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Divisione ereditaria parziale: si può fare?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9869/2025, ha stabilito che la divisione ereditaria parziale è pienamente legittima. Anche se gli eredi hanno già diviso una parte dei beni (in questo caso, gli immobili), possono successivamente procedere alla divisione dei beni rimanenti, come le somme di denaro. La Corte ha chiarito che l’omissione di beni non rende nulla la divisione, ma consente di procedere con un ‘supplemento di divisione’ ai sensi dell’art. 762 c.c., indipendentemente dal fatto che l’esistenza di tali beni fosse nota o meno al momento del primo accordo.

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Divisione Ereditaria Parziale: La Cassazione Chiarisce Quando è Possibile Integrare i Beni Dimenticati

La gestione di un’eredità può essere complessa, specialmente quando i beni da dividere sono numerosi e di diversa natura. Una delle domande più comuni è se sia possibile effettuare una divisione ereditaria parziale, ovvero dividere solo alcuni beni e rimandare la divisione degli altri. Con la recente sentenza n. 9869/2025, la Corte di Cassazione ha offerto un’importante chiarimento, affermando la piena validità di tale pratica e la possibilità di integrare successivamente i beni omessi, anche se la loro esistenza era nota.

I Fatti del Caso: Una Divisione Incompleta

La vicenda trae origine dalla successione di un padre, a seguito della quale i figli decidevano di dividere i beni immobili facenti parte dell’eredità. Successivamente, due dei fratelli convenivano in giudizio gli altri coeredi per chiedere il rendiconto della gestione di ingenti somme di denaro presenti sui conti correnti del defunto e il conferimento di tali somme alla massa ereditaria per la successiva divisione. Secondo gli attori, due dei fratelli si erano impossessati illegittimamente di tali somme prima della morte del padre.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Corte d’Appello

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la domanda. In particolare, la Corte territoriale sosteneva che la richiesta di dividere le somme di denaro costituisse una ‘seconda fase’ di divisione, inammissibile perché tutte le questioni ereditarie avrebbero dovuto essere risolte nell’ambito dell’unico procedimento divisorio. Secondo i giudici di secondo grado, avendo già proceduto alla divisione degli immobili, gli eredi avevano implicitamente rinunciato a far valere pretese sugli altri beni, come il denaro oggetto di donazione.

La Decisione della Cassazione sulla Divisione Ereditaria Parziale

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso di uno degli eredi. I giudici supremi hanno stabilito che l’interpretazione della Corte d’Appello era errata, poiché basata su un’applicazione troppo rigida dei principi che governano la divisione.

Il Principio di Universalità della Divisione non è Assoluto

La Cassazione ha ricordato che, sebbene la divisione ereditaria tenda a comprendere tutti i beni dell’asse (principio di universalità), questo principio non è inderogabile. I coeredi possono benissimo accordarsi per una divisione ereditaria parziale, limitandosi a sciogliere la comunione solo su alcuni beni (come gli immobili, nel caso di specie) e mantenendola per gli altri. Tale accordo è perfettamente valido ed efficace.

L’Applicazione dell’Art. 762 c.c.: Il Supplemento di Divisione

Il punto centrale della sentenza risiede nell’interpretazione dell’articolo 762 del Codice Civile. Questa norma prevede che l’omissione di uno o più beni dall’eredità non causa la nullità della divisione, ma determina semplicemente la necessità di procedere a un ‘supplemento’ della stessa. La Corte d’Appello aveva erroneamente limitato l’applicazione di questa norma ai soli casi in cui l’esistenza dei beni omessi non fosse nota agli eredi. La Cassazione ha chiarito che il supplemento di divisione è sempre possibile, senza che sia necessario indagare se le parti conoscessero o meno l’esistenza dei beni al momento della prima divisione.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando che la prima divisione, avendo riguardato solo gli immobili, non aveva estinto la comunione ereditaria sui beni mobili (le somme di denaro). Di conseguenza, la richiesta di dividere tali somme non era una ‘seconda divisione’ inammissibile, ma una legittima istanza per completare lo scioglimento della comunione. L’accordo di dividere solo una parte del patrimonio non può essere interpretato come una rinuncia implicita a dividere il resto. L’esistenza di un relictum (i beni immobili) al momento dell’apertura della successione era sufficiente a giustificare l’operatività della collazione e la successiva divisione anche delle somme di denaro. L’erroneità del ragionamento della Corte d’Appello, secondo la Cassazione, sta nell’aver negato la possibilità di un supplemento di divisione nonostante residuassero beni da dividere.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un principio di fondamentale importanza pratica. Gli eredi che si accordano per una divisione ereditaria parziale non perdono il diritto di chiedere, in un secondo momento, la divisione dei beni rimasti in comunione. Questa flessibilità tutela i coeredi da preclusioni eccessivamente rigide e garantisce che l’intero patrimonio ereditario possa essere equamente distribuito, anche attraverso più fasi. La decisione conferma che la volontà delle parti di limitare la divisione è sovrana e che l’ordinamento fornisce lo strumento del supplemento per giungere al completo scioglimento della comunione, senza penalizzare chi ha scelto un percorso graduale.

È valida una divisione che riguarda solo una parte dei beni ereditari?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la divisione parziale dei beni ereditari è pienamente valida ed efficace. I coeredi possono legittimamente decidere, per accordo, di dividere solo alcuni beni, mantenendo la comunione su quelli rimanenti.

Se si vogliono dividere altri beni dopo una prima divisione, cosa si può fare?
È possibile procedere con un ‘supplemento di divisione’, come previsto dall’art. 762 del Codice Civile. Questa procedura consente di integrare la divisione precedente includendo i beni che erano stati omessi, senza bisogno di annullare il primo atto divisorio.

La conoscenza dell’esistenza di altri beni al momento della prima divisione impedisce di chiederne la divisione in un secondo momento?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il diritto a chiedere un supplemento di divisione per i beni omessi esiste indipendentemente dal fatto che gli eredi fossero a conoscenza della loro esistenza al momento della prima divisione. L’omissione non implica una rinuncia alla divisione futura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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