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Fattura commerciale e contabilità redatta dal direttore dei lavori

La fattura commerciale, avuto riguardo alla sua formazione unilaterale ed alla funzione di far risultare documentalmente elementi relativi all’esecuzione di un contratto, si inquadra fra gli atti giuridici a contenuto partecipativo, consistendo nella dichiarazione, indirizzata all’altra parte, di fatti concernenti un rapporto già costituito, sicché, quando tale rapporto sia contestato (quantomeno in ordine alla quantificazione […]

La fattura commerciale, avuto riguardo alla sua formazione unilaterale ed alla funzione di far risultare documentalmente elementi relativi all’esecuzione di un contratto, si inquadra fra gli atti giuridici a contenuto partecipativo, consistendo nella dichiarazione, indirizzata all’altra parte, di fatti concernenti un rapporto già costituito, sicché, quando tale rapporto sia contestato (quantomeno in ordine alla quantificazione della pretesa), non può costituire valido elemento di prova delle prestazioni eseguite ma, al più, un mero indizio (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 299 del 12/01/2016; Sez. 3, Sentenza n. 15383 del 28/06/2010; Sez. 3, Sentenza n. 13651 del 13/06/2006; Sez. 2, Sentenza n. 9593 del 20/05/2004; Sez. 2, Sentenza n. 3188 del 04/03/2003; Sez. L, Sentenza n. 46 del 04/01/2002; Sez. 2, Sentenza n. 10160 del 20/09/1999).

Sulla specifica accettazione delle fatture e sul loro inserimento nelle scritture contabili della committente, rileva ai soli fini della dimostrazione dell’esistenza del contratto (an) da cui si origina l’obbligazione rivendicata (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 3581 del 08/02/2024; Sez. 2, Ordinanza n. 26801 del 21/10/2019; Sez. 2, Sentenza n. 15832 del 19/07/2011; Sez. 3, Sentenza n. 13651 del 13/06/2006).

Pertanto, l’appaltatore che chieda il pagamento del proprio compenso ha l’onere di dimostrare la congruità della somma, con riferimento alla natura, all’entità e alla consistenza delle opere, non costituendo idonee prove dell’ammontare del credito le fatture emesse dal medesimo appaltatore, poiché si tratta di documenti fiscali provenienti dalla parte stessa (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 7536 del 21/03/2024; Sez. 2, Ordinanza n. 2125 del 22/01/2024; Sez. 6-2, Ordinanza n. 33575 del 11/11/2021; Sez. 2, Sentenza n. 10860 del 11/05/2007).

Analoga conclusione vale per il consuntivo riportante le voci delle opere eseguite, redatto dal solo appaltatore.

Non costituisce, infatti, idonea prova del credito dell’appaltatore (quantum) la contabilità redatta dal direttore dei lavori (o dallo stesso appaltatore), a meno che non risulti che essa sia stata portata a conoscenza del committente e che questi l’abbia accettata senza riserve, pur senza aver manifestato la sua accettazione con formule sacramentali, oppure che il direttore dei lavori, per conto del committente, abbia redatto la relativa contabilità come rappresentante del suo cliente e non come soggetto legato a costui da un contratto di prestazione d’opera professionale, che gli fa assumere la rappresentanza del committente limitatamente alla materia tecnica (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 1918 del 18/01/2024; Sez. 2, Ordinanza n. 7593 del 1d6/03/2023; Sez. 2, Sentenza n. 13860 del 03/05/2022; Sez. 6-2, Ordinanza n. 25577 del 21/09/2021; Sez.6-2, Ordinanza n. 2490 del 29/01/2019; Sez. 2, Ordinanza n.26517 del 19/10/2018; Sez. 2, Sentenza n. 10598 del 14/05/2014; Sez. 2, Sentenza n. 10860 del 11/05/2007; Sez. 2, Sentenza n. 2333 del 01/03/1995).

Corte di Cassazione, Sezione Seconda Civile, Sentenza n. 14399 del 23 maggio 2024

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