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Diritto documentazione bancaria: quando richiederla?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto alla documentazione bancaria, previsto dall’art. 119 del Testo Unico Bancario, può essere esercitato dal cliente o dal fideiussore anche in corso di causa. È stato cassato un provvedimento di merito che aveva rigettato la domanda di alcuni fideiussori per mancata produzione dei contratti, nonostante questi avessero richiesto l’esibizione dei documenti alla banca durante il processo. La Corte ha ribadito che tale diritto è uno strumento di protezione del cliente e non può trasformarsi in un onere che ne pregiudica la difesa.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto alla Documentazione Bancaria: La Cassazione Sancisce un Principio Fondamentale

Il diritto alla documentazione bancaria rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela del cliente nei rapporti con gli istituti di credito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha rafforzato questo principio, chiarendo in modo inequivocabile le modalità e la tempistica con cui tale diritto può essere esercitato. La pronuncia analizza il caso di alcuni fideiussori che si erano visti negare giustizia per non aver prodotto i contratti bancari, nonostante ne avessero richiesto l’esibizione alla banca durante il processo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una causa intentata da alcuni eredi e fideiussori contro un istituto di credito. Essi lamentavano l’applicazione di interessi usurari e altre irregolarità nei rapporti bancari, chiedendo la dichiarazione di inesistenza dei rapporti e la restituzione di somme indebitamente pagate.
Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello avevano rigettato la domanda. La motivazione principale dei giudici di merito era la mancata produzione in giudizio dei contratti bancari da parte degli attori. Secondo le corti inferiori, le contestazioni su pattuizioni illegittime non potevano essere esaminate senza i documenti contrattuali, e la richiesta di ottenerli dalla banca avrebbe dovuto essere avanzata prima dell’inizio della causa, ai sensi dell’art. 119 del Testo Unico Bancario (TUB).

La Questione del Diritto alla Documentazione Bancaria in Corso di Causa

I ricorrenti hanno impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo la violazione dell’art. 2697 c.c. (onere della prova) e una falsa applicazione delle norme procedurali. Il loro motivo di ricorso si fondava su un punto cruciale: avevano richiesto formalmente i documenti alla banca, sia prima che durante il giudizio, tramite una richiesta di esibizione ex art. 210 c.p.c., ma tale richiesta non era mai stata accolta. La Corte d’Appello aveva errato nel considerare tardiva la richiesta presentata in corso di causa, trasformando una facoltà protettiva in un onere insormontabile per il cliente.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, ritenendo la censura fondata. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato nella loro giurisprudenza: il potere del correntista di chiedere alla banca la documentazione relativa al rapporto può essere esercitato in qualsiasi momento, anche durante il processo.

La Suprema Corte ha specificato che il diritto alla documentazione bancaria, sancito dall’art. 119 TUB, non è un semplice onere da adempiere prima di agire in giudizio, ma un vero e proprio diritto sostanziale finalizzato a garantire la trasparenza e la protezione del cliente. Di conseguenza, può essere fatto valere anche attraverso un ordine di esibizione del giudice ai sensi dell’art. 210 c.p.c.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che tale diritto si estende anche al fideiussore. In virtù del carattere accessorio del rapporto di fideiussione rispetto al debito principale, anche il garante è da considerarsi ‘cliente’ e, pertanto, titolare del medesimo diritto di accesso alla documentazione.

La sentenza impugnata è stata dunque cassata perché non conforme a questi principi. I giudici di merito avevano errato nel ritenere che la richiesta ex art. 119 TUB dovesse essere necessariamente formulata prima dell’inizio del giudizio, respingendo di conseguenza la richiesta di esibizione in modo illegittimo.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa conferma che il cliente (o il fideiussore) che intende agire contro una banca per contestare le condizioni contrattuali non perde il diritto di ottenere i documenti necessari solo perché ha già avviato la causa. Il giudice non può rigettare la domanda per mancata produzione documentale se il cliente ha tempestivamente chiesto di ordinare alla banca di esibire i contratti.

Questo principio riequilibra la posizione delle parti nel contenzioso bancario, evitando che il diritto di difesa del cliente venga penalizzato da una interpretazione restrittiva delle norme. Il diritto alla documentazione bancaria si conferma uno strumento essenziale per assicurare la parità processuale e la tutela del contraente più debole.

È possibile chiedere alla banca la documentazione contrattuale dopo aver iniziato una causa?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il diritto del cliente di ottenere copia della documentazione, ai sensi dell’art. 119 TUB, può essere esercitato anche in corso di causa, ad esempio tramite una richiesta di ordine di esibizione al giudice.

Il fideiussore ha lo stesso diritto del correntista di ottenere i documenti dalla banca?
Sì, la Corte ha ribadito che, data l’accessorietà del rapporto di fideiussione, anche il fideiussore può essere considerato un ‘cliente’ della banca e gode dello stesso diritto di accesso alla documentazione del debitore principale.

Cosa ha sbagliato la Corte d’Appello secondo la Cassazione?
La Corte d’Appello ha errato nel ritenere che la richiesta di documentazione dovesse essere obbligatoriamente presentata prima dell’inizio del giudizio e, di conseguenza, ha respinto illegittimamente la richiesta di esibizione dei documenti fatta durante il processo. Questo, secondo la Cassazione, non è conforme ai principi di protezione del cliente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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