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Donazione indiretta e calcolo della legittima: la Cassazione

Una nipote ha agito in giudizio per la lesione della sua quota di legittima, sostenendo che due compravendite immobiliari effettuate dai nonni a favore della cugina e del di lei marito costituissero in realtà una donazione indiretta. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14211/2024, ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, ai fini del calcolo della quota di riserva, devono essere considerate tutte le donazioni effettuate dal defunto, incluse quelle a favore di non coeredi, attraverso l’operazione di riunione fittizia. Secondo, il valore dei beni donati e di quelli relitti deve essere stimato al momento dell’apertura della successione, tenendo conto di tutte le loro caratteristiche, inclusa la potenziale capacità edificatoria. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello che aveva escluso dal calcolo la donazione al non coerede e aveva valutato i beni in modo errato.

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Donazione Indiretta e Tutela della Legittima: La Cassazione Fa Chiarezza sul Calcolo

In materia di successioni, la tutela della quota di legittima riservata per legge ai parenti più stretti rappresenta un pilastro del nostro ordinamento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14211 del 22 maggio 2024) interviene su un tema tanto complesso quanto frequente: come si calcola la quota di legittima quando il defunto ha effettuato in vita una donazione indiretta, specialmente se a beneficiarne è un soggetto estraneo all’asse ereditario? La pronuncia offre chiarimenti cruciali, ribadendo principi fondamentali per la corretta determinazione del patrimonio ereditario.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una controversia familiare. Una nipote, erede per rappresentazione dei propri genitori premorti, conveniva in giudizio la cugina e il marito di quest’ultima per ottenere lo scioglimento delle masse ereditarie dei nonni. L’attrice sosteneva che due atti di compravendita, con cui i nonni avevano trasferito ai convenuti un’abitazione e un terreno, dissimulassero in realtà delle donazioni, o quantomeno dei negozi misti con donazione (cd. negotium mixtum cum donatione). Chiedeva, pertanto, l’azione di riduzione per lesione della propria quota di legittima.

La Corte d’Appello, confermando la decisione di primo grado, pur riconoscendo la natura di donazione indiretta delle vendite, aveva commesso due errori secondo la ricorrente: aveva escluso dal calcolo dell’asse ereditario la donazione ricevuta dal marito della cugina, in quanto soggetto non tenuto a collazione, e aveva determinato il valore degli immobili al momento degli atti di vendita anziché al momento dell’apertura della successione, senza considerare la potenziale vocazione edificatoria di un terreno.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’impatto sulla donazione indiretta

La Suprema Corte ha accolto due dei motivi di ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione. I principi affermati sono di fondamentale importanza pratica.

Calcolo della Legittima: Vanno Incluse Tutte le Donazioni

Il primo punto cruciale chiarito dalla Cassazione riguarda l’operazione di riunione fittizia, disciplinata dall’art. 556 c.c. Questo calcolo puramente matematico è indispensabile per determinare il valore complessivo del patrimonio su cui calcolare la quota di riserva (la legittima) e la quota di cui il defunto poteva liberamente disporre.

La Corte ha ribadito che in questa fase devono essere incluse tutte le donazioni effettuate in vita dal de cuius, indipendentemente da chi ne sia stato il beneficiario, sia esso un erede, un congiunto o un completo estraneo. L’errore della Corte d’Appello è stato confondere la riunione fittizia con la collazione. Quest’ultima è un istituto diverso, che obbliga solo determinati coeredi (figli, discendenti e coniuge) a “conferire” alla massa da dividere quanto ricevuto in donazione, al fine di assicurare la parità di trattamento tra loro. La riunione fittizia, invece, ha uno scopo più ampio: definire la base di calcolo per la tutela di tutti i legittimari.

Valutazione dei Beni e il Principio della donazione indiretta

Il secondo principio affermato riguarda il momento in cui deve essere effettuata la stima dei beni. La Cassazione ha specificato che, per calcolare il valore della massa ereditaria e verificare l’eventuale lesione della legittima, si deve fare riferimento al momento dell’apertura della successione (cioè la data della morte).

Questo significa che i beni – sia quelli rimasti nel patrimonio (relictum) sia quelli donati in vita (donatum) – devono essere valutati al loro valore di mercato alla data del decesso. Tale valutazione deve essere completa e tener conto di tutte le caratteristiche dell’immobile, inclusa l’eventuale vocazione edificatoria di un terreno, poiché anche questa contribuisce a determinarne il valore effettivo.

Le Motivazioni

La ratio della decisione della Suprema Corte risiede nella necessità di garantire un’effettiva ed integrale tutela della quota di legittima. Escludere dal calcolo le donazioni a non coeredi o valutare i beni a una data anteriore a quella della morte del donante finirebbe per ridurre artificiosamente il patrimonio di riferimento, vanificando la protezione accordata dalla legge ai legittimari.

La Corte ha precisato che la riunione fittizia è un’operazione preliminare e universale (include tutto e tutti) finalizzata a ricostruire l’intero patrimonio del defunto come se non avesse mai effettuato donazioni. Solo dopo aver determinato l’eventuale lesione su questa base di calcolo si potrà procedere con l’azione di riduzione. Il fatto che l’azione di riduzione verso il donatario non coerede possa essere preclusa (ad esempio, per mancata accettazione con beneficio d’inventario) non influisce sul dovere di includere comunque il valore di quella donazione nel calcolo iniziale.

Conclusioni

La sentenza in commento consolida due principi cardine in materia di successioni e tutela della legittima:

1. Completezza del Calcolo: Ai fini della riunione fittizia per il calcolo della quota di riserva, si deve tener conto di ogni atto di liberalità, compresa la donazione indiretta, a chiunque essa sia stata rivolta.
2. Attualità della Valutazione: Il valore dei beni va sempre riferito al momento dell’apertura della successione, includendo ogni fattore che ne possa influenzare il valore di mercato.

Questi chiarimenti offrono uno strumento di tutela più solido per gli eredi legittimari che vedono i propri diritti erosi da atti di liberalità compiuti in vita dal defunto, garantendo che il calcolo della loro quota avvenga su una base patrimoniale corretta e completa.

Per calcolare la quota di legittima, si deve tener conto anche delle donazioni fatte a persone che non sono coeredi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per determinare l’ammontare della quota di riserva, si devono includere nel calcolo tutte le donazioni effettuate in vita dal defunto, a chiunque siano state fatte, compresi i soggetti non coeredi. Questa operazione contabile è chiamata “riunione fittizia”.

In quale momento deve essere determinato il valore dei beni (donati e lasciati in eredità) per verificare se c’è stata una lesione della legittima?
Il valore dei beni deve essere determinato al momento dell’apertura della successione (cioè alla data della morte del de cuius), e non al momento in cui è stata fatta la donazione. Questa valutazione deve includere anche fattori come la potenziale vocazione edificatoria di un terreno.

Una vendita a un prezzo molto basso a un familiare è considerata una donazione?
Sì, può essere considerata una “donazione indiretta” (specificamente un “negotium mixtum cum donatione”). In questo caso, la donazione non è l’intero valore del bene, ma la differenza tra il valore di mercato del bene e il prezzo effettivamente pagato. Tale valore deve essere considerato nel calcolo della legittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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