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Esonero spese legali: la Cassazione chiarisce

Una lavoratrice agricola si è vista respingere la richiesta di indennità di disoccupazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi relativi al rapporto di lavoro, ma ha accolto il ricorso sulla condanna alle spese. È stato chiarito che per l’esonero spese legali, la dichiarazione di basso reddito è valida anche se presentata in corso di causa e senza l’esplicita indicazione dell’anno, tutelando così il diritto di accesso alla giustizia per i non abbienti.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esonero Spese Legali: La Cassazione Chiarisce i Requisiti della Dichiarazione

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma i costi di un processo possono rappresentare un ostacolo insormontabile. Per questo, la legge prevede l’istituto dell’esonero spese legali per chi ha un reddito basso, soprattutto nelle materie di lavoro e previdenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla validità della dichiarazione necessaria per ottenere questo beneficio, promuovendo un’interpretazione più flessibile e a favore del cittadino.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta di Indennità al Ricorso

Il caso nasce dalla richiesta di una lavoratrice agricola di essere reiscritta negli elenchi dei braccianti per ottenere l’indennità di disoccupazione per l’anno 2014. La sua domanda era basata su un contratto di ‘piccola colonia’. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la sua richiesta, ritenendo non provata la genuinità del rapporto di lavoro e condannandola, in appello, a rimborsare le spese legali alla controparte, l’ente previdenziale.

La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando diversi aspetti della decisione, ma il punto cruciale che ha trovato accoglimento riguarda proprio la condanna al pagamento delle spese.

L’Esonero Spese Legali e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i primi tre motivi del ricorso, che miravano a una rivalutazione nel merito della natura del rapporto di lavoro, operazione non consentita in sede di legittimità. Tuttavia, ha accolto il quarto motivo, incentrato sulla violazione delle norme relative all’esonero spese legali.

Il problema era sorto perché la Corte d’Appello aveva considerato inefficace la dichiarazione sostitutiva di basso reddito presentata dalla lavoratrice per due ragioni: era stata depositata solo in prossimità dell’udienza e non specificava l’anno di riferimento del reddito. La Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, cassando la sentenza d’appello nella parte relativa alla condanna alle spese.

Le Motivazioni della Sentenza: Flessibilità per la Dichiarazione di Reddito

La Corte Suprema ha fornito motivazioni chiare e di grande impatto pratico. In primo luogo, ha ribadito un principio consolidato: la dichiarazione per l’esonero deve essere sottoscritta personalmente dalla parte, poiché implica una responsabilità personale non delegabile al difensore.

La novità risiede nell’interpretazione dei requisiti formali della dichiarazione. Secondo la Cassazione:

1. Non è necessario uno schema rigido: Il legislatore non ha imposto un formato predeterminato per la dichiarazione. L’importante è che attesti il possesso dei requisiti di reddito previsti dalla legge.
2. L’anno di riferimento può essere implicito: Anche se la dichiarazione non specifica l’anno a cui si riferisce il reddito, tale indicazione può essere desunta implicitamente dalla legge stessa (art. 152 att. c.p.c.), che fa riferimento all’anno precedente l’instaurazione del giudizio.
3. La presentazione tardiva non ne pregiudica l’efficacia: Il fatto che la dichiarazione sia stata depositata solo in prossimità dell’udienza di discussione in appello non è rilevante. L’efficacia della dichiarazione si estende all’intero grado di giudizio in cui viene presentata.

Di conseguenza, i giudici di appello avevano errato nel condannare la ricorrente al pagamento delle spese, poiché la legge prevede espressamente che la parte che rende tale dichiarazione ‘non può essere condannata al pagamento delle spese, competenze ed onorari’.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Lavoratori e Avvocati

Questa ordinanza rafforza la tutela del diritto di difesa per i soggetti economicamente più deboli. Stabilisce che la valutazione della dichiarazione per l’esonero spese legali non deve essere improntata a un eccessivo formalismo. Ciò che conta è la sostanza: l’attestazione, sotto la propria responsabilità, di trovarsi al di sotto della soglia di reddito legale. Questa interpretazione garantisce che un cavillo burocratico o una presentazione non tempestiva, ma comunque avvenuta nel corso del grado di giudizio, non possano precludere un beneficio pensato per assicurare a tutti l’accesso alla giustizia.

Una dichiarazione per l’esonero dalle spese legali è valida anche se non specifica l’anno di riferimento del reddito?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’indicazione dell’anno può essere desunta implicitamente dalla legge, che fa riferimento al reddito dell’anno precedente all’inizio del giudizio, non essendo richiesto un formalismo rigido.

Se la dichiarazione per l’esonero dalle spese viene depositata tardi, ad esempio poco prima dell’udienza di appello, ha ancora effetto?
Sì. L’efficacia della dichiarazione si estende all’intero grado di giudizio in cui viene presentata, quindi è valida anche se depositata in prossimità dell’udienza di discussione, esonerando la parte dal pagamento delle spese di quel grado.

La dichiarazione sostitutiva per l’esonero dalle spese può essere firmata solo dall’avvocato?
No. La Corte ribadisce che la dichiarazione è inefficace se non è sottoscritta personalmente dalla parte. Questo perché implica l’assunzione di una responsabilità personale che non può essere delegata al difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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