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Esclusione socio cooperativa: obbligo di motivazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6120/2024, ha stabilito che l’esclusione di un socio da una cooperativa deve essere sempre motivata. La mancanza di motivazione rende la delibera illegittima. Di conseguenza, l’annullamento della delibera di esclusione socio cooperativa comporta la ricostituzione automatica di tutti i rapporti preesistenti, incluso quello di lavoro, senza necessità di un’azione separata.

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Esclusione Socio Cooperativa: La Cassazione Ribadisce l’Obbligo di Motivazione

L’esclusione di un socio da una cooperativa è un atto di grande rilevanza che incide profondamente sui diritti del singolo. Con la recente ordinanza n. 6120/2024, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema, chiarendo due principi fondamentali: la necessità di una motivazione esplicita nella delibera di esclusione e le conseguenze dirette del suo annullamento sul rapporto di lavoro del socio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Controversia tra la Cooperativa e il Socio

La vicenda ha origine dalla decisione di una società cooperativa di escludere uno dei suoi soci lavoratori. La comunicazione di esclusione, tuttavia, non specificava le ragioni concrete che avevano portato a tale drastica misura, limitandosi a un generico riferimento a presunte inadempienze.

Il socio ha impugnato la delibera davanti a un collegio arbitrale, come previsto dallo statuto. L’arbitro ha accolto il ricorso, annullando l’esclusione proprio per la mancanza di motivazione, che aveva impedito al socio di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. Di conseguenza, l’arbitro ha disposto la ricostituzione di tutti i rapporti preesistenti, compreso quello di lavoro.

La cooperativa ha quindi impugnato il lodo arbitrale davanti alla Corte d’Appello, sostenendo che l’arbitro avesse ecceduto i suoi poteri decidendo anche sul rapporto di lavoro. La Corte d’Appello ha respinto il gravame, e la questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Esclusione Socio Cooperativa

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della cooperativa infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello e consolidando principi giuridici cruciali in materia. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali, uno di carattere procedurale e l’altro sostanziale.

Le Motivazioni

La Corte ha innanzitutto respinto il motivo con cui la cooperativa sosteneva la legittimità della delibera anche in assenza di motivazione. I giudici hanno chiarito che, sebbene l’art. 2533 c.c. delinei i requisiti per l’adozione della delibera, l’obbligo di motivare il provvedimento è un principio immanente del nostro ordinamento, essenziale per garantire il diritto di difesa. Un’esclusione priva di contestazioni specifiche e circostanziate è illegittima perché non consente al socio di comprendere le accuse e di predisporre un’adeguata difesa.

In secondo luogo, la Cassazione ha affrontato la questione della competenza dell’arbitro a decidere sul ripristino del rapporto di lavoro. La Corte ha osservato che la cooperativa non aveva mai sollevato questa obiezione nel corso del procedimento arbitrale. Tale eccezione, secondo il codice di procedura civile, deve essere sollevata tempestivamente, e non può essere proposta per la prima volta in sede di impugnazione del lodo.

Le Conclusioni

Sul piano sostanziale, la Corte ha affermato un principio di conseguenzialità diretta: l’annullamento della delibera di esclusione socio cooperativa determina necessariamente la ricostituzione di tutti i rapporti mutualistici ad essa collegati. Nel caso di un socio lavoratore, il rapporto di lavoro è funzionalmente connesso allo status di socio. Pertanto, se la cessazione del rapporto di lavoro è derivata unicamente dalla delibera di esclusione (e non da un autonomo e distinto atto di licenziamento), l’annullamento della prima travolge automaticamente anche la seconda.

La pronuncia dell’arbitro sul ripristino del rapporto di lavoro non è stata, quindi, una decisione su una materia estranea alla sua competenza, ma una mera conseguenza logica e giuridica dell’accertata illegittimità dell’esclusione. Questa decisione rafforza le tutele per i soci lavoratori, impedendo che un’esclusione illegittima possa produrre effetti irreversibili sul loro rapporto di impiego.

Una società cooperativa può escludere un socio senza specificare i motivi nella comunicazione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la delibera di esclusione deve essere motivata per consentire al socio di esercitare il proprio diritto di difesa. Una comunicazione priva di contestazioni specifiche e circostanziate è illegittima.

L’annullamento della delibera di esclusione di un socio lavoratore comporta automaticamente il ripristino del suo rapporto di lavoro?
Sì. Se la cessazione del rapporto di lavoro deriva unicamente dalla delibera di esclusione e non da un separato atto di licenziamento, l’annullamento della delibera comporta la necessaria ricostituzione del rapporto di lavoro, in quanto quest’ultimo è funzionalmente connesso allo status di socio.

È possibile contestare in appello che l’arbitro abbia deciso su materie non previste dalla convenzione arbitrale se non lo si è fatto durante l’arbitrato stesso?
No. L’eccezione relativa al superamento dei limiti della convenzione arbitrale (eccesso di potere) deve essere sollevata nel corso del procedimento arbitrale. Se non viene dedotta in quella sede, è preclusa la possibilità di impugnare il lodo per tale motivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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