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Fideiussione confidi minore: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del fallimento di una società finanziaria, confermando la validità di una fideiussione confidi minore rilasciata a garanzia di debiti fiscali. La Corte ha stabilito che, anche se l’attività tipica dei confidi minori è garantire finanziamenti bancari, il rilascio di fideiussioni per crediti di altra natura non comporta la nullità del contratto, poiché non si tratta di un’attività riservata per legge a soggetti specificamente autorizzati.

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Fideiussione Confidi Minore: Piena Validità Anche per Debiti non Bancari

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per il mondo del credito e delle garanzie: la validità della fideiussione confidi minore rilasciata per debiti non bancari, in particolare quelli di natura fiscale. La Suprema Corte ha chiarito che tali garanzie sono pienamente valide, anche se l’attività principale di questi enti è quella di agevolare l’accesso al credito bancario per le piccole e medie imprese. Analizziamo insieme i dettagli della decisione.

I Fatti del Caso: Una Garanzia Contesa in Sede Fallimentare

La vicenda trae origine dalla richiesta di ammissione al passivo fallimentare di una società finanziaria, avanzata da un agente della riscossione. Il credito, di quasi due milioni di euro, era fondato su due fideiussioni che la società fallita, un “confidi minore”, aveva rilasciato a favore dell’Amministrazione Finanziaria per garantire il debito fiscale di un’altra impresa.

Il giudice delegato al fallimento aveva inizialmente respinto la richiesta, ritenendo le fideiussioni nulle perché rilasciate al di fuori dell’ambito di attività consentito ai confidi minori, i quali dovrebbero limitarsi a garantire finanziamenti erogati da banche. Tuttavia, il Tribunale, in sede di opposizione, aveva ribaltato la decisione, considerando le garanzie valide in virtù di specifiche norme tributarie che le prevedevano espressamente.

Contro questa decisione, la curatela fallimentare ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la prevalenza della disciplina bancaria (Testo Unico Bancario – T.U.B.) e, di conseguenza, la nullità delle garanzie prestate.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la validità delle fideiussioni e l’ammissione del credito al passivo fallimentare. La decisione si fonda su un principio di diritto già consolidato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sentenza n. 8472/2022), che questa sezione ha fatto proprio.

Il principio chiave è che l’attività di rilascio di fideiussioni non è un’attività riservata per legge a soggetti specificamente autorizzati, come gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 T.U.B. Di conseguenza, anche un soggetto come un confidi minore, la cui attività istituzionale è circoscritta, non perde la capacità giuridica generale di prestare garanzie al di fuori di tale ambito.

Le Motivazioni: la validità della fideiussione confidi minore

La Corte ha spiegato che le norme che definiscono l’attività dei confidi minori, stabilendo che essi svolgono “esclusivamente” l’attività di garanzia collettiva dei fidi per favorire il finanziamento bancario, costituiscono norme di condotta. La loro violazione non determina la nullità “virtuale” del contratto di fideiussione per contrasto con norme imperative.

In altre parole, la legge non prevede espressamente la nullità per questo tipo di atto. Desumere un divieto assoluto implicitamente da queste norme sarebbe un’interpretazione errata, che porterebbe alla paradossale conclusione che qualsiasi soggetto del codice civile può rilasciare una fideiussione, ad eccezione di una cooperativa come un confidi a favore dei propri soci.

Le Sezioni Unite hanno chiarito che la fideiussione non è un contratto “indefettibilmente bancario”. La sua disciplina si trova nel codice civile e non cambia a seconda della natura dei contraenti, se non per aspetti specifici come la trasparenza quando una delle parti è un soggetto autorizzato dal T.U.B. Stabilita la validità del contratto, non è necessario interrogarsi su rimedi alternativi, poiché il contratto produce pienamente i suoi effetti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica:

1. Per i creditori (incluso l’Erario): Le garanzie ricevute da confidi minori, anche per crediti non derivanti da finanziamenti bancari, sono valide ed efficaci. Ciò rafforza la posizione dei creditori che possono fare affidamento su tali strumenti.
2. Per i confidi minori: Sebbene la loro attività principale resti quella definita dalla legge, gli atti compiuti al di fuori di essa, come il rilascio di queste fideiussioni, non sono nulli. Questo non li esime da eventuali responsabilità di altra natura (amministrative, gestorie, ecc.) per aver agito oltre lo scopo statutario, ma protegge la validità degli impegni assunti verso terzi.
3. Per le imprese garantite: Le imprese che ottengono garanzie da confidi minori per debiti di varia natura possono contare sulla loro efficacia, assicurando così i propri creditori.

In definitiva, la Cassazione ha privilegiato la stabilità dei rapporti giuridici e la tutela dell’affidamento dei terzi, distinguendo nettamente tra le regole che disciplinano l’attività di un soggetto e quelle che determinano la validità dei contratti che questo stipula.

Un “confidi minore” può rilasciare una fideiussione per debiti non bancari, come quelli fiscali?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la fideiussione prestata da un confidi minore a garanzia di un credito non derivante da un contratto bancario (come un debito fiscale) non è nulla. L’attività di rilascio di garanzie non è riservata per legge a soggetti specificamente autorizzati.

La violazione delle norme sull’attività esclusiva dei “confidi minori” rende nulla la fideiussione?
No. Le norme che limitano l’attività dei confidi minori alla garanzia di finanziamenti bancari sono considerate “norme di condotta”. La loro violazione non comporta la nullità del contratto di fideiussione, poiché la nullità non è espressamente prevista dalla legge per questa fattispecie.

Chi è responsabile per l’insinuazione al passivo fallimentare quando è stata escussa una garanzia per un debito fiscale?
In caso di fallimento del garante (il fideiussore), spetta all’agente della riscossione, per conto dell’Agenzia delle Entrate, presentare la domanda di ammissione al passivo sulla base del ruolo. L’ente creditore (Agenzia delle Entrate) iscrive il credito a ruolo, ma l’agente della riscossione è il soggetto legittimato a richiederne l’inserimento nel passivo fallimentare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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