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Domanda nuova: Cassazione attende le Sezioni Unite

La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio relativo a una richiesta di pagamento, in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite. Il caso riguarda una società di factoring che, dopo aver visto respinte le sue richieste di pagamento nei primi due gradi di giudizio, ha sollevato in Cassazione la questione cruciale se sia ammissibile presentare una domanda nuova, come quella di risarcimento danni, nel corso di un’opposizione a decreto ingiuntivo, quando la controparte non ha proposto domande riconvenzionali. L’ordinanza interlocutoria rinvia la causa a nuovo ruolo, riconoscendo che la stessa questione è già al vaglio del massimo organo nomofilattico.

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Domanda Nuova in Opposizione a Decreto Ingiuntivo: la Cassazione Passa la Palla alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza interlocutoria, ha scelto di sospendere una decisione cruciale, attendendo il parere delle Sezioni Unite su una questione procedurale di grande rilevanza: l’ammissibilità di una domanda nuova nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo. Questa pronuncia mette in luce le complessità che possono sorgere quando una richiesta di adempimento contrattuale si trasforma in una richiesta di risarcimento danni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia tra una società di factoring e un ente pubblico economico, con il coinvolgimento del Ministero dell’Economia. La società di factoring, in qualità di cessionaria di crediti vantati da un’impresa di logistica, aveva ottenuto tre decreti ingiuntivi nei confronti dell’ente pubblico per il pagamento di prestazioni di trasporto e distribuzione.

L’ente pubblico si era opposto ai decreti, contestando la pretesa creditoria. La società di factoring, a sua volta, si era costituita in giudizio chiedendo il rigetto dell’opposizione e, in via subordinata, la condanna dell’ente al risarcimento del danno per responsabilità extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.).

Il Percorso nei Primi Due Gradi di Giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione all’ente pubblico. I giudici di merito hanno revocato i decreti ingiuntivi, ritenendo che la società di factoring non avesse fornito prove sufficienti dell’effettivo adempimento delle prestazioni da parte della società cedente. Le fatture e le dichiarazioni del Ministero sono state giudicate insufficienti, poiché quest’ultimo era considerato un soggetto terzo rispetto al rapporto contrattuale originario.

Inoltre, entrambe le corti hanno dichiarato inammissibile la domanda di risarcimento del danno, qualificandola come una domanda nuova introdotta tardivamente nel giudizio di opposizione e non giustificata da una domanda riconvenzionale della controparte.

La Questione sulla Domanda Nuova Rimessa alle Sezioni Unite

La società di factoring ha impugnato la decisione d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando sei motivi di ricorso. Il cuore della questione, in particolare nel quarto motivo, riguarda proprio l’ammissibilità della domanda nuova di risarcimento danni.

Il punto legale è il seguente: nel giudizio che si instaura a seguito di un’opposizione a decreto ingiuntivo, l’attore (creditore opposto) può modificare la sua domanda originaria (adempimento contrattuale) in una domanda diversa (risarcimento del danno), anche se il debitore opponente si è limitato a sollevare eccezioni per chiedere la revoca del decreto, senza presentare a sua volta una domanda riconvenzionale?

Si tratta di un dibattito tecnico ma dalle enormi conseguenze pratiche, che tocca i limiti della modificabilità della domanda in corso di causa e i diritti di difesa delle parti.

Le Motivazioni della Sospensione

La Terza Sezione Civile della Cassazione, investita del caso, ha rilevato che la medesima, identica questione è già stata sottoposta all’attenzione delle Sezioni Unite con un’altra ordinanza interlocutoria (la n. 20476/2023). Le Sezioni Unite hanno il compito di dirimere i contrasti interpretativi e di fornire una guida chiara su questioni di particolare importanza, proprio come quella in esame.

Pertanto, per evitare possibili contrasti giurisprudenziali e per garantire l’uniformità del diritto, la Corte ha ritenuto opportuno e necessario sospendere il giudizio. La causa è stata rinviata a nuovo ruolo, in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino e stabiliscano un principio di diritto definitivo sulla possibilità di introdurre una domanda nuova in questo specifico contesto processuale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione di attendere il verdetto delle Sezioni Unite è un atto di prudenza e di rispetto per la funzione nomofilattica del massimo organo della giurisdizione. La futura sentenza delle Sezioni Unite avrà un impatto significativo sulla gestione dei contenziosi derivanti da decreti ingiuntivi. Fornirà a creditori e debitori una regola chiara sui limiti entro cui è possibile modificare le proprie pretese nel corso del giudizio di opposizione, influenzando le strategie processuali e l’economia stessa del processo civile. Fino ad allora, i casi pendenti su questioni analoghe rimarranno, come questo, in un limbo di attesa.

Qual è la principale questione giuridica che ha portato alla sospensione del caso?
La questione principale è se, nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il creditore (opposto) possa modificare la sua originaria domanda di adempimento contrattuale in una domanda di risarcimento del danno, qualora il debitore (opponente) si sia limitato a chiedere la revoca del decreto senza proporre una domanda riconvenzionale.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della controversia, ma ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto il giudizio.

Perché la Corte ha deciso di sospendere il procedimento?
La Corte ha sospeso il procedimento perché ha rilevato che la stessa identica questione di diritto è già stata rimessa al vaglio delle Sezioni Unite della Cassazione con una precedente ordinanza. Per garantire l’uniformità dell’interpretazione giuridica e attendere il principio di diritto che verrà stabilito, ha preferito attendere la decisione del massimo organo nomofilattico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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