LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ente incaricato del pagamento: chi paga i farmacisti?

Una società finanziaria ha agito in giudizio contro un’Azienda Sanitaria Locale per recuperare ingenti crediti vantati da farmacie. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando un principio cruciale: il soggetto passivo dell’obbligazione non è l’ente che autorizza la prestazione (l’ASL), bensì l’ente incaricato del pagamento. La Corte ha stabilito che la corretta identificazione del debitore è fondamentale, pena il rigetto della domanda per difetto di legittimazione passiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Ente incaricato del pagamento: La Cassazione definisce chi paga i debiti sanitari

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per chi vanta crediti nei confronti della pubblica amministrazione sanitaria: l’azione legale deve essere diretta contro il corretto debitore. La Suprema Corte ha chiarito che, per le prestazioni farmaceutiche, il soggetto obbligato non è l’Azienda Sanitaria Locale che autorizza la spesa, ma l’ente incaricato del pagamento come individuato dalla normativa. Questa distinzione è cruciale per evitare il rigetto della domanda per un vizio procedurale.

I Fatti di Causa: Il Contenzioso tra Società Finanziaria e Azienda Sanitaria

La vicenda trae origine da un ricorso per decreto ingiuntivo presentato da una società finanziaria, procuratrice di crediti per conto di diverse farmacie, nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL). La richiesta di pagamento ammontava a oltre 9 milioni di euro per prestazioni farmaceutiche non saldate.

L’ASL si opponeva, e in secondo grado la Corte d’Appello respingeva la richiesta della società creditrice, non entrando nel merito del debito ma sollevando una questione pregiudiziale: il difetto di legittimazione passiva dell’ASL. Secondo i giudici d’appello, il soggetto giuridico corretto da citare in giudizio non era l’ASL, bensì la Regione, in quanto individuata dalla legge come l’ente responsabile del finanziamento e, di conseguenza, del pagamento.

La società finanziaria ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’ASL dovesse essere considerata il debitore diretto.

La Decisione della Cassazione: L’ente incaricato del pagamento è il vero debitore

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello e consolidando un orientamento giurisprudenziale già esistente. Gli Ermellini hanno sottolineato che la normativa di settore, evolutasi nel tempo, ha operato una chiara scissione tra l’ente che autorizza la prestazione sanitaria e l’ente finanziatore a cui è demandato il pagamento.

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione della legislazione che disciplina i rapporti con le farmacie convenzionate. La legge stabilisce che, ai fini del pagamento, si deve considerare debitore l’ente incaricato del pagamento del corrispettivo, e non più l’unità sanitaria locale territorialmente competente che autorizza la prestazione. Questa scelta normativa è finalizzata a un maggiore controllo della spesa pubblica e a una centralizzazione delle funzioni di pagamento.

Le Motivazioni: La Ripartizione dei Ruoli nel Servizio Sanitario

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su un’analisi dell’evoluzione legislativa del Servizio Sanitario Nazionale. In origine, l’ente che autorizzava la prestazione era anche quello che pagava. Tuttavia, per esigenze di controllo della spesa, distribuzione dei finanziamenti e uniformità delle prestazioni, le funzioni di pagamento sono state progressivamente accentrate.

La riforma sanitaria (D.Lgs. 502/1992 e successive modifiche) ha consolidato questo modello, attribuendo alle Regioni il ruolo di finanziatrici del sistema. Le Regioni ricevono i fondi e li distribuiscono alle aziende sanitarie locali. In questo quadro, la normativa ha specificamente individuato nell’ente incaricato del pagamento il soggetto passivo delle obbligazioni verso le farmacie.

L’autorizzazione della prestazione da parte dell’ASL, quindi, non è la fonte dell’obbligazione di pagamento, ma solo la condizione per cui l’ente designato dalla legge (in questo caso, la Regione) deve provvedere al saldo. La Corte ha ritenuto che non vi fossero ragioni per mutare questo orientamento, data la chiara ripartizione di ruoli tra l’ente che autorizza la spesa e il soggetto finanziatore che la paga.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione ha importanti conseguenze pratiche per tutti i creditori del Servizio Sanitario Nazionale, in particolare farmacie e società che ne gestiscono i crediti. Prima di intraprendere un’azione legale per il recupero di un credito, è indispensabile condurre un’attenta analisi della normativa nazionale e regionale per identificare con esattezza quale sia l’ente incaricato del pagamento.

Agire in giudizio contro un soggetto privo di legittimazione passiva, come un’ASL che ha solo autorizzato la prestazione ma non è responsabile del pagamento, comporta l’inammissibilità o il rigetto della domanda e la condanna al pagamento delle spese legali. Questa ordinanza serve quindi da monito: la corretta individuazione del convenuto è un presupposto processuale imprescindibile per la tutela efficace del proprio credito.

Chi è il soggetto tenuto a pagare i crediti delle farmacie per le prestazioni sanitarie convenzionate?
Secondo la Corte di Cassazione, il debitore non è l’ente che autorizza la prestazione (come l’Azienda Sanitaria Locale), ma l’ente specificamente designato dalla legge come ‘ente incaricato del pagamento’, che spesso coincide con l’ente finanziatore del sistema sanitario, come la Regione.

Perché la Corte distingue tra l’ente che autorizza la spesa e l’ente che paga?
Questa distinzione deriva da un’evoluzione normativa finalizzata a centralizzare le funzioni di pagamento per garantire un maggiore controllo sulla spesa pubblica, una migliore distribuzione dei fondi e un’uniformità nelle prestazioni sanitarie. L’autorizzazione della spesa è solo il presupposto, ma l’obbligazione di pagamento sorge in capo all’ente designato dalla legge.

Qual è la conseguenza pratica di questa sentenza per una farmacia che deve recuperare un credito?
La farmacia, o chi per essa agisce per il recupero del credito, deve identificare correttamente l’ente incaricato del pagamento secondo la normativa nazionale e regionale. Citare in giudizio l’ente sbagliato (ad esempio l’ASL invece della Regione) comporterà il rigetto della domanda per difetto di legittimazione passiva del convenuto, con conseguente perdita di tempo e condanna alle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati