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Fideiussione omnibus ABI: nullità parziale confermata

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 670/2024, ha annullato una decisione di merito che aveva dichiarato la nullità totale di una fideiussione contenente clausole anticoncorrenziali. In linea con un precedente orientamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che la presenza di clausole derivanti da intese illecite, come quelle dello schema ABI, determina una nullità parziale, limitata alle sole clausole viziate. La nullità dell’intero contratto di fideiussione omnibus ABI è un’eccezione che richiede una prova rigorosa dell’essenzialità di tali clausole, prova che nel caso di specie non è stata fornita.

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Fideiussione Omnibus ABI: La Cassazione Ribadisce la Nullità Parziale

L’ordinanza n. 670 del 9 gennaio 2024 della Corte di Cassazione torna a fare chiarezza su una questione cruciale nel diritto bancario: la sorte dei contratti di fideiussione omnibus ABI che contengono clausole derivanti da intese anticoncorrenziali. Confermando l’orientamento delle Sezioni Unite, la Suprema Corte ha stabilito che la nullità che affligge tali contratti è, di regola, solo parziale, e non si estende all’intero accordo, salvo una rigorosa prova contraria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’opposizione di un istituto di credito al decreto di un Giudice Delegato che aveva escluso un suo credito dal passivo di un fallimento. Il credito si fondava su un contratto di fideiussione rilasciato dalla società, poi fallita, a garanzia di un’apertura di credito concessa a un’altra azienda.

Il Tribunale di Ascoli Piceno aveva respinto l’opposizione, dichiarando la nullità integrale della fideiussione. La ragione? Il contratto riproduceva pedissequamente le clausole 2, 6 e 8 dello schema standard predisposto dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), già giudicate in contrasto con la normativa a tutela della concorrenza (L. n. 287/1990) da un provvedimento della Banca d’Italia del 2005. Secondo i giudici di merito, l’illiceità dell’intesa a monte travolgeva inevitabilmente l’intero contratto a valle.

La Questione Giuridica: Nullità Totale o Parziale?

La banca ha presentato ricorso in Cassazione, articolando tre motivi. I primi due, esaminati congiuntamente, vertevano sul punto centrale della controversia: quale rimedio si applica a un contratto di fideiussione che viola la normativa antitrust? Si tratta di nullità totale, come sostenuto dal Tribunale, o di nullità parziale, limitata alle sole clausole “incriminate”?

La difesa dell’istituto di credito sosteneva che:
1. L’eventuale nullità dovrebbe colpire solo le intese restrittive della concorrenza e non i contratti stipulati a valle con i clienti.
2. In subordine, qualora si ammettesse una nullità “derivata”, questa dovrebbe essere considerata parziale ai sensi dell’art. 1419 c.c., con la conseguente conservazione del contratto, epurato dalle clausole illecite.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio della nullità parziale nella fideiussione omnibus ABI

La Suprema Corte ha accolto i primi due motivi di ricorso, ritenendoli fondati. I giudici hanno richiamato la fondamentale sentenza delle Sezioni Unite n. 41994/2021, che ha risolto il contrasto giurisprudenziale in materia.

Il principio cardine è quello della nullità parziale. La nullità dell’intesa a monte determina la “nullità derivata” del contratto di fideiussione a valle, ma questa invalidità è circoscritta esclusivamente alle clausole che costituiscono una pedissequa applicazione di quelle dello schema ABI dichiarate nulle. Il resto del contratto rimane valido ed efficace.

La Corte ha specificato che la nullità può estendersi all’intero contratto solo in un caso eccezionale: quando la parte interessata dimostri che quelle clausole erano essenziali, cioè che i contraenti non avrebbero stipulato l’accordo senza quella parte del suo contenuto colpita da nullità. Questo onere probatorio, tuttavia, è particolarmente gravoso.

Le Motivazioni

La Cassazione ha duramente criticato la decisione del Tribunale, definendola una “petizione di principio”. Il giudice di merito aveva affermato in modo astratto che, in un mercato concorrenziale non falsato, le banche non avrebbero sottoscritto contratti di fideiussione senza quelle clausole vantaggiose. Tale affermazione, secondo la Suprema Corte, è apodittica e non supportata da alcun elemento controfattuale specifico e preciso.

Al contrario, come già evidenziato dalle Sezioni Unite, è molto difficile dimostrare l’essenzialità di tali clausole, soprattutto dal punto di vista del garante. La riproduzione delle clausole 2, 6 e 8 dello schema ABI rende la disciplina contrattuale più gravosa per il fideiussore. Di conseguenza, la loro eliminazione non farebbe altro che alleggerire la sua posizione, rendendo implausibile sostenere che non avrebbe firmato il contratto senza di esse.

Le Conclusioni

La Corte ha cassato il decreto impugnato e ha rinviato la causa al Tribunale di Ascoli Piceno, in diversa composizione, affinché decida nuovamente la questione applicando il corretto principio della nullità parziale. Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale per la stabilità dei rapporti bancari. Si afferma che la violazione della normativa antitrust non comporta un’automatica caducazione dell’intera garanzia, ma unicamente l’eliminazione delle clausole illecite. Questo approccio protegge la validità del negozio giuridico, riequilibrando la posizione delle parti senza fornire al debitore uno strumento per sottrarsi ingiustificatamente ai propri obblighi.

Una fideiussione che contiene clausole conformi allo schema ABI, dichiarate anti-concorrenziali, è totalmente nulla?
No, la nullità è parziale. Colpisce solo le singole clausole illecite (n. 2, 6 e 8 dello schema ABI), mentre il resto del contratto di fideiussione rimane valido ed efficace.

In quali casi la nullità può estendersi all’intero contratto di fideiussione?
Solo se la parte che vi ha interesse dimostra in modo adeguato che le clausole nulle erano “essenziali”, ovvero che i contraenti non avrebbero concluso il contratto senza di esse. La Corte precisa che fornire questa prova è molto difficile.

Chi deve provare che le clausole nulle erano essenziali per determinare la nullità totale del contratto?
L’onere della prova spetta alla parte interessata a far valere la nullità totale (nel caso specifico, il fallimento del garante). Questa parte deve fornire una dimostrazione specifica e concreta, non potendosi basare su affermazioni generali e astratte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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