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Escussione fideiussione: PEC non vale se pattuita A/R

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26488/2024, ha stabilito che se un contratto di fideiussione prevede una specifica modalità per l’attivazione della garanzia (escussione fideiussione), come la lettera raccomandata, l’utilizzo di un mezzo diverso, quale la Posta Elettronica Certificata (PEC), rende la richiesta inefficace. La Corte ha inoltre ribadito che il principio della scissione degli effetti della notifica non si applica agli atti di natura sostanziale come questo, ma solo a quelli processuali.

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Escussione Fideiussione: La PEC non Sostituisce la Raccomandata se Prevista dal Contratto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nei rapporti contrattuali e bancari: la validità delle comunicazioni. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che per l’escussione fideiussione, se le parti hanno pattuito l’uso della lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l’invio di una Posta Elettronica Certificata (PEC) non è un’alternativa valida, anche se effettuato entro i termini. Questa decisione sottolinea l’importanza della forma pattuita e dei suoi effetti sulla validità degli atti.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di pagamento avanzata dall’erede di una creditrice nei confronti di un istituto di credito che aveva prestato una fideiussione a garanzia di obbligazioni derivanti da una compravendita immobiliare. Il contratto di garanzia prevedeva una clausola specifica: l’escussione doveva avvenire tramite lettera raccomandata A/R entro 30 giorni dalla scadenza di una data prefissata.

L’avvocato della creditrice, l’ultimo giorno utile, inviava la richiesta di escussione tramite PEC anziché con la raccomandata prevista. La banca si opponeva al pagamento, sostenendo che la modalità di comunicazione non fosse quella pattuita e che, di conseguenza, il diritto della creditrice fosse decaduto per il mancato rispetto del termine e della forma.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione alla banca, confermando che il testo della fideiussione era chiaro nell’imporre una specifica modalità di comunicazione. La creditrice, non soddisfatta, ricorreva in Cassazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione sull’Escussione Fideiussione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito e fornendo importanti chiarimenti su due principi giuridici fondamentali invocati dalla ricorrente.

Il Principio della Scissione e gli Atti Sostanziali

La ricorrente sosteneva che dovesse applicarsi il cosiddetto “principio della scissione degli effetti della notifica”. Secondo tale principio, valido per gli atti processuali, gli effetti della notifica si producono in momenti diversi: per il mittente al momento della spedizione, per il destinatario al momento della ricezione. Ciò tutela il mittente da ritardi non imputabili a lui (es. ritardi postali).

La Cassazione ha però ribadito un orientamento consolidato (richiamando la sentenza a Sezioni Unite n. 24822/2015): questo principio non si applica agli atti di natura sostanziale, come l’escussione fideiussione. L’escussione è un atto negoziale unilaterale e recettizio, il che significa che produce i suoi effetti solo quando giunge a conoscenza del destinatario. Pertanto, il mittente deve agire per tempo, assicurandosi che la comunicazione pervenga entro il termine di decadenza, e non può invocare la scissione per “salvare” una spedizione tardiva.

La Forma Contrattuale e il Valore Vincolante dell’Accordo

Il secondo punto chiave della difesa della ricorrente riguardava l’equivalenza tra PEC e raccomandata A/R. Si sosteneva che la PEC, garantendo data e ora di invio e ricezione, assolvesse alla stessa funzione della raccomandata, ovvero garantire la certezza della comunicazione.

Anche su questo punto, la Corte è stata netta. Se le parti, nell’esercizio della loro autonomia contrattuale, stabiliscono una forma specifica per una comunicazione, quella forma diventa vincolante. La volontà delle parti di utilizzare la “lettera raccomandata A/R” esclude la possibilità di usare mezzi diversi, anche se tecnologicamente avanzati o funzionalmente equivalenti come la PEC. L’accordo contrattuale ha forza di legge tra le parti e deve essere rispettato alla lettera.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra atti processuali e atti negoziali di diritto sostanziale. Per i primi, la legge prevede meccanismi di tutela come la scissione degli effetti per garantire il diritto di difesa. Per i secondi, prevale l’autonomia contrattuale e la tutela dell’affidamento del destinatario. L’atto di escussione fideiussione non è un atto processuale, ma una manifestazione di volontà che incide su un rapporto di diritto privato. Di conseguenza, deve rispettare le regole che le parti si sono date.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che ammettere l’uso di forme diverse da quelle pattuite significherebbe violare il principio di certezza del diritto e l’affidamento che una parte ripone nel rispetto delle clausole sottoscritte. La banca aveva il diritto di attendersi una comunicazione nella forma esatta che era stata concordata, e il mancato rispetto di tale forma ha legittimamente portato alla declaratoria di decadenza del diritto del creditore.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un monito importante per tutti gli operatori del diritto e per le parti di un contratto. La scelta della forma delle comunicazioni non è un dettaglio trascurabile, ma un elemento essenziale che può determinare la validità o l’inefficacia di un atto. Quando un contratto prevede una specifica modalità, come la lettera raccomandata, è imperativo attenersi a tale previsione. Confidare sull’equivalenza funzionale di altri strumenti, come la PEC, può portare alla perdita del diritto che si intende esercitare, come accaduto nel caso dell’escussione fideiussione in esame.

Se un contratto di fideiussione richiede una raccomandata A/R per l’escussione, è valido inviare una PEC?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se le parti hanno contrattualmente pattuito una forma specifica per la comunicazione, come la lettera raccomandata A/R, l’utilizzo di un mezzo diverso, anche se tecnologicamente equivalente come la PEC, rende la comunicazione inefficace.

Il principio della scissione degli effetti della notifica si applica all’escussione di una fideiussione?
No. La Corte ha chiarito che il principio della scissione degli effetti (diverso momento di efficacia per mittente e destinatario) si applica agli atti del processo, ma non agli atti negoziali di diritto sostanziale come l’escussione di una fideiussione. Quest’ultima è un atto recettizio e produce effetti solo quando arriva a conoscenza del destinatario.

Perché la Corte ha ritenuto che il creditore non potesse usare una PEC nonostante garantisca la certezza di invio e ricezione?
Perché il fondamento della decisione non è la mancanza di certezza della comunicazione, ma il mancato rispetto della volontà contrattuale. Le parti avevano liberamente scelto e concordato di utilizzare esclusivamente la lettera raccomandata A/R. Tale accordo ha forza di legge tra di loro e deve essere rispettato, escludendo l’uso di qualsiasi altro mezzo di comunicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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