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Donazione con usufrutto a terzi: la Cassazione decide

Una donna rivendica il diritto di usufrutto su un immobile donato dal fratello a un Comune. I tribunali di merito hanno negato tale diritto. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione sulla validità della donazione con usufrutto a favore di un terzo, tramite schemi alternativi alla riserva ex art. 796 c.c., di particolare rilevanza e rinvia la causa a pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Donazione con Usufrutto a Terzi: un Diritto da Riscoprire?

La Corte di Cassazione torna a esaminare una questione di grande rilevanza pratica e teorica: la validità e le modalità di costituzione di una donazione con usufrutto a favore di un soggetto terzo, diverso dal donante. Con un’ordinanza interlocutoria, i Giudici Supremi hanno ritenuto la questione meritevole di un approfondimento in pubblica udienza, segnalando la possibilità di superare interpretazioni restrittive consolidate. Il caso analizza se, oltre alla classica riserva di usufrutto prevista dall’art. 796 del Codice Civile, esistano altri strumenti giuridici per realizzare tale scopo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla donazione di un immobile, effettuata nel 1977 da un reverendo a favore del proprio Comune di residenza. Nell’atto, veniva menzionato un diritto a favore della sorella del donante, che continuava a vivere nell’immobile con la sua famiglia. Anni dopo, il Comune, in qualità di proprietario, ha avviato un procedimento d’urgenza per ottenere lo sgombero dell’edificio, al fine di eseguire indispensabili lavori di consolidamento statico e adeguamento antisismico.

La sorella del donante si è opposta, sostenendo di essere titolare di un diritto di usufrutto costituito a suo favore proprio nell’atto di donazione del 1977. Nei primi due gradi di giudizio, le sue richieste sono state respinte. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno ritenuto che non si fosse mai perfezionato un valido diritto di usufrutto, principalmente perché la donna non aveva mai formalmente accettato, con atto pubblico, la ‘proposta’ di donazione del diritto di usufrutto contenuta nell’atto originario, prima della morte del fratello-donante avvenuta nel 1984. Di conseguenza, i giudici di merito hanno concluso per l’inesistenza del diritto vantato.

La Questione sulla Donazione con Usufrutto Davanti alla Cassazione

La ricorrente ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, articolando diversi motivi di ricorso. Il cuore della sua difesa si concentra sulla errata interpretazione delle norme sulla donazione e sulla costituzione dei diritti reali. Secondo la sua tesi, la Corte d’Appello avrebbe sbagliato nel considerare la riserva di usufrutto ex art. 796 c.c. come l’unico modo per costituire un usufrutto a favore di un terzo in un contesto donativo.

La difesa ha prospettato l’esistenza di schemi contrattuali alternativi e perfettamente validi, come:
– La donazione modale (art. 793 c.c.)
– Il contratto a favore di terzo (art. 1411 c.c.)
– Le liberalità indirette (art. 809 c.c.)

Tutti questi istituti, secondo la ricorrente, avrebbero potuto validamente costituire il diritto di usufrutto a suo favore, senza la necessità di una accettazione formale come richiesta per la donazione diretta.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, non decide nel merito la controversia, ma compie un passo fondamentale: riconosce la ‘particolare rilevanza’ della questione di diritto sollevata. I Giudici evidenziano come la ricorrente ponga un interrogativo cruciale: è possibile costituire, in occasione della donazione di un bene immobile, un usufrutto a favore di un terzo mediante uno schema differente da quello tipico della riserva di usufrutto?

La Corte richiama una propria giurisprudenza molto risalente (Cass. n. 2609/1954), secondo cui una simile operazione si configurerebbe come una ‘doppia donazione’: una avente ad oggetto la nuda proprietà a favore di un donatario, e l’altra avente ad oggetto l’usufrutto a favore di un terzo. Quest’ultima, per essere valida, richiederebbe l’accettazione del terzo beneficiario nelle forme prescritte prima della morte del donante. Tuttavia, la Corte, nel rinviare la causa alla pubblica udienza, lascia intendere che questa vecchia interpretazione potrebbe essere riconsiderata alla luce delle tesi proposte dalla ricorrente, che invocano schemi negoziali più flessibili e moderni.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione di rinviare la causa alla pubblica udienza è un segnale di grande importanza. Non si tratta di una mera formalità processuale, ma della volontà di affrontare in modo approfondito e, potenzialmente, innovativo una questione giuridica complessa. La pronuncia finale potrebbe chiarire definitivamente i confini e le possibilità per chi intende effettuare una donazione con usufrutto a favore di un terzo, specificando se l’art. 796 c.c. rappresenti l’unica via o se l’autonomia contrattuale delle parti possa validamente percorrere altre strade, come quelle della donazione indiretta o del contratto a favore di terzo. Per il momento, la sorte del diritto della ricorrente rimane sospesa, in attesa di un verdetto che potrebbe avere importanti ripercussioni sul diritto delle successioni e delle donazioni.

Qual è la principale questione di diritto sollevata dall’ordinanza?
La questione principale è se sia possibile costituire un diritto di usufrutto a favore di un terzo, in occasione della donazione di un immobile, utilizzando schemi contrattuali diversi dalla specifica ‘riserva di usufrutto’ prevista dall’articolo 796 del codice civile.

È possibile costituire un usufrutto a favore di un terzo in una donazione con uno schema diverso dalla riserva di cui all’art. 796 c.c.?
L’ordinanza non dà una risposta definitiva, ma ritiene la questione di ‘particolare rilevanza’ e la rimette alla discussione in una pubblica udienza. La ricorrente sostiene che ciò sia possibile tramite istituti come la donazione modale, il contratto a favore di terzo o le liberalità indirette, e la Corte ha deciso di approfondire questa tesi.

Qual è la decisione finale presa dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte non ha emesso una decisione finale sul caso. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa alla pubblica udienza della seconda sezione civile, ritenendo che la questione di diritto sollevata meriti una trattazione approfondita prima di poter essere decisa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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