LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione del giudizio per rinuncia: il caso esaminato

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della ricorrente, motivata da un accordo conciliativo raggiunto con la controparte. Pur senza decidere nel merito, la Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato: l’Indice Sintetico di Costo (ISC/TAEG) nei contratti di finanziamento ha una funzione informativa e la sua mancata indicazione, pur sanzionata con nullità, non comporta di per sé una maggiore onerosità del finanziamento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio per Rinuncia: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come si conclude un processo quando le parti trovano un accordo. Il caso in esame, sebbene risolto con una pronuncia di estinzione del giudizio, permette di approfondire un tema rilevante nel diritto bancario: il valore e la funzione dell’Indice Sintetico di Costo (ISC), noto anche come TAEG.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da un contenzioso tra una cliente e una società finanziaria. Dopo una sentenza del Tribunale, emessa in funzione di giudice d’appello, che si era rivelata sfavorevole per la cliente, quest’ultima decideva di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse pronunciarsi sul merito della questione, le parti coinvolte raggiungevano un accordo transattivo per porre fine alla lite. Di conseguenza, la ricorrente depositava un atto formale di rinuncia al ricorso, accettato dalla società finanziaria.

La Decisione della Corte sull’Estinzione del Giudizio

Di fronte alla rinuncia, la Corte di Cassazione ha agito in conformità con il codice di procedura civile. L’articolo 391 c.p.c. stabilisce infatti che, in caso di rinuncia, il giudice deve dichiarare l’estinzione del giudizio. La Corte ha quindi emesso un’ordinanza con cui ha formalmente chiuso il processo, senza entrare nel merito delle ragioni del contendere. In virtù dell’accordo raggiunto tra le parti, che è alla base della rinuncia, i giudici hanno inoltre disposto la compensazione delle spese legali, ritenendo che ciascuna parte dovesse farsi carico delle proprie.

Il Principio di Diritto sull’ISC/TAEG non Enunciato

Un aspetto interessante della vicenda è la richiesta del Procuratore Generale, che aveva sollecitato la Corte a enunciare un principio di diritto ai sensi dell’art. 363 c.p.c. sulla funzione dell’ISC/TAEG. La Corte, tuttavia, ha ritenuto di non dover procedere in tal senso, motivando la sua decisione con l’esistenza di un precedente giurisprudenziale chiaro e consolidato sul punto (Cass. n. 39169/2021).

La Funzione dell’ISC/TAEG nei Contratti Bancari

La Corte ha colto l’occasione per ribadire quanto già affermato in passato. L’ISC (o TAEG) è un indicatore sintetico del costo complessivo di un’operazione di finanziamento. La sua funzione è quella di garantire trasparenza, permettendo al cliente di comprendere immediatamente il costo totale del credito e di confrontare diverse offerte. Non è un tasso, un prezzo o una condizione economica a sé stante.
La sua mancata o errata indicazione nel contratto è sanzionata con la nullità, seguita dalla sostituzione automatica prevista dall’art. 117 del Testo Unico Bancario. Tuttavia, questa violazione formale non determina automaticamente una maggiore onerosità del finanziamento. Il costo effettivo del credito, infatti, rimane quello calcolabile dalla somma degli oneri e delle singole voci di costo esplicitamente elencate nel contratto. L’errore sull’ISC costituisce quindi un’erronea rappresentazione del costo globale, ma non un’alterazione del costo stesso.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state duplici. In primo luogo, la motivazione processuale per l’estinzione del giudizio è stata la semplice applicazione della legge a seguito della rinuncia volontaria della ricorrente. In secondo luogo, la motivazione per non enunciare un nuovo principio di diritto risiede in un principio di economia processuale e di coerenza giurisprudenziale: non è necessario ripetere un principio già chiaramente e autorevolmente espresso in una precedente pronuncia.

Conclusioni

L’ordinanza in esame, pur essendo una decisione di natura puramente processuale, offre spunti di riflessione importanti. Dimostra come la conciliazione tra le parti rappresenti una via efficace per la risoluzione delle controversie, portando all’estinzione del giudizio. Al contempo, riafferma un principio cruciale in materia di trasparenza bancaria: la tutela del consumatore si realizza garantendo una corretta informazione, ma un vizio formale come l’omissione dell’ISC non può essere utilizzato per contestare il costo del finanziamento se questo è correttamente desumibile da tutte le altre clausole contrattuali.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, chiudendo il processo senza una decisione sul merito della questione, come previsto dall’art. 391 del codice di procedura civile.

L’omissione dell’ISC (o TAEG) in un contratto di finanziamento lo rende più costoso?
No. Secondo il principio richiamato dalla Corte, l’ISC/TAEG è un indicatore sintetico del costo totale. La sua omissione è un errore di rappresentazione che porta a sanzioni (nullità e sostituzione automatica), ma non determina di per sé una maggiore onerosità del finanziamento, il cui costo effettivo è dato dalla somma delle singole voci presenti nel contratto.

Perché la Corte non ha enunciato un nuovo principio di diritto nonostante la richiesta del Procuratore Generale?
La Corte ha ritenuto di non dover procedere all’enunciazione del principio di diritto perché aveva già affermato e consolidato la sua posizione sulla questione dell’ISC/TAEG in una precedente sentenza (Cass. n. 39169/2021), rendendo superflua una nuova pronuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati