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Estinzione del processo: rinuncia al ricorso in Cassazione

Un ente ecclesiastico ha impugnato in Cassazione una decisione della Corte d’Appello relativa alla determinazione del capitale di affrancazione di un fondo. Tuttavia, prima della decisione, l’ente ha rinunciato al ricorso e la controparte ha accettato tale rinuncia. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo, senza pronunciarsi sulle spese e escludendo l’obbligo del versamento del doppio contributo unificato a carico del rinunciante.

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Estinzione del processo in Cassazione: effetti della rinuncia al ricorso

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di estinzione del processo dinanzi alla Corte di Cassazione, un esito processuale che si verifica quando una causa si conclude prima di una decisione sul merito. Questo caso specifico, originato da una disputa sul capitale di affrancazione di un terreno, si risolve non con una sentenza, ma con una presa d’atto della volontà delle parti di non proseguire il contenzioso. Analizziamo i fatti e le conseguenze giuridiche di questa importante procedura.

I Fatti di Causa

La vicenda legale ha inizio con un’ordinanza del Tribunale che stabilisce il capitale di affrancazione per un fondo rustico di proprietà di un ente ecclesiastico, a favore di un privato cittadino. L’ente, ritenendo errato il criterio di calcolo del capitale, proponeva opposizione.

Il Tribunale, in prima istanza, rigettava l’opposizione. Successivamente, l’ente si rivolgeva alla Corte d’Appello, la quale accoglieva solo parzialmente il gravame, limitandosi a rideterminare le spese legali del primo grado di giudizio ma confermando nel resto la decisione impugnata. Insoddisfatto, l’ente proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a sette motivi di diritto.

La Svolta: Rinuncia al Ricorso e Estinzione del Processo

Il colpo di scena si verifica durante il giudizio di legittimità. La parte ricorrente, ovvero l’ente ecclesiastico, depositava una formale rinuncia al ricorso. Tale atto veniva seguito dall’accettazione della controparte. Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine alla lite, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto. La decisione, quindi, non entra nel merito dei motivi del ricorso, ma si limita a dichiarare l’avvenuta estinzione del processo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è puramente processuale e si fonda sull’articolo 391, primo comma, del Codice di Procedura Civile. Questa norma stabilisce che la rinuncia al ricorso, se accettata dalla controparte, estingue il processo. La conseguenza principale è che non si deve adottare alcun provvedimento sulle spese legali del giudizio di Cassazione, che restano a carico di chi le ha sostenute.

Un altro aspetto fondamentale chiarito dall’ordinanza riguarda il cosiddetto “doppio contributo unificato”. L’articolo 13, comma 1 quater, del D.P.R. 115/2002 prevede che la parte il cui ricorso è integralmente respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile debba versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato già pagato. La Corte, richiamando una propria precedente pronuncia (Cass. n. 19560/2015), ha specificato che la declaratoria di estinzione del processo per rinuncia non rientra in queste casistiche. Pertanto, la parte rinunciante non è tenuta al pagamento di questa sanzione processuale.

Conclusioni

L’ordinanza analizzata mette in luce un’importante opzione a disposizione delle parti nel giudizio di Cassazione. La rinuncia al ricorso, se accettata, rappresenta una via d’uscita concordata dal contenzioso che porta all’estinzione del processo. Tale scelta ha implicazioni pratiche significative: in primo luogo, pone fine alla lite senza una decisione nel merito che possa creare un precedente sfavorevole; in secondo luogo, evita una possibile condanna alle spese del giudizio di legittimità e, soprattutto, esclude l’applicazione della sanzione del raddoppio del contributo unificato. Si tratta di uno strumento processuale strategico che le parti possono utilizzare per gestire l’esito finale di una controversia in modo controllato.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione e l’altra parte accetta?
Il processo si estingue. La Corte di Cassazione non esamina il merito della questione ma si limita a dichiarare la fine del giudizio a causa della concorde volontà delle parti di non proseguire.

In caso di estinzione del processo per rinuncia, chi paga le spese legali del giudizio di Cassazione?
La Corte non adotta alcun provvedimento sulle spese. Ciascuna parte, quindi, sopporta le proprie spese legali sostenute per il giudizio di Cassazione, salvo diversi accordi tra le stesse.

La parte che rinuncia al ricorso deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che la declaratoria di estinzione del giudizio per rinuncia accettata esclude l’applicabilità dell’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto per i casi di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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