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Elusione fiscale e operazioni societarie: la Cassazione

Con la sentenza n. 34750 del 31/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha chiarito importanti principi in materia di elusione fiscale. Il caso riguardava una complessa operazione societaria (fusione e conferimento d’azienda) che, secondo l’Agenzia delle Entrate, era priva di valide ragioni economiche e finalizzata a ottenere vantaggi fiscali indebiti. La Corte ha confermato la natura elusiva dell’operazione, negando la deducibilità di ammortamenti derivanti dalla rivalutazione di un marchio e chiarendo che, in caso di conferimento, solo la società ricevente può dedurre gli ammortamenti per l’intero anno.

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Operazioni Societarie e Vantaggi Fiscali: Quando si Sconfina nell’Elusione?

La linea di demarcazione tra pianificazione fiscale lecita e elusione fiscale è spesso sottile e al centro di contenziosi. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34750/2019, offre un’analisi cruciale su come una serie di operazioni societarie, sebbene singolarmente legittime, possano configurare un abuso del diritto quando mancano di sostanza economica e sono finalizzate unicamente a ottenere risparmi d’imposta. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso origina da un avviso di accertamento notificato a una società per l’anno d’imposta 2004. L’Agenzia delle Entrate contestava diverse poste, tra cui:

1. L’indeducibilità di quote di ammortamento su cespiti conferiti a un’altra società nel corso dell’anno.
2. L’indeducibilità di ammortamenti anticipati non correttamente indicati in dichiarazione.
3. L’indeducibilità dell’ammortamento relativo a un marchio, ritenuto frutto di un’operazione elusiva.

La vicenda vedeva una complessa riorganizzazione aziendale: una fusione per incorporazione, seguita immediatamente dalla costituzione di una nuova società ‘veicolo’ con capitale irrisorio, alla quale veniva conferito il ramo d’azienda della società appena fusa. Questo schema, secondo il Fisco, aveva permesso di rivalutare gratuitamente un marchio e di dedurne i relativi ammortamenti, un vantaggio altrimenti non conseguibile.

La Gestione degli Ammortamenti nel Conferimento d’Azienda

Un primo punto chiave affrontato dalla Corte riguarda la deducibilità degli ammortamenti in caso di conferimento d’azienda in corso d’anno. La società conferente sosteneva di poter dedurre le quote maturate fino alla data del conferimento.

La Cassazione ha rigettato questa tesi, basandosi sull’art. 176 del TUIR. Questa norma stabilisce un principio di continuità dei valori fiscali e di neutralità. La società conferitaria (ricevente) subentra in tutto e per tutto nella posizione della conferente. Di conseguenza, è solo la società conferitaria a poter dedurre le quote di ammortamento per l’intero periodo d’imposta, calcolandole secondo il piano originario della conferente. La società che cede l’azienda non può dedurre alcuna quota in quell’anno.

La Rilevanza degli Obblighi Dichiarativi e l’Elusione Fiscale

Un altro motivo di ricorso riguardava la deduzione di ammortamenti anticipati, che la società non aveva indicato nell’apposito Quadro EC della dichiarazione dei redditi. La Corte ha ribadito che tale adempimento non è una mera formalità. La legge (art. 109, comma 4, lett. b TUIR, nella versione ratione temporis applicabile) richiedeva esplicitamente tale indicazione per poter dedurre componenti negativi extracontabili. La mancata compilazione del quadro preclude la deduzione.

Il cuore della sentenza è però l’analisi sull’elusione fiscale. La Corte ha confermato la visione dell’Agenzia delle Entrate, ritenendo la complessa operazione societaria (fusione-costituzione-conferimento) come artificiosa. Secondo i giudici, per configurare l’abuso del diritto sono necessari due elementi:

1. L’assenza di valide ragioni economiche: Le operazioni devono essere motivate da reali esigenze di business, non solo marginali o teoriche.
2. L’ottenimento di un vantaggio fiscale indebito: Il risultato deve essere un risparmio d’imposta che contrasta con lo spirito e la finalità delle norme.

Nel caso specifico, la concatenazione ‘circolare’ delle operazioni, che lasciava l’assetto del gruppo sostanzialmente invariato, non trovava giustificazione economica. L’unico risultato tangibile era un vantaggio fiscale, ovvero la rivalutazione a costo zero del marchio tramite il disavanzo di fusione e la conseguente deduzione di ammortamenti.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha motivato la propria decisione richiamando i principi consolidati in materia di abuso del diritto. L’ordinamento tributario vieta di ottenere vantaggi fiscali attraverso un uso distorto degli strumenti giuridici. L’onere di provare la sussistenza di valide ragioni economiche, alternative al mero risparmio fiscale, ricade sul contribuente. La natura ‘circolare’ o ‘anomala’ di un’operazione è un forte indizio della mancanza di sostanza economica. La Corte ha ritenuto che la concatenazione degli atti societari fosse stata orchestrata al solo fine di ottenere un beneficio fiscale non previsto dalla legge, rendendo l’intera costruzione inopponibile all’amministrazione finanziaria.

Le Conclusioni

La sentenza 34750/2019 è un monito importante per le imprese che pianificano riorganizzazioni aziendali. Le operazioni straordinarie devono essere supportate da solide e dimostrabili ragioni economiche e strategiche. Una struttura societaria complessa, che appare costruita ‘a tavolino’ per sfruttare le pieghe della normativa fiscale, corre il serio rischio di essere qualificata come elusione fiscale. Inoltre, viene ribadita la natura sostanziale, e non meramente formale, di specifici obblighi dichiarativi, la cui omissione può portare alla perdita di importanti benefici fiscali.

Chi può dedurre gli ammortamenti in caso di conferimento d’azienda a metà anno?
Secondo la Corte, in applicazione del principio di continuità fiscale (art. 176 TUIR), solo la società che riceve l’azienda (conferitaria) ha il diritto di dedurre le quote di ammortamento per l’intero periodo d’imposta, mentre la società conferente non può dedurre alcuna quota in quell’anno.

Cosa succede se un costo deducibile, come l’ammortamento anticipato, non viene indicato nell’apposito quadro della dichiarazione dei redditi?
La mancata indicazione nell’apposito quadro (nella fattispecie, il Quadro EC) non è una semplice irregolarità formale. È un requisito sostanziale previsto dalla legge, la cui omissione preclude definitivamente la possibilità di dedurre quel costo.

Quando una serie di operazioni societarie diventa elusione fiscale?
Un’operazione societaria, o una serie di esse, costituisce elusione fiscale (o abuso del diritto) quando è priva di valide ragioni economiche e il suo scopo principale o essenziale è ottenere un vantaggio fiscale indebito, cioè in contrasto con la finalità delle norme tributarie. La natura ‘circolare’ o anomala delle operazioni è un forte indizio di elusività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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