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Esecuzione in forma specifica: l’ordinanza finale

I promissari acquirenti di un immobile si opponevano alla richiesta di esecuzione in forma specifica del contratto preliminare da parte del costruttore, lamentando la mancata consegna della fideiussione obbligatoria e difformità dell’immobile. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, i ricorrenti hanno rinunciato al ricorso in Cassazione, portando all’estinzione del procedimento.

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Esecuzione in Forma Specifica: Quando la Rinuncia in Cassazione Chiude la Partita

L’esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere un contratto, prevista dall’art. 2932 del codice civile, è uno strumento fondamentale nel diritto immobiliare, specialmente in caso di inadempimento di un contratto preliminare. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare non tanto il merito di una controversia, quanto il suo esito processuale: l’estinzione del giudizio per rinuncia. La vicenda vedeva contrapposti i promissari acquirenti di un immobile e la società costruttrice, in una battaglia legale incentrata su presunte inadempienze come la mancata consegna di una polizza fideiussoria e difformità edilizie.

I Fatti del Caso: Contratto Preliminare e Obblighi Reciproci

La controversia ha origine da un contratto preliminare di compravendita di un immobile. A seguito del rifiuto dei promissari acquirenti di stipulare il contratto definitivo, la società venditrice agiva in giudizio chiedendo l’esecuzione in forma specifica del contratto. In primo grado, il Tribunale accoglieva la domanda della società, disponendo il trasferimento della proprietà subordinatamente al pagamento del saldo prezzo da parte degli acquirenti.

Questi ultimi proponevano appello, lamentando principalmente due aspetti:

1. La mancata consegna, al momento della stipula del preliminare, della polizza fideiussoria obbligatoria per legge (D.Lgs. 122/2005) a garanzia delle somme versate.
2. La presenza di vizi e difformità dell’immobile rispetto al progetto originario, che a loro dire giustificavano il rifiuto di procedere al rogito.

La Corte d’Appello, tuttavia, rigettava integralmente il gravame, confermando la sentenza di primo grado. Secondo i giudici di secondo grado, la consegna della fideiussione era stata provata e le difformità riscontrate erano lievi e non tali da impedire il trasferimento coattivo del bene.

I Motivi del Ricorso in Cassazione per Esecuzione in Forma Specifica

Insoddisfatti, i promissari acquirenti presentavano ricorso in Cassazione, affidandosi a tre motivi principali. Essi contestavano la valutazione delle prove sulla consegna della polizza fideiussoria, sostenendo che una consegna tardiva avrebbe comunque comportato la nullità del contratto preliminare. Inoltre, ribadivano che le difformità dell’immobile (diverso numero e disposizione dei parcheggi, posizione del passo carrabile) erano sostanziali e avrebbero dovuto impedire l’accoglimento della domanda di esecuzione in forma specifica ex art. 2932 c.c., configurando un’eccezione di inadempimento.

La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso

Il percorso del giudizio ha subito una svolta decisiva prima ancora che la Corte potesse esaminare il merito delle questioni sollevate. Il difensore dei ricorrenti ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. A tale atto, la società controricorrente ha risposto con un atto di accettazione della rinuncia. Questo scambio di atti processuali ha cambiato radicalmente il destino del procedimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte alla rinuncia al ricorso e alla sua accettazione da parte della controparte, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei motivi di doglianza. La sua decisione è stata puramente processuale. La Corte ha verificato che l’atto di rinuncia fosse formalmente corretto, come richiesto dall’art. 390 del codice di procedura civile. Di conseguenza, ai sensi degli artt. 390 e 391 c.p.c., ha dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. Poiché la controricorrente aveva accettato la rinuncia, la Corte ha stabilito che non si dovesse provvedere sulle spese del giudizio di legittimità. Infine, richiamando consolidata giurisprudenza, ha precisato che la rinuncia non comporta l’obbligo per i ricorrenti di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro esempio di come una disputa legale possa concludersi non con una pronuncia sul diritto controverso, ma con un atto processuale che pone fine alla lite. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata comporta che le questioni giuridiche sollevate (tempestività della consegna della fideiussione, rilevanza delle difformità edilizie ai fini dell’art. 2932 c.c.) rimangono senza una risposta da parte della Suprema Corte. L’effetto pratico è che la sentenza della Corte d’Appello, favorevole alla società costruttrice, diventa definitiva. Per i promissari acquirenti, la rinuncia al ricorso segna la fine del percorso giudiziario e la cristallizzazione dell’obbligo di acquistare l’immobile alle condizioni stabilite dai giudici di merito.

Cosa accade se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione e la controparte accetta?
La Corte di Cassazione, verificata la regolarità formale degli atti, dichiara l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si conclude senza una decisione nel merito e la sentenza impugnata diventa definitiva.

In caso di rinuncia al ricorso accettata dalla controparte, chi paga le spese legali del giudizio di Cassazione?
Secondo l’art. 391 del codice di procedura civile, se la controparte ha accettato la rinuncia, la Corte non provvede alla condanna alle spese. Le parti, quindi, sostengono le proprie spese legali, salvo diversi accordi tra loro.

La rinuncia al ricorso comporta sempre il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. L’ordinanza, citando precedenti della stessa Corte, chiarisce che la rinuncia non comporta l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato previsto per i casi di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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