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Disconoscimento firma fideiussione: l’appello è perso

Un garante ha impugnato una sentenza che confermava un decreto ingiuntivo, contestando la procedura di verifica della sua firma sulla garanzia e sostenendo l’interruzione del processo a causa del fallimento del debitore principale. La Corte d’Appello ha respinto l’appello, chiarendo che la procedura di verificazione della firma è legittima anche senza il deposito immediato dell’originale e che il fallimento del debitore non interrompe il giudizio contro il garante coobbligato, data la scindibilità delle cause. L’analisi del caso verte sul corretto iter del disconoscimento firma fideiussione.

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Disconoscimento Firma Fideiussione: Quando la Procedura è Legittima

Il disconoscimento firma fideiussione rappresenta una delle difese più comuni per chi si è costituito garante di un’obbligazione altrui. Tuttavia, una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma chiarisce due importanti aspetti procedurali che possono determinare l’esito del giudizio: la tempistica per il deposito del documento originale e gli effetti del fallimento del debitore principale sul processo contro il garante. Analizziamo come la Corte ha rigettato l’appello di un fideiussore, confermando la piena validità della garanzia.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Roma nei confronti di un soggetto, in qualità di fideiussore e socio unico di una società S.r.l., per il mancato pagamento dei canoni di un contratto di leasing. L’interessato proponeva opposizione, lamentando tra l’altro il disconoscimento formale della propria firma apposta sulla lettera di fideiussione.
Nel corso del giudizio di primo grado, la società debitrice veniva dichiarata fallita. Il Tribunale, dopo aver disposto una perizia calligrafica (CTU) che confermava l’autenticità della firma, respingeva l’opposizione e confermava il decreto ingiuntivo. Il fideiussore decideva quindi di proporre appello.

I Motivi dell’Appello e il Disconoscimento Firma Fideiussione

L’appellante basava il proprio ricorso su due motivi principali:
1. Vizio di motivazione ed erronea valutazione della fideiussione disconosciuta: Sosteneva l’illegittimità del procedimento di verificazione della firma, poiché la controparte aveva depositato l’originale del documento solo in corso di causa e non al momento della richiesta di verificazione.
2. Omessa interruzione del processo: Censurava la mancata interruzione dell’intero giudizio a seguito del fallimento della società debitrice, sostenendo che la causa fosse inscindibile e dovesse essere fermata anche nei suoi confronti.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha rigettato integralmente l’appello, ritenendo entrambi i motivi infondati sia in fatto che in diritto.

Sulla Legittimità della Verificazione della Scrittura

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che la procedura seguita per la verificazione della firma era pienamente legittima. Richiamando la giurisprudenza della Cassazione, ha affermato che gli articoli 216 e 217 del Codice di Procedura Civile non impongono, come requisito di ammissibilità, che l’originale della scrittura privata sia depositato contestualmente alla richiesta di verificazione. È sufficiente che la parte che intende avvalersi del documento manifesti la volontà di farlo e produca successivamente l’originale per consentire al consulente tecnico di effettuare gli accertamenti necessari. In questo caso, il creditore aveva depositato l’originale nel corso dell’udienza istruttoria, permettendo lo svolgimento regolare della perizia calligrafica.

Sull’Interruzione del Processo per Fallimento

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha applicato il principio consolidato relativo alle cause scindibili. L’obbligazione del fideiussore, sebbene accessoria, è autonoma rispetto a quella del debitore principale. Di conseguenza, l’evento interruttivo che colpisce una delle parti (il fallimento della società) non estende i suoi effetti all’altra parte (il fideiussore), il cui processo può legittimamente proseguire. La Corte ha citato un’ordinanza della Cassazione (n. 8123/2020) che, in un caso analogo, ha stabilito che in presenza di un cumulo di cause scindibili, l’estinzione del processo per una parte non pregiudica la prosecuzione nei confronti degli altri litisconsorti.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa ma pragmatica delle norme procedurali. In primo luogo, viene ribadito che la finalità del procedimento di verificazione è l’accertamento della verità sostanziale, ovvero l’autenticità della firma. Onerare la parte di produrre l’originale sin dal primo atto difensivo sarebbe una formalità eccessiva e non richiesta dalla legge, purché l’originale sia reso disponibile per l’analisi peritale. In secondo luogo, la decisione sottolinea la netta distinzione tra la posizione del debitore principale e quella del garante. Il fallimento è un evento che incide sulla capacità processuale del fallito, ma non paralizza l’azione del creditore verso il coobbligato solidale, la cui obbligazione resta valida ed esigibile.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti conferme per la prassi legale. Anzitutto, nel contesto di un disconoscimento firma fideiussione, la strategia difensiva basata su presunti vizi procedurali legati alla tardiva produzione dell’originale ha scarse probabilità di successo se il documento viene comunque reso disponibile per la CTU. In secondo luogo, viene rafforzato il principio per cui il creditore può proseguire l’azione legale contro il garante anche in caso di fallimento del debitore principale, senza subire l’interruzione del processo. Questa pronuncia tutela quindi le ragioni del credito, garantendo che le garanzie personali mantengano la loro efficacia anche in scenari complessi come le procedure concorsuali.

È necessario depositare l’originale di una scrittura privata contestualmente alla richiesta di verificazione della firma?
No. Secondo la sentenza, basata sulla giurisprudenza di legittimità, gli artt. 216 e 217 c.p.c. non prescrivono, come requisito di ammissibilità, la produzione dell’originale contestualmente all’istanza. È sufficiente che l’originale sia prodotto nel corso della causa per consentire lo svolgimento della perizia calligrafica.

Il fallimento del debitore principale interrompe automaticamente il processo anche nei confronti del fideiussore?
No. La Corte ha stabilito che, in caso di cause scindibili (separabili), l’evento interruttivo che riguarda una delle parti (il fallimento del debitore) non ha effetto nei confronti delle altre (il fideiussore). Il processo prosegue quindi nei confronti del garante coobbligato in solido.

Cosa succede se il fideiussore disconosce la firma sulla garanzia?
La parte che intende avvalersi del documento (il creditore) deve chiederne la verificazione. Il giudice può disporre una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) calligrafica per accertare l’autenticità della firma. Se la firma risulta autentica, come in questo caso, l’opposizione del fideiussore viene respinta e la garanzia è considerata valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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