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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in un caso riguardante un contratto preliminare di vendita immobiliare. I ricorrenti principali, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, hanno rinunciato al ricorso in Cassazione. La controparte, una società fallita, ha accettato la rinuncia, rinunciando a sua volta al proprio ricorso incidentale. Tale accordo ha portato alla chiusura del processo senza una decisione nel merito e senza una pronuncia sulle spese legali.

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Estinzione del Giudizio in Cassazione: Cosa Succede con la Rinuncia al Ricorso

La procedura civile offre diversi strumenti per gestire e concludere una controversia. Uno di questi è la estinzione del giudizio, un meccanismo che porta alla chiusura del processo prima di una sentenza definitiva sul merito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la rinuncia al ricorso, se accettata dalla controparte, conduca proprio a questo esito, rendendo definitiva la sentenza impugnata. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un Contratto Preliminare Finito in Tribunale

La vicenda trae origine da un contratto preliminare di vendita immobiliare stipulato nel 2005 tra due privati e una società immobiliare. I promissari acquirenti, ritenendo che la società fosse inadempiente, avviavano una causa legale. Tuttavia, le loro domande venivano respinte sia dal Tribunale di primo grado che, successivamente, dalla Corte di Appello di Firenze con una sentenza del 2018.

Non arrendendosi, i due privati decidevano di portare la questione fino all’ultimo grado di giudizio, proponendo ricorso per cassazione. Nel frattempo, la società immobiliare veniva dichiarata fallita e, costituitasi in giudizio tramite il suo curatore, non solo si difendeva (controricorso), ma proponeva a sua volta un ricorso incidentale.

Il Percorso in Cassazione e l’Estinzione del Giudizio

Il colpo di scena si verifica poco prima dell’udienza pubblica fissata per la discussione. I ricorrenti principali, con un atto formale, dichiarano di voler rinunciare al proprio ricorso. Pochi giorni dopo, la curatela fallimentare della società immobiliare deposita a sua volta un atto con cui accetta tale rinuncia, dichiarando contestualmente di rinunciare anche al proprio ricorso incidentale.

Questo scambio di atti processuali ha un effetto ben preciso, come richiesto anche dal Sostituto Procuratore Generale: porta all’estinzione del giudizio. La Corte di Cassazione, infatti, non entra nel merito dei motivi del ricorso, ma si limita a prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla controversia.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Suprema Corte si fonda su una precisa norma del codice di procedura civile, l’articolo 391. La logica del provvedimento è lineare e si articola in pochi, chiari passaggi.

1. Rinuncia al Ricorso Principale: La parte che ha dato inizio al giudizio di cassazione ha manifestato formalmente la volontà di non proseguire.
2. Accettazione della Controparte: La parte resistente ha accettato la rinuncia. Questo passaggio è cruciale perché consolida la volontà di chiudere il contenzioso.
3. Rinuncia al Ricorso Incidentale: L’accettazione comprendeva anche la rinuncia al ricorso incidentale, eliminando ogni altro potenziale oggetto di contesa.

L’effetto combinato di questi atti è, per legge, l’estinzione dell’intero procedimento. Un aspetto fondamentale riguarda le spese legali: la Corte stabilisce che, per effetto dell’accettazione, non si deve decidere sulla ripartizione delle spese. L’accettazione della rinuncia, infatti, solitamente presuppone che le parti abbiano trovato un accordo anche su questo punto o che abbiano deciso di rinunciare reciprocamente a ogni pretesa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia Accettata

La dichiarazione di estinzione del giudizio ha una conseguenza pratica di enorme importanza: la sentenza impugnata, ovvero quella della Corte di Appello di Firenze, diventa definitiva e non più contestabile. Ciò significa che la decisione che aveva respinto le domande dei promissari acquirenti acquisisce il valore di ‘giudicato’.

Questo caso evidenzia come il processo non sia solo un percorso per ottenere una sentenza favorevole, ma anche un contesto in cui le parti possono trovare accordi per porre fine a una lite. La rinuncia al ricorso, specialmente se accettata, è uno strumento efficace per chiudere definitivamente una controversia, risparmiando tempo e risorse ed evitando l’incertezza di una decisione finale. Per le parti coinvolte, significa poter considerare conclusa una vicenda legale che durava da anni, con la certezza che la sentenza di secondo grado non potrà più essere messa in discussione.

Cosa succede se una parte rinuncia al proprio ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha proposto ricorso dichiara di rinunciarvi e la controparte accetta formalmente tale rinuncia, il processo si chiude. La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio senza decidere nel merito della questione.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia accettata?
Secondo quanto emerge dall’ordinanza, quando la rinuncia viene accettata, la Corte non emette una pronuncia sulle spese. Questo implica che le parti hanno regolato la questione tra di loro o hanno rinunciato a pretese reciproche.

Qual è l’effetto dell’estinzione del giudizio sulla sentenza precedente?
L’estinzione del giudizio di cassazione rende definitiva e inappellabile la sentenza che era stata impugnata, in questo caso quella emessa dalla Corte di Appello. La decisione di secondo grado diventa, a tutti gli effetti, la conclusione della vicenda giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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