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Eccezione di decadenza: quando va sollevata?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di due garanti che avevano sollevato tardivamente l’eccezione di decadenza dalla garanzia fideiussoria. La Corte ha stabilito che l’eccezione di decadenza ex art. 1957 c.c. è un’eccezione in senso stretto, che deve essere proposta nel primo atto difensivo utile e non può essere sollevata in un momento successivo del processo. La decisione sottolinea l’importanza cruciale dei termini processuali nella difesa del garante.

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Eccezione di decadenza: Tempismo Cruciale per il Garante

In materia di garanzie personali e procedimenti di recupero crediti, il rispetto dei termini processuali è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine: l’eccezione di decadenza del creditore dalla garanzia, prevista dall’art. 1957 del codice civile, deve essere sollevata tempestivamente, altrimenti si perde il diritto di farla valere. Questa pronuncia offre spunti essenziali per chiunque abbia prestato una fideiussione a garanzia di un debito altrui.

I Fatti del Caso: Una Garanzia e un’Opposizione Tardiva

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito nei confronti di due persone, fideiussori di una società dichiarata fallita. I garanti si opponevano al decreto, contestando vari aspetti, tra cui l’inefficacia della fideiussione e la presenza di interessi anatocistici e usurari.

Solo in un secondo momento, con la prima memoria istruttoria (ex art. 183, comma 6, c.p.c.), i garanti sollevavano anche la nullità di una clausola contrattuale e, di conseguenza, l’eccezione di decadenza del creditore dal suo diritto, sostenendo che l’azione legale non era stata iniziata entro i termini previsti dall’art. 1957 c.c.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto le doglianze dei garanti. In particolare, la Corte territoriale ha confermato che le garanzie in questione erano fideiussioni omnibus e ha dichiarato tardiva l’eccezione di decadenza. I giudici hanno chiarito che tale eccezione, essendo un’eccezione “in senso stretto”, doveva essere formulata nel primo atto difensivo (l’atto di opposizione a decreto ingiuntivo) e non in una memoria successiva.

L’Eccezione di Decadenza secondo la Cassazione

I garanti hanno portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente la violazione delle norme processuali. Sostenevano che la Corte d’Appello non avrebbe dovuto pronunciarsi sulla tardività dell’eccezione, in quanto non era stata oggetto di discussione specifica in primo grado.

La Suprema Corte ha respinto tutti i motivi del ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali sulla natura e sui termini di proposizione dell’eccezione di decadenza.

La tardività dell’eccezione e i poteri del giudice d’appello

La Cassazione ha affermato che il giudice d’appello ha il potere di rilevare d’ufficio la tardività di un’eccezione in senso stretto, anche se la questione non è stata sollevata in primo grado. Questo perché la parte vittoriosa in primo grado non ha l’onere di impugnare o riproporre questioni su cui non vi è stata una pronuncia esplicita a lei sfavorevole. Di conseguenza, non si forma alcun “giudicato interno” sulla tempestività dell’eccezione, lasciando al giudice del gravame la piena facoltà di esaminarla.

La natura dichiarativa della nullità

Un punto cruciale del ricorso dei garanti era l’idea che l’eccezione potesse essere sollevata solo dopo la declaratoria di nullità della clausola che derogava all’art. 1957 c.c. La Corte ha smontato questa tesi, spiegando che la sentenza che dichiara la nullità di una clausola ha natura meramente dichiarativa, non costitutiva. Ciò significa che accerta una situazione di nullità già esistente fin dall’origine. Pertanto, il diritto di sollevare l’eccezione di decadenza esisteva fin dal primo momento e doveva essere esercitato nel primo atto difensivo utile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla consolidata distinzione tra eccezioni rilevabili d’ufficio ed eccezioni in senso stretto, che possono essere proposte solo dalla parte interessata entro precisi limiti temporali. L’eccezione di decadenza ex art. 1957 c.c. rientra in questa seconda categoria. La sua tardiva proposizione la rende inammissibile, senza che il giudice possa sanare tale vizio. La Corte ha inoltre precisato che la rilevazione d’ufficio della tardività processuale è una questione di puro diritto e non richiede di stimolare il contraddittorio tra le parti, come previsto per le questioni di fatto o miste.

Conclusioni

La decisione della Suprema Corte è un monito sull’importanza della strategia difensiva fin dalle prime battute di un contenzioso. Il garante che intende avvalersi dell’estinzione della fideiussione per decorrenza dei termini deve sollevare la relativa eccezione di decadenza immediatamente, nel suo primo atto difensivo. Attendere un momento successivo, come le memorie istruttorie, equivale a perdere irrimediabilmente tale strumento di difesa. Questa ordinanza cristallizza un principio fondamentale: nel processo civile, il tempismo non è un dettaglio, ma la sostanza stessa della tutela dei diritti.

Quando deve essere sollevata l’eccezione di decadenza prevista dall’art. 1957 del codice civile?
Secondo la Corte di Cassazione, deve essere sollevata con il primo atto difensivo utile (es. l’atto di opposizione a decreto ingiuntivo), in quanto si tratta di un’eccezione in senso stretto che non può essere rilevata d’ufficio dal giudice.

Se il giudice di primo grado non si pronuncia sulla tempestività di un’eccezione, il giudice d’appello può farlo?
Sì. La Corte ha stabilito che il giudice d’appello può valutare d’ufficio la tardività di un’eccezione in senso stretto, anche se la questione non è stata rilevata o decisa espressamente nel giudizio di primo grado.

L’eccezione di decadenza può essere sollevata solo dopo che la clausola di rinuncia alla decadenza è stata dichiarata nulla?
No. La sentenza che dichiara la nullità di una clausola ha natura dichiarativa, cioè accerta una nullità già esistente. Pertanto, il diritto a sollevare l’eccezione di decadenza sorge immediatamente e deve essere esercitato fin dal primo atto difensivo, senza attendere una pronuncia sulla nullità della clausola.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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