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Deposito ricorso cassazione: termini perentori

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso improcedibile a causa del tardivo deposito. Il caso riguarda un contenzioso per canoni di locazione non pagati, proseguito contro gli ex soci di una società cancellata. I ricorrenti avevano notificato l’atto una prima volta, ma non avevano effettuato il deposito ricorso cassazione entro i 20 giorni previsti. Una seconda notifica non sana il vizio, poiché il termine decorre dalla prima, se valida. La decisione sottolinea la perentorietà del termine stabilito dall’art. 369 c.p.c.

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Deposito Ricorso Cassazione: L’Errore Procedurale che Costa Caro

Nel complesso mondo della giustizia, i dettagli procedurali non sono semplici formalità, ma pilastri che sorreggono l’intero edificio processuale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, evidenziando come il mancato rispetto dei termini per il deposito ricorso cassazione possa vanificare ogni sforzo e precludere l’esame nel merito di un’intera causa. La vicenda, che trae origine da una controversia su canoni di locazione, si conclude con una dichiarazione di improcedibilità che funge da severo monito sull’importanza del rigore procedurale.

I Fatti di Causa

La controversia inizia quando una società proprietaria di un immobile commerciale avvia una procedura di sfratto per morosità nei confronti della società conduttrice, chiedendo il pagamento di quasi 50.000 euro di canoni arretrati, oltre a spese condominiali. Durante il giudizio di primo grado, accade un evento significativo: la società conduttrice viene cancellata dal Registro delle Imprese. Di conseguenza, il processo, dopo un’interruzione, viene riassunto nei confronti degli ex soci.

Il Tribunale di primo grado condanna gli ex soci al pagamento di una somma ridotta, circa 37.500 euro. La decisione viene integralmente confermata dalla Corte d’Appello. Ritenendo errata la sentenza, gli ex soci decidono di presentare ricorso in Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge, sia procedurali che sostanziali.

La Decisione della Corte: Il Deposito Ricorso Cassazione e la Notifica Reiterata

Nonostante i quattro motivi di ricorso presentati, la Corte di Cassazione non arriva mai a esaminarli nel merito. L’attenzione dei giudici si concentra, infatti, su un’eccezione sollevata dalla società controricorrente: un vizio procedurale fatale.

I ricorrenti avevano notificato il ricorso una prima volta in data 15 settembre 2021. Tuttavia, non avevano provveduto al suo deposito in cancelleria entro il termine perentorio di 20 giorni, che scadeva il 5 ottobre 2021, come imposto dall’articolo 369 del Codice di Procedura Civile. Successivamente, hanno notificato una seconda volta lo stesso ricorso il 1° novembre 2021, per poi depositarlo finalmente il 22 novembre 2021.

Questo comportamento si è rivelato un errore decisivo. La Corte, richiamando un principio consolidato, ha stabilito che il deposito ricorso cassazione deve avvenire entro 20 giorni dalla prima notifica, a meno che questa non sia giuridicamente inesistente o nulla. Poiché i ricorrenti non hanno mai sostenuto la nullità della prima notifica, il termine per il deposito è inesorabilmente decorso dal 15 settembre, rendendo tardivo il deposito effettuato a novembre. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato improcedibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la certezza dei termini. L’articolo 369 c.p.c. stabilisce, a pena di improcedibilità, che il ricorso deve essere depositato entro venti giorni dall’ultima notifica alle parti contro le quali è proposto. La giurisprudenza ha da tempo chiarito che, in caso di notifica reiterata alla stessa parte, il termine per il deposito decorre dalla data della prima notifica, se questa si è validamente perfezionata. La seconda notifica non ha l’effetto di ‘riaprire’ un termine già scaduto. I giudici hanno osservato che i ricorrenti non hanno fornito alcuna giustificazione per la doppia notifica né hanno eccepito l’invalidità della prima. In assenza di tali elementi, la Corte non ha potuto far altro che constatare il mancato rispetto del termine perentorio e dichiarare l’improcedibilità del ricorso, chiudendo definitivamente la porta a un esame delle doglianze di merito.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un potente promemoria dell’importanza cruciale dei termini processuali nel giudizio di legittimità. Sottolinea che un caso potenzialmente fondato nel merito può essere irrimediabilmente perso a causa di un errore procedurale. La regola sulla decorrenza del termine dalla prima notifica valida mira a prevenire abusi processuali e a garantire la rapida definizione dei giudizi. Per gli operatori del diritto, la lezione è chiara: la massima diligenza deve essere prestata non solo nella redazione degli atti, ma anche e soprattutto nella gestione delle scadenze successive alla notifica. Un errore nel calcolo o una gestione superficiale dei termini per il deposito ricorso cassazione può avere conseguenze definitive e precludere al cliente l’accesso all’ultimo grado di giudizio.

Da quando decorre il termine per il deposito del ricorso per cassazione se la notifica viene ripetuta alla stessa parte?
Il termine di venti giorni per il deposito del ricorso decorre dalla data della prima notifica, a meno che questa non sia nulla. Una seconda notifica non fa decorrere un nuovo termine.

Cosa succede se il ricorso per cassazione viene depositato oltre il termine di 20 giorni dalla notifica?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile, come stabilito dall’art. 369 del Codice di Procedura Civile. Ciò significa che la Corte non esaminerà i motivi del ricorso e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

È possibile sanare il tardivo deposito del ricorso in cassazione?
No, il termine per il deposito è perentorio e fissato ‘a pena di improcedibilità’. Salvo il caso in cui la prima notifica sia nulla, il deposito tardivo non può essere sanato e comporta la declaratoria di improcedibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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