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Diritto d’autore in hotel: TV in camera è pubblica

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito che la fornitura di televisori nelle camere d’albergo costituisce una forma di ‘comunicazione al pubblico’ soggetta al pagamento del diritto d’autore. La Corte ha annullato la decisione di merito che aveva erroneamente applicato la normativa più restrittiva prevista per i diritti connessi delle emittenti, chiarendo che il diritto degli autori ha una tutela più ampia e non richiede il pagamento di un biglietto d’ingresso specifico per essere applicabile. Il caso ha visto contrapposte una nota società di gestione collettiva dei diritti e una struttura alberghiera.

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Diritto d’autore in hotel: la TV in camera è ‘comunicazione al pubblico’

La questione del diritto d’autore in hotel è da tempo dibattuta, ma una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: installare televisori nelle camere per i clienti costituisce ‘comunicazione al pubblico’ e, come tale, è soggetta al pagamento dei relativi compensi. Questa decisione ribalta un precedente orientamento e delinea con precisione i confini tra il diritto esclusivo degli autori e i diritti connessi delle emittenti televisive.

I fatti di causa

Una nota società italiana per la tutela del diritto d’autore aveva notificato un atto di precetto a una struttura alberghiera, chiedendo il pagamento di una somma a titolo di compensi per l’utilizzazione di apparecchi televisivi installati nelle camere della struttura. L’albergo si era opposto a tale richiesta, dando il via a un contenzioso legale.

La decisione della Corte d’Appello

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione all’hotel. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che la normativa applicabile fosse quella sui diritti connessi degli organismi di radiodiffusione. Tale normativa limita il diritto a un compenso ai soli casi di comunicazione in luoghi accessibili al pubblico ‘mediante pagamento di un diritto di ingresso’. Secondo la Corte d’Appello, il prezzo pagato per una camera d’albergo non poteva essere considerato uno specifico ‘diritto di ingresso’ per la fruizione dei programmi televisivi, ma il corrispettivo di un servizio di alloggio più complesso. Di conseguenza, aveva dichiarato illegittimo l’atto di precetto.

L’applicazione del diritto d’autore in hotel secondo la Cassazione

La società di collecting ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando un errore di diritto fondamentale. Il punto centrale del ricorso era che la Corte d’Appello aveva confuso due istituti giuridici distinti: il diritto d’autore (che spetta ai creatori delle opere) e i diritti connessi (che spettano, tra gli altri, alle emittenti televisive).
La Suprema Corte ha accolto questa tesi, giudicando il motivo fondato e procedendo a una dettagliata ricostruzione della normativa europea e nazionale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha chiarito che la pretesa della società di collecting non riguardava i diritti connessi delle emittenti, ma il diritto fondamentale degli autori alla ‘comunicazione al pubblico’ delle loro opere, come sancito dall’art. 16 della legge sul diritto d’autore e dalla Direttiva UE 2001/29/CE.

Questo diritto ha una portata molto ampia e include qualsiasi forma di messa a disposizione dell’opera a un pubblico. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la clientela di un albergo costituisce un ‘pubblico’ a tutti gli effetti. Sebbene i singoli clienti fruiscano dell’opera all’interno della propria camera, essi sono un insieme indeterminato ma considerevole di persone che si succedono nel tempo. Si tratta, inoltre, di un ‘pubblico nuovo’, ovvero un pubblico diverso da quello della normale ricezione domestica, che non era stato considerato dagli autori al momento dell’autorizzazione alla trasmissione originaria.

L’albergatore, installando gli apparecchi TV e distribuendo il segnale nelle camere, compie un atto di comunicazione autonomo, che richiede una specifica autorizzazione e il pagamento di un compenso. La Corte ha sottolineato che il requisito del ‘pagamento di un diritto d’ingresso’, erroneamente richiamato dalla Corte d’Appello, è previsto solo per la diversa fattispecie dei diritti connessi degli organismi di radiodiffusione (Direttiva 2006/115/CE), ma non per il diritto primario degli autori.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Bari, in diversa composizione, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi a questo principio di diritto. La pronuncia riafferma con forza la tutela ampia garantita al diritto d’autore in hotel e chiarisce che la fornitura di servizi accessori come la televisione in camera non è un’attività neutra, ma un vero e proprio atto di sfruttamento economico delle opere protette che necessita del consenso degli autori e della corresponsione di un equo compenso.

La presenza di una TV in una camera d’albergo è considerata ‘comunicazione al pubblico’?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la clientela di un albergo, pur fruendo del servizio individualmente, costituisce nel suo insieme un ‘pubblico nuovo’ e indeterminato. L’installazione di televisori da parte dell’albergatore per distribuire il segnale nelle camere è un atto di comunicazione al pubblico che richiede l’autorizzazione dei titolari dei diritti d’autore.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione perché la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto, confondendo il diritto d’autore con i diritti connessi degli organismi di radiodiffusione. Ha applicato erroneamente il requisito restrittivo del ‘pagamento di un diritto d’ingresso’, previsto solo per i diritti connessi, a una fattispecie che invece ricadeva nell’ambito di applicazione più ampio del diritto degli autori.

Qual è la differenza tra il diritto d’autore e i diritti connessi delle emittenti in questo contesto?
Il diritto d’autore (art. 16 L.d.A. e Direttiva 2001/29/CE) è il diritto esclusivo e ampio degli autori di autorizzare o vietare qualsiasi comunicazione al pubblico della loro opera. I diritti connessi degli organismi di radiodiffusione (art. 79 L.d.A. e Direttiva 2006/115/CE) sono diritti più limitati, che in questo specifico caso riguardano la ritrasmissione e la comunicazione in luoghi accessibili al pubblico solo a fronte del pagamento di un biglietto d’ingresso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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