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Donazione informale e usucapione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9566/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usucapione. Il caso riguarda un coltivatore che sosteneva di aver acquisito per usucapione un terreno agricolo a seguito di una donazione informale (orale) da parte della proprietaria. I giudici di merito avevano respinto la domanda, ritenendo nulla la donazione e insufficiente a fondare il possesso. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che, sebbene una donazione informale di un immobile sia nulla e non trasferisca la proprietà, la consegna del bene (traditio) che ne consegue può costituire un atto idoneo a trasformare la detenzione in possesso. Questo atto, proveniente da un terzo, legittima l’inizio del decorso del tempo necessario per l’usucapione, a prescindere dalla validità del titolo. La Corte ha quindi rinviato il caso per una nuova valutazione delle prove testimoniali relative alla donazione.

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Donazione informale: via libera all’usucapione secondo la Cassazione

Una promessa verbale di donazione di un terreno può portare all’acquisto della sua proprietà nel tempo? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, offre una risposta sorprendente, chiarendo il ruolo cruciale della donazione informale nel processo di usucapione. Questa decisione analizza la sottile ma fondamentale differenza tra detenzione e possesso, spiegando come un atto legalmente nullo possa, di fatto, dare inizio al percorso per diventare proprietari di un immobile.

I Fatti di Causa: Dal Contratto Agrario alla Rivendicazione del Fondo

La vicenda ha origine da un rapporto di colonia parziaria, un contratto agrario risalente agli anni ’70, tra una proprietaria terriera e un coltivatore. Successivamente, negli anni ’90, la proprietaria avrebbe deciso di donare informalmente, cioè solo verbalmente, una piccola porzione di questo terreno al coltivatore. Alla morte della proprietaria, il suo erede ha agito in giudizio per ottenere la risoluzione del contratto di colonia e la restituzione del fondo.

Il coltivatore si è opposto, sostenendo di non essere più un semplice detentore (colono), ma un possessore a tutti gli effetti fin dagli anni ’90, proprio in virtù della donazione informale ricevuta. Ha quindi avanzato una domanda riconvenzionale per far dichiarare l’avvenuta usucapione del terreno. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua tesi, affermando che la donazione orale di un immobile è nulla per legge e, pertanto, non può costituire un titolo valido per l’usucapione.

La Decisione della Corte e la validità della donazione informale

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello, accogliendo il ricorso dell’erede del coltivatore. I giudici supremi hanno corretto l’errore di impostazione dei giudici di merito. Il punto non è la validità della donazione, ma l’effetto che la consegna del bene (la cosiddetta traditio) ha prodotto sulla posizione del coltivatore.

La Corte ha stabilito che un atto traslativo della proprietà, anche se nullo (come una donazione informale), può costituire una “causa proveniente da un terzo” ai sensi dell’art. 1141 c.c. Questo atto è sufficiente a trasformare la detenzione in possesso. In altre parole, chi riceve il bene, pur in base a un accordo nullo, inizia a possederlo con l’animus rem sibi habendi, cioè con l’intenzione di tenerlo come proprio. Da quel momento, inizia a decorrere il tempo necessario per l’usucapione.

Le Motivazioni: Perché un Atto Nullo Può Trasformare la Detenzione in Possesso

La motivazione della Corte si fonda su una distinzione cruciale. La richiesta di provare l’avvenuta donazione orale tramite testimoni non mirava a dimostrare la validità del trasferimento di proprietà – cosa impossibile data la nullità dell’atto. L’obiettivo era, invece, dimostrare l’esistenza di un evento storico: l’atto con cui la proprietaria aveva, di fatto, consegnato il bene al coltivatore con l’intenzione di cederglielo. Questo evento è proprio ciò che segna il passaggio da una detenzione (basata sul contratto di colonia) a un possesso pieno e utile ai fini dell’usucapione.

La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto irrilevanti le prove testimoniali sulla donazione, concentrandosi solo sulla sua nullità formale. La Cassazione, invece, ha chiarito che quell’evento, se provato, è l’elemento chiave che determina l’inizio del possesso uti dominus (come proprietario). L’atto nullo, quindi, non trasferisce la proprietà, ma è idoneo a trasferire il possesso, innescando il meccanismo dell’usucapione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Essa ribadisce che per usucapire un bene non è necessario un titolo di acquisto valido, ma un possesso qualificato che si protragga nel tempo. Un accordo nullo, come una donazione informale, può essere il fatto scatenante di tale possesso. La prova di questo accordo (ad esempio tramite testimoni) non serve a convalidarlo, ma a dimostrare che, da un certo momento, il rapporto di fatto con il bene è cambiato, trasformandosi da detenzione a possesso. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso ammettendo le prove orali per accertare se e quando sia avvenuta questa trasformazione, con tutte le conseguenze del caso in termini di maturazione dell’usucapione.

Una donazione di un immobile fatta a voce (donazione informale) è valida per trasferire la proprietà?
No, la legge richiede per la donazione di beni immobili la forma dell’atto pubblico, a pena di nullità. Una donazione informale è quindi giuridicamente nulla e non trasferisce la proprietà del bene.

È possibile acquisire per usucapione un terreno se si inizia a possederlo a seguito di una donazione informale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, anche se la donazione è nulla, la consegna del bene che ne consegue è un atto idoneo a trasformare la precedente detenzione in possesso. Da quel momento inizia a decorrere il termine utile per maturare l’usucapione.

Come può un detentore (come un colono o un inquilino) diventare possessore ai fini dell’usucapione?
Il detentore può diventare possessore in due modi: o attraverso un atto di opposizione contro il proprietario, manifestando l’intenzione di possedere il bene come proprio, oppure per una “causa proveniente da un terzo”, come un atto di trasferimento (anche se nullo, come una donazione informale) che gli conferisce il possesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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