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Disdetta tardiva locazione: quando spetta l’indennità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5605/2024, ha stabilito che una disdetta tardiva locazione, sebbene inefficace a impedire il rinnovo del contratto, qualora venga accettata dal conduttore (acquiescenza), determina la cessazione del rapporto per iniziativa del locatore. Di conseguenza, al conduttore spetta il diritto all’indennità di avviamento. Inoltre, un’offerta di restituzione dell’immobile, anche se non formale ma seria e concreta, è sufficiente a liberare il conduttore dall’obbligo di pagare i canoni successivi.

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Disdetta Tardiva Locazione: Sì all’Indennità di Avviamento

Nelle locazioni commerciali, la tempistica della comunicazione di disdetta è un elemento cruciale che può avere conseguenze economiche significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 5605 del 1° marzo 2024, ha fornito chiarimenti fondamentali sugli effetti di una disdetta tardiva locazione e sul diritto del conduttore a percepire l’indennità di avviamento. Questa decisione sottolinea come l’acquiescenza del conduttore a una disdetta, anche se intempestiva, non gli preclude il diritto a tale indennità, poiché la cessazione del rapporto è comunque riconducibile all’iniziativa del locatore.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di locazione per un immobile ad uso commerciale. La società locatrice inviava una disdetta per la fine del secondo sessennio, ma la comunicazione perveniva al conduttore in ritardo rispetto al preavviso legale di dodici mesi. Secondo le norme, tale ritardo avrebbe comportato il rinnovo automatico del contratto per ulteriori sei anni.

Nonostante ciò, il conduttore, prestando acquiescenza alla volontà del locatore, si preparava a rilasciare l’immobile e cessava di pagare i canoni dopo la data di scadenza originaria. Il Tribunale di primo grado, ritenendo la disdetta inefficace e il contratto rinnovato, dichiarava la risoluzione per inadempimento del conduttore (per il mancato pagamento dei canoni) e negava il suo diritto all’indennità di avviamento.

La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava completamente la decisione. I giudici di secondo grado sostenevano che, sebbene intempestiva, la disdetta manifestava la chiara volontà del locatore di terminare il rapporto. L’accettazione (acquiescenza) da parte del conduttore non trasformava la cessazione in un accordo consensuale, ma la rendeva comunque imputabile all’iniziativa del locatore. Di conseguenza, la Corte riconosceva al conduttore il diritto all’indennità di avviamento e alla restituzione del deposito cauzionale, ritenendo legittima la sospensione del pagamento dei canoni a fronte di un’offerta seria, seppur non formale, di riconsegna dell’immobile.

La Decisione della Corte di Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del locatore, confermando integralmente la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno consolidato principi giuridici di notevole importanza pratica per la gestione dei rapporti di locazione commerciale.

Le Motivazioni: Analisi della disdetta tardiva locazione

La Corte ha articolato le sue motivazioni su due pilastri fondamentali:

1. L’efficacia della disdetta tardiva e il diritto all’indennità di avviamento: La Cassazione ha ribadito che una disdetta, anche se inefficace perché tardiva, se non viene contestata dal conduttore che rilascia l’immobile, rimane una manifestazione di volontà unilaterale del locatore. La cessazione del rapporto, pertanto, non deriva da un mutuo consenso, ma dall’iniziativa del locatore. Questo è il presupposto fondamentale dell’art. 34 della Legge 392/1978: il diritto all’indennità di avviamento sorge quando la fine della locazione non è causata da inadempimento, recesso o disdetta del conduttore. L’acquiescenza del conduttore a una disdetta invalida non equivale a una sua disdetta, ma è una semplice rinuncia a far valere l’inefficacia dell’atto altrui. Di conseguenza, il diritto all’indennità rimane intatto.

2. L’offerta non formale di restituzione e l’obbligo di pagare i canoni: Un altro punto cruciale riguardava l’obbligo di continuare a versare i canoni. La Corte ha chiarito la distinzione tra l’offerta formale (art. 1216 c.c.), necessaria per costituire in mora il locatore, e l’offerta non formale (art. 1220 c.c.). Quest’ultima, se seria, concreta e tempestiva, è sufficiente a escludere la mora del conduttore nell’obbligo di restituzione. In pratica, se il conduttore offre seriamente di riconsegnare le chiavi e il locatore non ha un motivo legittimo per rifiutare, il conduttore non può essere considerato inadempiente e il suo obbligo di pagare il canone (o l’indennità di occupazione ex art. 1591 c.c.) cessa da quel momento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Locatori e Conduttori

La sentenza in esame offre importanti spunti pratici. Per i locatori, emerge la necessità di prestare la massima attenzione ai termini di preavviso per la disdetta. Un errore, anche formale, può comportare l’obbligo di versare l’indennità di avviamento, anche se il contratto si sarebbe legalmente rinnovato. Per i conduttori, la decisione conferma che accettare una disdetta tardiva non significa rinunciare ai propri diritti. Anzi, può essere una strategia per ottenere la cessazione del rapporto assicurandosi l’indennità. È essenziale, però, che il conduttore manifesti in modo serio e documentabile la propria volontà di restituire l’immobile per liberarsi dall’obbligo di corrispondere ulteriori canoni.

Una disdetta di locazione inviata in ritardo è completamente inefficace?
No. Se il conduttore presta acquiescenza e rilascia l’immobile, la disdetta, sebbene tardiva, produce l’effetto di terminare il rapporto per iniziativa del locatore, senza che il contratto si rinnovi automaticamente.

Il conduttore ha diritto all’indennità di avviamento se accetta una disdetta tardiva?
Sì. Secondo la Corte, l’acquiescenza del conduttore non equivale a una risoluzione consensuale né a una sua disdetta. La cessazione del contratto rimane imputabile alla volontà del locatore, presupposto che fa sorgere il diritto all’indennità di avviamento commerciale.

Per smettere di pagare il canone, il conduttore deve sempre fare un’offerta formale di restituzione dell’immobile?
No. Un’offerta non formale di restituzione (ad esempio, una comunicazione scritta seria e concreta), a fronte della quale non vi sia un legittimo motivo di rifiuto da parte del locatore, è sufficiente a escludere la mora del conduttore e a far cessare il suo obbligo di corrispondere il canone o l’indennità di occupazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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