle e art. 1957 c.c.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori. La Corte ha stabilito che, anche in presenza di una clausola nulla che deroga all’art. 1957 c.c. in una fideiussione omnibus, la garanzia non decade se il creditore invia una semplice richiesta scritta di pagamento entro sei mesi dalla scadenza del debito. La clausola di pagamento ‘a prima richiesta’ è stata ritenuta sufficiente a soddisfare i requisiti di legge, impedendo così l’estinzione della garanzia.

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Fideiussione Omnibus: Quando la Richiesta Scritta Salva la Garanzia

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33470/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nel diritto bancario: la validità e gli effetti della fideiussione omnibus. Questa decisione chiarisce un punto fondamentale: anche se la clausola di deroga all’art. 1957 del codice civile è nulla per violazione della normativa antitrust, la garanzia può essere salvata se il creditore agisce tempestivamente con una semplice richiesta scritta di pagamento.

I Fatti del Caso: Una Garanzia Contestata

Due fideiussori avevano prestato una garanzia omnibus a favore di una società, poi fallita. La banca creditrice, agendo in forza di tale garanzia, otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento di un debito residuo. I garanti si opponevano, sostenendo la nullità dell’intera fideiussione perché conforme allo schema ABI del 2003, considerato lesivo della concorrenza. In particolare, contestavano la validità delle clausole nn. 2, 6 e 8, tra cui quella che derogava all’obbligo del creditore di agire entro sei mesi (art. 1957 c.c.).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dichiarato la nullità parziale della fideiussione, limitatamente alle clausole contestate. Tuttavia, avevano rigettato l’opposizione dei garanti. La Corte d’Appello aveva osservato che il contratto conteneva un’altra clausola (l’art. 7) che imponeva al fideiussore il pagamento “a semplice richiesta scritta”. Secondo i giudici di merito, la banca, avendo inviato due raccomandate entro il termine di sei mesi dalla scadenza del debito, aveva rispettato l’art. 1957 c.c., impedendo così la decadenza della garanzia.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Fideiussione Omnibus

I fideiussori hanno presentato ricorso in Cassazione, basandolo su quattro motivi, tra cui la violazione della legge antitrust e delle norme sull’interpretazione del contratto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile.

Inammissibilità dei Motivi di Ricorso

La Corte ha smontato le argomentazioni dei ricorrenti una per una:
1. Violazione legge antitrust: I ricorrenti sostenevano che la Corte d’Appello avesse usato la clausola di pagamento “a prima richiesta” per reintrodurre surrettiziamente gli effetti della clausola nulla (la deroga all’art. 1957 c.c.). La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che la Corte territoriale non ha disapplicato l’art. 1957 c.c., ma lo ha applicato correttamente. Ha semplicemente stabilito che una richiesta stragiudiziale di pagamento è un atto idoneo a soddisfare le condizioni previste dalla norma per evitare la decadenza.
2. Errata interpretazione del contratto: I motivi relativi alla violazione delle regole di interpretazione contrattuale sono stati giudicati inammissibili perché si risolvevano in una richiesta di riesame nel merito della valutazione fatta dal giudice d’appello, attività preclusa in sede di legittimità.
3. Violazione Codice del Consumo: Il motivo relativo alla vessatorietà della clausola ai sensi della normativa consumeristica è stato dichiarato inammissibile per difetto di interesse. Poiché la clausola era già stata dichiarata nulla per violazione della normativa antitrust con una statuizione passata in giudicato, una seconda declaratoria di nullità per un altro motivo non avrebbe portato alcun vantaggio pratico ai ricorrenti.

Le Motivazioni

Il fulcro della decisione risiede nella distinzione operata dalla Corte tra la clausola di deroga all’art. 1957 c.c. (ritenuta nulla) e la clausola di pagamento “a semplice richiesta scritta”. Quest’ultima non è di per sé invalida e produce i suoi effetti. La Cassazione, uniformandosi a un orientamento consolidato, ha affermato che quando il fideiussore si impegna a pagare “a semplice richiesta”, il creditore non è tenuto a iniziare un’azione giudiziaria per impedire la decadenza. È sufficiente che manifesti la sua volontà di ottenere il pagamento attraverso una richiesta formale, come una lettera raccomandata, inviata entro il termine di sei mesi.
La decisione della Corte territoriale, quindi, non ha eluso la nullità della clausola anticoncorrenziale, ma ha semplicemente preso atto che il creditore aveva compiuto un’azione – la richiesta stragiudiziale – che la legge considera sufficiente a conservare il diritto alla garanzia.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio di notevole importanza pratica per la fideiussione omnibus e i rapporti banca-cliente. La nullità delle clausole conformi allo schema ABI non comporta automaticamente la liberazione del garante. Se il contratto di fideiussione contiene la clausola di “pagamento a prima richiesta”, il creditore diligente può salvaguardare la propria garanzia inviando una semplice comunicazione scritta entro il termine semestrale previsto dall’art. 1957 c.c. Per i fideiussori, ciò significa che non possono fare affidamento unicamente sulla nullità di una clausola per ritenersi liberati, ma devono verificare il comportamento concreto tenuto dal creditore.

Se la clausola che deroga all’art. 1957 c.c. in una fideiussione omnibus è nulla, la garanzia decade automaticamente?
No. Secondo la Corte, la garanzia non decade automaticamente. La decadenza è impedita se il creditore, entro sei mesi dalla scadenza del debito, compie un atto idoneo a richiedere il pagamento.

Una semplice richiesta scritta di pagamento è sufficiente per rispettare il termine dell’art. 1957 c.c.?
Sì. La Corte ha confermato che, in presenza di una clausola che impegna il fideiussore al pagamento “a semplice richiesta scritta”, l’invio di una richiesta stragiudiziale (es. una raccomandata) entro il termine di sei mesi è sufficiente per impedire la decadenza della garanzia, senza che sia necessario avviare un’azione giudiziale.

Perché la Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo basato sulla violazione delle norme a tutela del consumatore?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile per difetto di interesse. La clausola in questione era già stata dichiarata nulla per violazione della normativa antitrust, e questa decisione era diventata definitiva. Ottenere una seconda dichiarazione di nullità per un’altra ragione (tutela del consumatore) non avrebbe apportato alcun vantaggio aggiuntivo ai ricorrenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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