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Fideiussione confidi minore: valida anche per i terzi

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che una fideiussione rilasciata da un “confidi minore” è valida anche se posta a garanzia di crediti non bancari, come i debiti tributari. La decisione ribalta un precedente verdetto di un tribunale di merito, specificando che l’attività di rilascio di garanzie non è riservata in via esclusiva agli intermediari finanziari autorizzati. La Suprema Corte ha cassato la decisione impugnata, rinviando la causa al tribunale per un nuovo esame alla luce di questo fondamentale principio.

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Fideiussione confidi minore: la Cassazione ne conferma la validità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per il mondo del credito e delle garanzie. La Suprema Corte ha chiarito che la fideiussione confidi minore è pienamente valida anche quando è prestata a garanzia di un credito non bancario, come un debito tributario. Questa decisione, basata su un precedente intervento delle Sezioni Unite, rafforza il ruolo di questi importanti operatori economici e offre maggiore certezza giuridica ai creditori.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione allo stato passivo di un fallimento presentata da due enti pubblici creditori. Questi ultimi avevano insinuato un credito basato su una polizza fideiussoria rilasciata da una società cooperativa di garanzia fidi, successivamente fallita. Il giudice delegato, e poi il Tribunale in sede di opposizione, avevano rigettato la domanda, ritenendo invalida la fideiussione.

La tesi del tribunale di merito era che la società fallita, in quanto “confidi minore”, non fosse autorizzata dalla legge a rilasciare garanzie per obbligazioni tributarie. Secondo questa interpretazione restrittiva, tale facoltà sarebbe stata riservata esclusivamente agli intermediari finanziari iscritti in appositi elenchi previsti dal Testo Unico Bancario (T.U.B.), condizione che la società fallita non possedeva.

La Decisione della Corte e la validità della fideiussione confidi minore

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli enti creditori, ribaltando completamente la decisione di merito. I giudici di legittimità hanno fondato la loro decisione su un principio di diritto già sancito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8472 del 2022.

Il principio chiave è il seguente: l’attività di prestazione di garanzie personali e reali non è un’attività riservata per legge a soggetti specificamente autorizzati, come gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco ex art. 107 del T.U.B. Di conseguenza, una fideiussione confidi minore, anche se prestata nell’interesse di un associato per garantire un credito non bancario, non è nulla per violazione di una norma imperativa.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la nullità di un contratto, specialmente quella cosiddetta “virtuale” (cioè non espressamente prevista dalla legge), deve essere desunta con certezza e non può basarsi su interpretazioni estensive. La normativa sui confidi minori non prevede un divieto esplicito di prestare garanzie a favore di creditori non bancari, né sancisce la nullità di tali atti.

L’attività di questi soggetti è primariamente quella di garanzia collettiva dei fidi per favorire il finanziamento da parte di banche e altri operatori finanziari. Tuttavia, ciò non esclude che essi possano svolgere attività connesse e strumentali, come il rilascio di fideiussioni, purché ciò avvenga in coerenza con il loro oggetto sociale. La nullità non può essere ricavata indirettamente, poiché mancano sia una previsione testuale sia una violazione di norme che tutelano interessi pubblici generali e fondamentali, come nel caso dell’esercizio abusivo di un’attività riservata. Pertanto, il Tribunale di merito ha errato nel dichiarare la nullità della polizza, e dovrà riesaminare la questione attenendosi a questo principio.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, fornisce una tutela robusta ai creditori, inclusa la Pubblica Amministrazione, che accettano garanzie da parte dei confidi minori. La validità di tali fideiussioni è ora sancita da un principio consolidato della giurisprudenza di legittimità. In secondo luogo, riconosce il legittimo spazio operativo dei confidi minori, che rappresentano uno strumento essenziale per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. La decisione contribuisce a creare un quadro giuridico più chiaro e stabile, a beneficio di tutti gli operatori del mercato.

Una fideiussione rilasciata da un “confidi minore” a garanzia di un debito non bancario (es. tributario) è valida?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando un principio delle Sezioni Unite, ha stabilito che tale fideiussione non è nulla, poiché l’attività di rilascio di garanzie non è riservata in via esclusiva a soggetti autorizzati come gli intermediari finanziari vigilati.

Perché il tribunale di merito aveva inizialmente considerato nulla la garanzia?
Il tribunale aveva adottato un’interpretazione restrittiva della normativa, ritenendo che solo gli intermediari finanziari iscritti in specifici elenchi del Testo Unico Bancario potessero rilasciare questo tipo di garanzie, escludendo quindi i confidi minori da tale possibilità.

Qual è il principio di diritto stabilito dalla Corte di Cassazione?
Il principio è che il rilascio di fideiussioni non costituisce un’attività riservata per legge a soggetti specificamente autorizzati. Pertanto, la garanzia prestata da un confidi minore non è nulla per violazione di norma imperativa, a condizione che tale attività sia coerente con l’oggetto sociale della società cooperativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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