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Diritto Civile

Contratto d'appalto a corpo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha rigettato il ricorso di un’impresa edile, confermando la natura di contratto d’appalto a corpo di un accordo inizialmente basato su un’offerta a misura. La Corte ha stabilito che l’interpretazione dei giudici di merito era corretta, basandosi sull’evoluzione delle trattative, sulle modifiche scritte al contratto e sul comportamento delle parti, che indicavano la volontà di fissare un prezzo forfettario. La decisione sottolinea che l’interpretazione del contratto è un’attività riservata al giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione è logica e plausibile.

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Condono canoni demaniali: come si calcola il 30%?

In un caso riguardante un’impresa balneare, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio cruciale sul condono canoni demaniali. La Corte ha chiarito che, per calcolare il 30% necessario a definire la lite, si devono considerare anche gli importi già versati dal concessionario prima della richiesta di condono. Questa decisione annulla la sentenza d’appello e favorisce un’interpretazione della legge che non penalizza chi ha già parzialmente adempiuto ai propri obblighi, garantendo equità.

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Certificato di agibilità: ritardo e rischi contrattuali

Una società immobiliare ha acquistato un bene consapevole della mancanza del certificato di agibilità, in attesa di un condono. Dopo un ritardo di 12 anni nel rilascio, ha chiesto la risoluzione del contratto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che non vi è inadempimento del venditore se l’acquirente ha accettato contrattualmente il rischio di un ritardo dovuto a lungaggini burocratiche non imputabili alla parte venditrice.

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Doppia conforme: quando è inammissibile il ricorso

Un funzionario pubblico chiedeva il risarcimento del danno a un collega per presunta calunnia, ma la domanda veniva rigettata in primo e secondo grado per mancanza di dolo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile applicando il principio della “doppia conforme”, secondo cui non è possibile denunciare l’omesso esame di un fatto se due giudici di merito sono giunti alla medesima conclusione, anche con argomentazioni parzialmente diverse ma non contrastanti.

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Restituzione somme ereditate: il caso in Cassazione

In una causa di successione tra fratelli, la Corte di Cassazione affronta il tema della restituzione somme ereditate. Due figli, che avevano ricevuto ingenti somme dalla madre defunta, si vedono qualificare tali trasferimenti non come donazioni, ma come indebito oggettivo. La Suprema Corte conferma che, in assenza di una valida causa o della forma richiesta per la donazione, le somme costituiscono un credito dell’eredità verso i figli. Tuttavia, corregge la sentenza d’appello sul calcolo degli interessi, stabilendo che questi decorrono dalla domanda giudiziale e non dal momento della dazione, stante la presunzione di buona fede dei riceventi.

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Onere della prova pagamento: la Cassazione decide

Un professionista ha contestato una Certificazione Unica emessa da una compagnia assicurativa, sostenendo di non aver mai ricevuto i compensi dichiarati. Le corti inferiori hanno respinto la sua domanda, addebitandogli la mancata prova del non-pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che l’errata applicazione dell’onere della prova pagamento costituisce un errore di merito e non un vizio procedurale, motivo per cui l’appello a una sentenza decisa in equità non era ammissibile. La Corte ha inoltre ribadito che anche un fatto negativo, come un mancato pagamento, può essere provato tramite indizi.

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Certificato di agibilità: legittimo rifiuto al rogito

La Cassazione chiarisce che la mancanza del certificato di agibilità costituisce un inadempimento grave del venditore, legittimando il rifiuto del compratore di stipulare il contratto definitivo. Inoltre, la domanda giudiziale di trasferimento coattivo dell’immobile (ex art. 2932 c.c.) implica l’offerta di pagamento del saldo prezzo, non essendo necessaria un’offerta formale separata quando il versamento è previsto al rogito.

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Rito processuale errato: quando si perde un grado

Una società contesta le parcelle di un legale. Il Tribunale adotta un rito processuale sommario, ma la Corte di Cassazione annulla la decisione. L’applicazione di un rito processuale errato per le attività stragiudiziali ha illegittimamente privato la società di un grado di appello, violando i suoi diritti processuali. La causa è stata rinviata al Tribunale per essere decisa con il rito corretto.

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Consumi idrici anomali: obblighi dell'utente

Un utente ha contestato una bolletta per consumi idrici anomali dovuti a un guasto nel suo impianto privato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d’appello, stabilendo che la responsabilità ricade sull’utente per mancata manutenzione del proprio impianto. La Corte ha ritenuto non abusiva la clausola che esonera la società fornitrice dall’obbligo di avviso, poiché il guasto era facilmente verificabile e la negligenza dell’utente era la causa dirimente del danno.

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Frazionamento ipoteca: obblighi del notaio chiarisce la Cassazione

La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di permuta immobiliare, in cui un costruttore non ha cancellato un’ipoteca su unità immobiliari cedute a un privato. La sentenza analizza la responsabilità del costruttore per inadempimento, la quantificazione del danno e, soprattutto, gli obblighi del notaio rogante. Viene affermato il principio che la tutela prevista dal D.Lgs. 122/2005, che impone il frazionamento dell’ipoteca prima del rogito, si applica anche ai contratti di permuta aventi ad oggetto immobili ancora da costruire, annullando la decisione precedente e chiarendo la portata della responsabilità professionale notarile.

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Azione revocatoria: acquisto a rischio con ipoteca

La Corte di Cassazione conferma la revoca di una compravendita immobiliare. La presenza di un’ipoteca e di un sequestro sul bene, sebbene a favore di un creditore diverso da quello che ha agito in revocatoria, è stata ritenuta sufficiente a provare la consapevolezza del danno (scientia damni) da parte dell’acquirente. La Corte ha inoltre precisato che la revoca non comporta l’automatica restituzione del prezzo all’acquirente, per la quale è necessaria una specifica domanda di risoluzione del contratto.

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Clausola penale: quando si applica nel contratto?

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell’applicazione di una clausola penale per il ritardo nella consegna di lavori edili, anche se il committente non ha sollevato contestazioni durante l’esecuzione del contratto. L’ordinanza chiarisce che il diritto a esigere la penale può essere esercitato per la prima volta in sede giudiziale. Viene inoltre spiegata la differenza tra compensazione propria e impropria, specificando che quest’ultima, derivando da un unico rapporto contrattuale, si risolve in un mero accertamento contabile del dare e avere tra le parti.

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Impugnazione lodo arbitrale: limiti e condizioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19277/2025, ha rigettato il ricorso di una società che contestava un lodo arbitrale. Il caso riguardava un contratto preliminare di vendita immobiliare che, secondo la ricorrente, mascherava un patto commissorio vietato. La Corte ha stabilito che, dopo la riforma del 2006, l’impugnazione del lodo arbitrale per violazione di norme di diritto è ammessa solo se espressamente prevista dalle parti nella convenzione di arbitrato. Inoltre, ha chiarito che la violazione del divieto di patto commissorio, pur essendo una norma imperativa, non costituisce una violazione dell’ordine pubblico tale da consentire l’impugnazione in assenza di tale previsione, rafforzando così la stabilità delle decisioni arbitrali.

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Risoluzione e caparra: la Cassazione chiarisce

In un caso di contratto preliminare immobiliare, la Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra risoluzione e caparra. La Corte ha stabilito che una parte che chiede la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni non può ottenere anche il doppio della caparra, rimedio previsto per il diverso istituto del recesso. Viene inoltre ribadito che la prova della simulazione del prezzo tra le parti richiede un atto scritto.

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Ripartizione debito solidale: la Cassazione decide

In un caso originato dal dissesto di una grande società alimentare, la Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per la ripartizione del debito solidale in sede di regresso. Un co-obbligato, dopo aver pagato l’intera somma provvisionale stabilita in sede penale, ha agito contro gli altri. La Corte ha stabilito che la ripartizione del debito solidale deve basarsi sull’importo effettivamente richiesto dal creditore e pagato dal solvens, non sull’ipotetico danno totale. L’appello del condebitore, che mirava a ricalcolare le quote sul danno complessivo, è stato quindi respinto.

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Interruzione automatica del processo: la Cassazione chiarisce

Una società citata in giudizio per un finanziamento auto non pagato si è trovata al centro di una complessa vicenda processuale. Il caso, giunto in Cassazione, ha offerto l’occasione per chiarire un punto cruciale della procedura civile: la decorrenza dei termini in caso di interruzione automatica del processo per morte del difensore. La Corte ha stabilito che, a differenza delle interruzioni non automatiche, il termine trimestrale per la riassunzione decorre non dalla conoscenza di fatto dell’evento, ma dalla comunicazione dell’ordinanza che dichiara formalmente l’interruzione. La sentenza ha anche affrontato le conseguenze dell’appello proposto solo da alcuni condebitori solidali, confermando che la sentenza passa in giudicato per chi non impugna.

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Onere della prova: chi prova l'inadempimento?

Una società, dopo aver ricevuto finanziamenti pubblici, si vede revocare i fondi dal Ministero per presunte irregolarità. Mentre la Corte d’Appello aveva dato ragione all’impresa, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo un principio fondamentale: nei casi di responsabilità contrattuale, l’onere della prova dell’esatto adempimento spetta al debitore (la società), non al creditore (il Ministero). Il Ministero deve solo allegare l’inadempimento, non provarlo in ogni dettaglio.

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Contratto agenzia infortunistica: quando è valido?

Una recente ordinanza della Cassazione esamina la validità di un contratto agenzia infortunistica. La Corte ha chiarito che l’attività di consulenza stragiudiziale non è esclusiva degli avvocati. Sebbene abbia rigettato le censure sulla poca chiarezza delle clausole, ha cassato la sentenza per omissione di pronuncia su specifiche richieste di rimborso spese e restituzione, rinviando il caso alla Corte d’Appello.

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Foro esclusivo: quando la clausola è valida?

La Cassazione ha stabilito che una clausola di foro convenzionale, per essere considerata foro esclusivo, deve indicare in modo inequivocabile la volontà delle parti di escludere gli altri fori legali. La dicitura ‘per qualunque controversia è competente il Foro di…’ non basta. In assenza di tale esclusività e della specifica approvazione scritta, il foro indicato è solo facoltativo e la parte che eccepisce l’incompetenza deve contestare tutti i fori alternativi.

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Prescrizione buoni postali: la data di scadenza conta

Una società emittente di buoni postali fruttiferi ha proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza che aveva negato la prescrizione del diritto al rimborso di una risparmiatrice. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione buoni postali: il termine decennale decorre dalla data esatta di scadenza del titolo e non dal 1° gennaio dell’anno successivo. La sentenza del tribunale, che aveva applicato un calcolo diverso, è stata annullata con rinvio per un nuovo esame.

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