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Esecuzione in forma specifica: identità del bene

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18545/2024, ha stabilito che l’esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere un contratto non è ammissibile se il bene da trasferire è sostanzialmente diverso da quello oggetto del preliminare. Nel caso esaminato, un numero inferiore di appartamenti situati su un piano diverso da quello pattuito costituisce una difformità essenziale che incide sull’identità del bene, precludendo il ricorso all’art. 2932 c.c., anche in presenza di una clausola di varianza.

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Esecuzione in Forma Specifica: Quando ‘Diverso’ Significa ‘Impossibile’

L’acquisto di un immobile in costruzione tramite contratto preliminare è una prassi comune, ma cosa succede se l’edificio realizzato è diverso da quello promesso sulla carta? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18545 del 8 luglio 2024, affronta un caso emblematico, chiarendo i limiti dell’esecuzione in forma specifica quando vi è una discordanza sostanziale tra il bene pattuito e quello effettivamente costruito. Questa pronuncia sottolinea un principio fondamentale: il rimedio previsto dall’art. 2932 c.c. non può essere utilizzato per trasferire un bene essenzialmente diverso da quello originariamente concordato.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare, promissaria acquirente, aveva stipulato un contratto preliminare per l’acquisto di sette appartamenti e sette box auto all’interno di un fabbricato in costruzione. A seguito dell’inadempimento della società costruttrice, l’acquirente si era rivolta al Tribunale per ottenere una sentenza che tenesse luogo del contratto definitivo non concluso, chiedendo quindi l’esecuzione in forma specifica.

Il Tribunale, e successivamente la Corte di Appello, avevano accolto la domanda, ma ordinando il trasferimento di un numero inferiore di appartamenti, per di più ubicati su un piano diverso e non previsto nel progetto originario allegato al preliminare. A compensazione della minore superficie, i giudici avevano condannato la società venditrice a restituire una cospicua somma di denaro.

La Decisione della Corte di Cassazione

La società costruttrice ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando che i giudici di merito avessero ordinato il trasferimento di beni ‘diversi’ da quelli pattuiti, violando i presupposti dell’art. 2932 c.c. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. Il cuore della decisione risiede nel principio di ‘identità sostanziale’.

Le Motivazioni: Il Principio di Identità Sostanziale nell’Esecuzione in Forma Specifica

La Cassazione ha chiarito che l’esecuzione in forma specifica è uno strumento volto a realizzare esattamente l’assetto di interessi definito nel contratto preliminare. La sentenza che ne deriva deve riprodurre il contenuto del contratto non concluso, senza poterlo modificare.

Sebbene la giurisprudenza ammetta che lievi differenze, non sostanziali e incidenti solo sul valore del bene (come una minima differenza di metratura), possano essere gestite con una riduzione del prezzo, ciò non vale quando la difformità intacca l’identità essenziale del bene. In questo caso, gli appartamenti da trasferire non solo erano in numero inferiore, ma si trovavano su un piano diverso da quello indicato nella planimetria originale, un piano la cui costruzione non era nemmeno prevista al momento della firma del preliminare.

Questa non è una ‘leggera differenza’, ma una vera e propria alterazione oggettiva del bene promesso. Di conseguenza, viene a mancare il requisito indispensabile della corrispondenza tra l’oggetto del preliminare e quello della sentenza costitutiva.

La Corte ha inoltre precisato che la ‘clausola di varianza’ presente nel contratto, che autorizzava la venditrice a realizzare modifiche, non poteva essere interpretata come un via libera per alterare la natura stessa del bene promesso in vendita. Una clausola del genere non incide sulla determinatezza dell’oggetto del contratto e non può legittimare il trasferimento di un bene radicalmente diverso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contratti Preliminari

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per chiunque si appresti a firmare un contratto preliminare per un immobile da costruire:

1. Identità del bene: L’oggetto del contratto deve essere determinato o quantomeno determinabile in modo inequivocabile. La sentenza conferma che il rimedio dell’art. 2932 c.c. presuppone una continuità e una sostanziale identità tra il bene promesso e quello richiesto in via giudiziale.
2. Limiti della ‘clausola di varianza’: I costruttori non possono avvalersi di clausole di varianza generiche per stravolgere il progetto e consegnare un bene diverso. Tali clausole sono valide per modifiche minori, ma non per alterazioni che cambiano l’identità dell’immobile.
3. Tutela delle parti: La decisione tutela entrambe le parti. Il promissario acquirente non può essere costretto ad accettare un bene diverso da quello per cui si è impegnato. Allo stesso modo, il promittente venditore non può essere obbligato dal giudice a trasferire un bene che non corrisponde a quello pattuito.

Un giudice può ordinare il trasferimento di un immobile diverso da quello del contratto preliminare?
No, se la diversità è sostanziale e incide sull’identità del bene. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esecuzione in forma specifica è possibile solo se vi è ‘identità sostanziale’ tra il bene promesso e quello da trasferire. Differenze minime che riguardano solo il valore possono essere compensate con un adeguamento del prezzo, ma non se cambia la natura dell’immobile (es. ubicazione su un piano diverso).

Una ‘clausola di varianza’ in un preliminare permette al costruttore di modificare liberamente l’immobile?
No. Secondo questa ordinanza, una clausola che autorizza il venditore a realizzare modifiche non può essere usata per alterare l’identità fondamentale del bene oggetto del contratto. Non conferisce al costruttore una libertà illimitata di scelta, ma deve essere interpretata nell’ambito di variazioni non essenziali che non stravolgano l’accordo originario.

Cosa può fare l’acquirente se l’immobile costruito è sostanzialmente diverso da quello promesso?
L’acquirente non può ottenere l’esecuzione in forma specifica per il trasferimento del bene diverso. Potrà però avvalersi di altri rimedi legali, come la richiesta di risoluzione del contratto per inadempimento del venditore e il conseguente risarcimento dei danni subiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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