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Distanze legali: presunzione di demanialità stradale

In una controversia sulle distanze legali tra edifici, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito che non aveva adeguatamente considerato la natura pubblica di una strada privata ad uso pubblico. L’ordinanza stabilisce che la presunzione di demanialità di una via interna a un centro abitato, aperta al pubblico, deve essere valutata sulla base di elementi sostanziali (uso pubblico, ubicazione, ecc.) e non solo formali. La corretta qualificazione della strada è essenziale per applicare le giuste norme sulle distanze. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 6 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Presunzione di Demanialità e Distanze tra Edifici: La Cassazione Fa Chiarezza

La corretta applicazione delle norme sulle distanze legali tra costruzioni è una questione cruciale nel diritto immobiliare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: la presunzione di demanialità di una strada privata ad uso pubblico. Questa decisione sottolinea come la natura, pubblica o privata, di una via sia determinante per stabilire quale normativa applicare, con impatti diretti sulla legittimità delle nuove edificazioni. Analizziamo insieme questo caso per comprendere meglio le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Una Costruzione sul Confine

La vicenda ha origine dalla citazione in giudizio del proprietario di un fabbricato, accusato di aver realizzato una nuova costruzione (due piani e una mansarda) a una distanza inferiore a quella prevista dai regolamenti e dal codice civile rispetto a una strada privata. Il proprietario di alcuni immobili vicini, comproprietario della strada stessa, chiedeva la demolizione della nuova opera e il risarcimento dei danni.

Il costruttore si difendeva sostenendo di aver agito con regolare permesso del Comune e che la strada, pur essendo privata, era di uso pubblico e, pertanto, equiparabile a una strada pubblica, per la quale non si applicherebbero le norme sulle distanze tra edifici privati.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Corte d’Appello

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello davano ragione all’attore, condannando il convenuto. La Corte d’Appello, in particolare, aveva rigettato le argomentazioni del costruttore, ritenendo che per qualificare una strada come pubblica fosse necessario un titolo legale specifico (provvedimento, usucapione, etc.), la cui prova mancava. Di conseguenza, aveva considerato la strada come privata e, riscontrando un’assenza di norme specifiche sulle distanze nel regolamento locale, aveva applicato in via automatica la normativa nazionale (D.M. 1444/1968), confermando l’illegittimità della costruzione.

Le Motivazioni della Cassazione: la Presunzione di Demanialità Prevale

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del costruttore. Il cuore della motivazione risiede nel terzo motivo di ricorso, ritenuto fondato e logicamente prioritario.

L’Errore della Corte di Merito sulla Natura della Strada

La Cassazione ha censurato la Corte d’Appello per non aver correttamente applicato la presunzione di demanialità. Secondo un principio consolidato, basato sull’art. 22 della legge n. 2248 del 1865, le strade, le piazze e i vicoli situati all’interno di un centro abitato e aperti al pubblico transito si presumono appartenere al demanio comunale.

Questa presunzione non richiede un atto formale di acquisizione, ma si fonda su elementi di fatto: l’ubicazione all’interno dell’abitato, la contiguità con una via pubblica e la comunicazione diretta con il suolo pubblico. La Corte d’Appello ha errato nel richiedere una prova formale della proprietà pubblica, senza prima verificare se gli elementi di fatto (l’uso da parte di un numero indeterminato di persone, l’ubicazione, la toponomastica, la numerazione civica) fossero sufficienti a far scattare tale presunzione. Spettava alla controparte fornire la prova contraria, ad esempio dimostrando l’esistenza di consuetudini o convenzioni che escludessero la natura pubblica.

L’Importanza della Natura della Strada per le Distanze

L’accoglimento di questo motivo ha reso fondato anche il secondo. La qualificazione della strada come pubblica o privata è un passaggio essenziale per individuare la normativa applicabile in tema di distanze. Il D.M. n. 1444 del 1968, infatti, detta regole diverse a seconda che tra i fabbricati vi sia o meno una strada pubblica. La Corte di merito, non avendo correttamente accertato questo presupposto, non poteva giungere a una corretta applicazione delle norme sulle distanze.

Il Principio “Iura Novit Curia”

La Cassazione ha invece rigettato il primo motivo di ricorso, con cui si lamentava che i giudici di merito avessero applicato il D.M. 1444/1968 senza che fosse stato oggetto di discussione tra le parti. La Corte ha ricordato che, in virtù del principio iura novit curia, il giudice ha il potere e il dovere di individuare e applicare le norme di legge pertinenti, specialmente quando si tratta di disposizioni inderogabili come quelle in materia di distanze, che integrano la disciplina del codice civile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di L’Aquila in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare i fatti applicando il corretto principio di diritto: dovrà verificare se, sulla base degli elementi concreti, sussista la presunzione di demanialità della strada. Solo dopo aver risolto questa questione fondamentale potrà procedere alla corretta applicazione delle norme sulle distanze tra costruzioni. Questa ordinanza ribadisce l’importanza di una valutazione fattuale e sostanziale, che non si fermi a un’analisi meramente formale dei titoli di proprietà, specialmente in aree urbane dove l’uso pubblico di spazi privati è una realtà diffusa.

Una strada privata, ma aperta al pubblico transito all’interno di un centro abitato, può essere considerata pubblica ai fini delle distanze tra costruzioni?
Sì, può essere considerata pubblica in virtù della presunzione di demanialità. Secondo la Corte, se una strada è situata all’interno di un centro abitato ed è aperta al transito di un numero indeterminato di persone, si presume appartenga al Comune, salvo che venga fornita una prova contraria che ne attesti la natura esclusivamente privata.

Il giudice può applicare una norma di legge non citata dalle parti per decidere una controversia sulle distanze edilizie?
Sì. In base al principio iura novit curia (‘il giudice conosce le leggi’), il giudice ha il dovere di individuare e applicare la normativa corretta, anche se non indicata dalle parti, specialmente quando si tratta di norme imperative come quelle sulle distanze, che integrano la disciplina del Codice Civile.

Quali elementi sono necessari per superare la presunzione di demanialità di una strada?
La sentenza specifica che per vincere tale presunzione non basta la semplice assenza di un titolo di proprietà comunale o la mancata inclusione della via negli elenchi stradali. È necessario fornire la prova contraria, dimostrando l’esistenza di consuetudini o convenzioni specifiche che escludano la demanialità o che attribuiscano la proprietà a soggetti privati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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