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Doppia conforme e ricorso: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ex coniuge riguardante la durata e la gestione di un’impresa familiare. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”: quando due sentenze di merito (primo grado e appello) giungono alla stessa conclusione basandosi sui medesimi fatti, il ricorso per omesso esame di un fatto decisivo è precluso. Inoltre, un motivo di ricorso è stato respinto per difetto di autosufficienza, non avendo riportato gli elementi essenziali per la sua valutazione.

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Ricorso in Cassazione: il limite invalicabile della Doppia Conforme

Quando una causa attraversa i primi due gradi di giudizio e le sentenze sono identiche nella sostanza, si attiva un meccanismo processuale noto come doppia conforme, che limita fortemente la possibilità di ricorrere in Cassazione. L’ordinanza n. 3287/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come questo principio, unito a quello di autosufficienza, possa determinare l’inammissibilità di un ricorso, anche in una complessa vicenda di impresa familiare.

La vicenda giudiziaria: una controversia sull’impresa familiare

Il caso nasce dalla disputa tra due ex coniugi riguardo all’esistenza e alla durata di un’impresa familiare. Il Tribunale di primo grado aveva accertato che l’impresa era esistita per un determinato periodo (dal 1998 al 2004) e aveva condannato l’ex moglie a versare all’ex marito una somma considerevole a titolo di liquidazione della sua quota di partecipazione.

La Corte d’Appello, chiamata a riesaminare il caso, aveva confermato integralmente la decisione del Tribunale, respingendo gli appelli di entrambe le parti. Insoddisfatto, l’ex marito ha proposto ricorso per cassazione, sollevando ben sette motivi di doglianza, con i quali contestava la data di inizio dell’attività, la valutazione delle prove documentali, la sua estromissione dall’impresa e l’utilizzo dei proventi.

La regola della Doppia Conforme e l’inammissibilità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i primi sei motivi di ricorso proprio in applicazione del principio della doppia conforme, previsto dall’art. 348-ter del codice di procedura civile. Secondo questo principio, quando la sentenza d’appello conferma la decisione di primo grado basandosi sullo stesso percorso logico-argomentativo e sugli stessi fatti, non è possibile presentare ricorso in Cassazione per ‘omesso esame di un fatto decisivo’.

In pratica, il legislatore ha voluto evitare un terzo esame del merito della causa quando due giudici diversi sono già giunti alla medesima conclusione. Per superare questo sbarramento, il ricorrente avrebbe dovuto dimostrare che le ragioni di fatto poste a base delle due sentenze erano diverse, un onere che, nel caso di specie, non è stato assolto.

Il Principio di Autosufficienza del Ricorso

Anche il settimo motivo di ricorso, relativo alla mancata cancellazione di presunte frasi ingiuriose dagli atti di causa, è stato dichiarato inammissibile, ma per una ragione diversa: il difetto di autosufficienza. Questo principio impone al ricorrente di includere nel proprio atto tutti gli elementi necessari affinché la Corte di Cassazione possa decidere senza dover consultare altri documenti del fascicolo.

Nel caso specifico, il ricorrente non aveva trascritto le frasi ritenute offensive, impedendo di fatto alla Corte di valutarne la portata e di decidere sulla sua richiesta. La mancata riproduzione testuale ha reso il motivo incompleto e, quindi, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ribadito la sua consolidata giurisprudenza sulla doppia conforme. Ha chiarito che questo istituto si applica non solo quando le due decisioni di merito sono identiche, ma anche quando la sentenza d’appello, pur aggiungendo argomenti ulteriori, si fonda sullo stesso iter logico-argomentativo del primo giudice. Il ricorrente, per evitare l’inammissibilità, deve specificare le diverse ragioni di fatto che distinguono le due sentenze, dimostrando che il giudice d’appello ha basato la sua decisione su una ricostruzione dei fatti differente.

Per quanto riguarda l’autosufficienza, i Giudici hanno sottolineato che il ricorso deve essere un atto ‘autosufficiente’, che consenta alla Corte una piena comprensione della controversia e dei motivi di impugnazione basandosi sulla sola lettura dell’atto stesso. L’onere di fornire tutti gli elementi necessari, inclusa la trascrizione di documenti o atti rilevanti, grava interamente sul ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un importante monito sull’importanza della tecnica redazionale e del rispetto dei requisiti procedurali nel ricorso per cassazione. La regola della doppia conforme e il principio di autosufficienza rappresentano due sbarramenti significativi che mirano a deflazionare il carico della Suprema Corte, limitando l’accesso al terzo grado di giudizio ai soli casi in cui si lamentino reali violazioni di legge o vizi logici gravi, e non un semplice riesame dei fatti. Per i cittadini, la lezione è chiara: l’esito di un processo dipende non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole che governano il processo stesso.

Che cos’è la regola della ‘doppia conforme’?
È un principio processuale secondo cui, se la sentenza di appello conferma integralmente la decisione di primo grado basandosi sullo stesso iter logico-argomentativo e sugli stessi fatti, il ricorso in Cassazione per omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio è inammissibile.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
I primi sei motivi sono stati ritenuti inammissibili a causa della regola della ‘doppia conforme’, poiché la Corte d’Appello aveva confermato la sentenza di primo grado sulle stesse basi fattuali. Il settimo motivo è stato dichiarato inammissibile per difetto di ‘autosufficienza’, in quanto il ricorrente non ha trascritto nel ricorso le frasi offensive di cui chiedeva la cancellazione, impedendo alla Corte di valutarle.

Cosa significa ‘principio di autosufficienza’ del ricorso?
Significa che il ricorso per cassazione deve contenere in sé tutti gli elementi necessari per essere compreso e deciso dalla Corte, senza che questa debba ricercare e consultare altri atti del processo. Il ricorrente ha l’onere di riportare testualmente i documenti o gli atti su cui si fonda la sua censura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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