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Distrazione delle spese: errore materiale e correzione

Un gruppo di ricorrenti si è opposto a un’azienda ospedaliera in Cassazione. La Corte, in una precedente ordinanza, aveva condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali ma aveva omesso di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese a favore del legale dell’azienda. Con un nuovo provvedimento, la Corte ha riconosciuto l’omissione come un errore materiale e ha corretto la precedente ordinanza, disponendo che le spese vengano pagate direttamente al difensore antistatario, come richiesto.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle spese: quando l’omissione è un errore materiale correggibile

Nel complesso mondo del diritto processuale, la precisione è fondamentale. Un’omissione, anche se apparentemente minore, può avere conseguenze pratiche significative. Un caso emblematico è l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese legali, un’istanza con cui l’avvocato chiede che le somme dovute dalla parte soccombente gli vengano liquidate direttamente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito che tale dimenticanza costituisce un errore materiale, sanabile attraverso un’apposita procedura di correzione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contenzioso tra un gruppo di ricorrenti e un’azienda ospedaliera. La Corte di Cassazione aveva emesso una prima ordinanza, definendo il giudizio e condannando i ricorrenti principali e incidentali al pagamento delle spese processuali in favore dell’azienda. Tuttavia, nel dispositivo della decisione, la Corte aveva omesso di pronunciarsi sulla richiesta, avanzata dal difensore dell’azienda, di distrazione delle spese in proprio favore. Il legale, avendo dichiarato di aver anticipato i costi e di non aver ricevuto compenso, aveva infatti chiesto che le somme liquidate gli fossero corrisposte direttamente.

La Procedura di Correzione dell’Errore e la Distrazione delle Spese

Di fronte a questa omissione, il legale dell’azienda ospedaliera ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale. La Corte di Cassazione, esaminando la richiesta, ha confermato che l’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese, ritualmente proposta, rientra nella nozione di errore materiale.

Questo tipo di errore non riguarda il merito della decisione, ma la sua estrinsecazione formale. Pertanto, lo strumento per porvi rimedio non è un mezzo di impugnazione ordinario, bensì la procedura di correzione prevista dagli articoli 287, 288 e, per la Cassazione, 391-bis del Codice di Procedura Civile. Si tratta di un’attività di mera rettifica, finalizzata a rendere il testo del provvedimento conforme a quanto già deciso sostanzialmente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha accolto l’istanza, specificando che la procedura di correzione ha una finalità che trascende l’interesse della singola parte, rispondendo a un’esigenza di chiarezza e correttezza dell’attività giurisdizionale. Nel caso delle sentenze e ordinanze della Cassazione, questa procedura può essere attivata anche d’ufficio.

Un punto cruciale chiarito dalla Corte, richiamando un precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 29432/2024), è che nel procedimento di correzione non è possibile liquidare ulteriori spese legali. La natura di questo procedimento è sostanzialmente amministrativa e non contenziosa; non è finalizzata a risolvere un contrasto tra le parti, ma a emendare un documento. Di conseguenza, non si può configurare una situazione di soccombenza, presupposto per l’applicazione dell’art. 91 c.p.c. e per una nuova condanna alle spese.

Conclusioni: L’Importanza della Correttezza Formale

La decisione in esame ha un’importante valenza pratica. Ribadisce che l’omissione sulla richiesta di distrazione delle spese è un errore che può e deve essere corretto, garantendo al difensore antistatario di vedere soddisfatto il proprio diritto. Allo stesso tempo, chiarisce i confini della procedura di correzione, confermandone il carattere non contenzioso e l’impossibilità di generare nuove spese di lite. Questo principio assicura che lo strumento della correzione non venga impropriamente utilizzato per riaprire il dibattito processuale, ma rimanga confinato alla sua funzione di ripristino della correttezza formale del provvedimento giudiziario.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di un errore materiale. L’omissione può essere corretta attraverso la specifica e semplificata procedura di correzione degli errori materiali, senza la necessità di proporre un nuovo e più complesso mezzo di impugnazione.

È possibile ottenere il rimborso delle spese legali sostenute per attivare la procedura di correzione?
No. La Corte ha chiarito, richiamando un principio delle Sezioni Unite, che la procedura di correzione ha natura amministrativa e non contenziosa. Non essendoci una parte vincitrice e una parte soccombente, non è possibile liquidare nuove spese per questa fase processuale.

Qual è il fondamento normativo per la correzione di un’ordinanza della Corte di Cassazione?
La procedura è disciplinata dagli articoli 287 e 288 del Codice di Procedura Civile, resi applicabili ai provvedimenti della Corte di Cassazione dall’articolo 391-bis dello stesso codice. Quest’ultima norma prevede che la Corte possa procedere alla correzione anche di sua iniziativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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