LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Eccezione revocatoria fallimentare: quando si applica?

Una società in procedura fallimentare ha citato in giudizio una compagnia di navigazione per revocare alcuni pagamenti relativi a un contratto di noleggio marittimo. La compagnia si è difesa invocando una norma del diritto dell’Unione Europea (Reg. CE 1346/2000) che esclude la revocatoria se la legge applicabile al contratto (in questo caso, il diritto inglese) non la consente. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa specifica **eccezione revocatoria fallimentare** è un’eccezione in senso stretto, ovvero una difesa che deve essere sollevata dalla parte interessata entro i rigidi termini processuali iniziali, e non in un momento successivo. Avendola proposta tardivamente, la difesa della compagnia di navigazione è stata respinta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Eccezione Revocatoria Fallimentare: La Cassazione chiarisce i termini per la difesa

In un contesto economico globale, i contratti internazionali sono all’ordine del giorno. Ma cosa succede quando una delle parti fallisce e il curatore tenta di recuperare pagamenti effettuati a un’azienda straniera? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: i termini per presentare una specifica eccezione revocatoria fallimentare basata sul diritto straniero. La decisione sottolinea l’importanza di agire tempestivamente in giudizio, pena la perdita di una difesa potenzialmente decisiva.

I Fatti del Caso: La Revocatoria dei Pagamenti

Il caso nasce dall’azione promossa dal curatore di una società italiana fallita contro una compagnia di navigazione. L’obiettivo del curatore era ottenere la revoca di pagamenti, per un valore di circa 450.000 euro, effettuati dalla società poi fallita in esecuzione di un contratto di noleggio di una nave cisterna. Secondo il curatore, tali pagamenti erano avvenuti in ritardo e nel semestre anteriore alla dichiarazione dello stato di insolvenza, rendendoli quindi suscettibili di revoca ai sensi della legge fallimentare italiana.

La Difesa Basata sul Diritto Straniero e il Regolamento UE

La compagnia di navigazione convenuta si è difesa invocando una clausola di salvaguardia prevista dal Regolamento (CE) n. 1346/2000 sulle procedure di insolvenza. In particolare, l’art. 13 del Regolamento stabilisce che un atto pregiudizievole per i creditori non può essere impugnato se la legge che lo governa (in questo caso, il diritto inglese, come previsto dal contratto) non consente di contestarlo. In sintesi, la difesa era: il nostro contratto è regolato dalla legge inglese, la quale non permette questo tipo di azione revocatoria, quindi la domanda del curatore deve essere respinta.

Il Nocciolo della Questione: Eccezione in Senso Stretto o Lato?

Il punto cruciale del dibattito legale si è concentrato sulla natura processuale di questa difesa. Si trattava di un’eccezione in senso lato, che poteva essere sollevata in qualsiasi momento e persino rilevata d’ufficio dal giudice, o di un’eccezione in senso stretto, che doveva essere proposta dalla parte entro termini perentori, ovvero nel primo atto difensivo? I giudici di primo e secondo grado avevano ritenuto che si trattasse di un’eccezione in senso stretto e, poiché la compagnia di navigazione l’aveva sollevata solo in una memoria successiva e non nell’atto di costituzione in giudizio, l’avevano dichiarata inammissibile per tardività.

La Decisione della Cassazione sulla Eccezione Revocatoria Fallimentare

La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso della compagnia di navigazione. Ha stabilito, con un principio di diritto chiaro, che la richiesta di esenzione dall’azione revocatoria basata sull’art. 13 del Regolamento (CE) n. 1346/2000 costituisce un’eccezione in senso stretto.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che invocare la legge straniera per paralizzare la revocatoria non è una mera difesa basata su una norma che il giudice deve conoscere d’ufficio (iura novit curia). Al contrario, si tratta dell’esercizio di un diritto potestativo della parte, che sceglie di avvalersi di una disciplina diversa da quella italiana, che sarebbe altrimenti applicabile.
Questa scelta introduce nel processo un nuovo tema di indagine: la verifica che il contratto sia effettivamente soggetto alla legge straniera invocata e, soprattutto, che tale legge non consenta l’impugnazione dell’atto. Questo comporta l’allegazione di un fatto impeditivo specifico, che amplia l’oggetto del contendere (causa petendi). Di conseguenza, una simile difesa, essendo rimessa alla disponibilità della parte e richiedendo l’introduzione di nuovi fatti, deve necessariamente essere proposta entro i termini di decadenza previsti per le eccezioni non rilevabili d’ufficio.

Conclusioni

La sentenza ha importanti implicazioni pratiche per le imprese che operano a livello internazionale. Qualsiasi società convenuta in un’azione revocatoria fallimentare in Italia, che intenda difendersi sostenendo che il contratto è regolato da una legge straniera più favorevole, deve agire con estrema cautela. È imperativo sollevare questa specifica eccezione fin dal primo atto difensivo (la comparsa di costituzione e risposta). Attendere le memorie successive, come accaduto in questo caso, significa precludersi definitivamente questa linea di difesa, con il rischio di subire la revoca dei pagamenti ricevuti e di dover restituire somme ingenti alla procedura fallimentare.

L’eccezione basata sull’art. 13 del Reg. (CE) n. 1346/2000, che esclude la revocatoria se la legge straniera applicabile al contratto non la consente, è una difesa che il giudice può rilevare d’ufficio?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è una difesa rilevabile d’ufficio. Si tratta di un’eccezione in senso stretto, che deve essere proposta esclusivamente dalla parte interessata.

Entro quale termine processuale deve essere sollevata la difesa che invoca l’applicazione di una legge straniera per paralizzare un’azione revocatoria fallimentare?
Deve essere proposta entro il termine di decadenza previsto per le eccezioni in senso stretto, ovvero nell’atto di costituzione in giudizio (il primo atto difensivo del convenuto).

Perché l’invocazione di una legge straniera per escludere la revocatoria è considerata un’eccezione in senso stretto?
Perché non si tratta di una semplice applicazione di norme giuridiche, ma dell’esercizio di un diritto potestativo della parte. Questa difesa introduce nel giudizio un nuovo tema di indagine (l’esistenza di una legge straniera che impedisce la revoca), ampliando così l’oggetto del contendere e basandosi su un fatto impeditivo che solo la parte ha l’onere di allegare e provare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati