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Eccezione di decadenza: i termini per l’appaltatore

In un caso di appalto per lavori edili, la Corte di Cassazione ha chiarito i termini per sollevare l’eccezione di decadenza dalla garanzia per vizi. La Corte ha stabilito che tale eccezione deve essere proposta dall’appaltatore entro e non oltre la prima udienza di comparizione, e non successivamente tramite memorie istruttorie. La sentenza impugnata, che aveva ritenuto tempestiva un’eccezione sollevata tardivamente, è stata cassata con rinvio, affermando un principio fondamentale sulla scansione delle preclusioni processuali.

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Eccezione di Decadenza in Appalto: Quando e Come Sollevarla

Nel contesto dei contratti di appalto, la gestione dei vizi e delle difformità dell’opera è una fase delicata, disciplinata da precise regole e scadenze. Una di queste riguarda l’eccezione di decadenza dalla garanzia, uno strumento a disposizione dell’appaltatore per difendersi dalle pretese del committente. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha recentemente chiarito un punto cruciale: il termine ultimo per sollevare tale eccezione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: Una Ristrutturazione Contesa

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento di un appaltatore per lavori edili eseguiti presso l’immobile di due committenti. Questi ultimi si opponevano alla richiesta, lamentando un’incompleta esecuzione delle opere e la presenza di numerosi vizi. Il Tribunale di primo grado accoglieva solo parzialmente la domanda dell’appaltatore, riducendo l’importo dovuto per tenere conto dei costi necessari all’eliminazione dei difetti accertati.

La Decisione della Corte d’Appello e l’Eccezione di Decadenza

In secondo grado, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. I giudici accoglievano l’appello dell’impresa, condannando i committenti al pagamento di una somma quasi integrale. La ragione? La Corte riteneva che i committenti fossero decaduti dal diritto alla garanzia per i vizi, poiché l’appaltatore aveva sollevato la relativa eccezione di decadenza. Secondo la Corte d’Appello, tale eccezione era stata proposta tempestivamente nella prima memoria istruttoria (ex art. 183, comma sesto, n. 1, c.p.c.), anche se non alla prima udienza.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla tempestività dell’eccezione

I committenti hanno impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che l’eccezione fosse stata sollevata tardivamente. La Cassazione ha dato loro ragione, cogliendo l’occasione per ribadire i paletti procedurali che definiscono il processo civile.

L’errore della Corte d’Appello sull’eccezione di decadenza

La Suprema Corte ha evidenziato come la stessa Corte d’Appello avesse ammesso che, alla prima udienza, l’appaltatore si era limitato a una contestazione generica delle difese avversarie, senza sollevare alcuna specifica eccezione di decadenza. Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, la decadenza dalla garanzia per vizi non è rilevabile d’ufficio dal giudice, ma deve essere eccepita dalla parte interessata. Quando il committente agisce per far valere la garanzia (come in questo caso, opponendosi alla richiesta di pagamento), sorge per l’appaltatore l’onere di eccepire la tardività della denuncia dei vizi.

La Barriera Preclusiva della Prima Udienza

Il punto centrale della decisione riguarda il momento in cui tale eccezione deve essere formulata. Ai sensi dell’art. 183, comma quinto, c.p.c. (nella versione applicabile al caso), l’attore deve proporre le eccezioni che sono conseguenza delle difese del convenuto entro la prima udienza di comparizione. La successiva memoria (comma sesto, n. 1) serve solo a precisare e modificare domande ed eccezioni già proposte, non a introdurne di nuove. Pertanto, l’appaltatore avrebbe dovuto sollevare l’eccezione di decadenza in prima udienza, e non avendolo fatto, ha perso la possibilità di avvalersene.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base del principio delle preclusioni processuali. Il processo civile è scandito da fasi e termini perentori, finalizzati a garantire un ordinato svolgimento del giudizio e il diritto di difesa. Permettere a una parte di introdurre nuove eccezioni oltre i termini stabiliti (in questo caso, la prima udienza) violerebbe queste regole fondamentali. La memoria ex art. 183, comma sesto, n. 1, ha una funzione di ‘assestamento’ delle difese già delineate, non di ampliamento. L’eccezione di decadenza, essendo una reazione diretta alla domanda riconvenzionale o alle eccezioni del committente, doveva essere formulata nella prima occasione utile prevista dal codice, ovvero l’udienza di trattazione. Avendola proposta solo in seguito, l’appaltatore ha agito tardivamente e la sua eccezione doveva essere dichiarata inammissibile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei committenti, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte per un nuovo esame. Questa decisione riafferma un principio fondamentale: nel contratto d’appalto, l’eccezione di decadenza dalla garanzia per i vizi deve essere sollevata dall’appaltatore, a pena di inammissibilità, entro la prima udienza di trattazione e non successivamente. Un monito per gli operatori del diritto sull’importanza di rispettare scrupolosamente le scadenze processuali per non perdere diritti e facoltà difensive.

Quando deve essere sollevata dall’appaltatore l’eccezione di decadenza dalla garanzia per vizi?
Secondo la Corte di Cassazione, l’eccezione di decadenza dalla garanzia per vizi, prevista dall’art. 1667 c.c., deve essere proposta dall’appaltatore entro e non oltre la prima udienza di comparizione e trattazione della causa, ai sensi dell’art. 183, comma quinto, c.p.c. (nel testo applicabile ratione temporis).

La memoria ex art. 183, comma sesto, n. 1, c.p.c. può essere usata per proporre per la prima volta l’eccezione di decadenza?
No. La sentenza chiarisce che tale memoria consente alle parti solo di precisare o modificare domande ed eccezioni già proposte e non di introdurne di nuove. Proporre per la prima volta l’eccezione di decadenza in questa sede è tardivo e, pertanto, inammissibile.

Cosa succede se l’appaltatore non solleva tempestivamente l’eccezione di decadenza?
Se l’appaltatore non solleva l’eccezione nei termini corretti (cioè entro la prima udienza), perde il diritto di far valere la decadenza del committente dalla garanzia. Di conseguenza, il giudice dovrà esaminare nel merito le lamentele del committente sui vizi dell’opera, e l’appaltatore non potrà più difendersi sostenendo che la denuncia sia stata tardiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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