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Deposito cauzionale e mutuo: quando si ha erogazione?

La Corte d’Appello di Roma ha confermato che un mutuo si considera erogato anche quando la somma viene immediatamente vincolata in un deposito cauzionale a garanzia. Decisiva è l’acquisizione della disponibilità giuridica dei fondi da parte del mutuatario, che sceglie di utilizzarli per costituire tale garanzia. La sentenza ha respinto l’appello dei mutuatari, i quali sostenevano la mancata erogazione e l’usurarietà del contratto, chiarendo che la costituzione del deposito cauzionale è un atto dispositivo della somma già entrata nel patrimonio del debitore.

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Deposito Cauzionale e Mutuo: Quando la Somma si Considera Realmente Erogata?

La stipula di un contratto di mutuo è un momento cruciale, ma cosa succede se la somma erogata viene immediatamente vincolata in un deposito cauzionale? Questo significa che il mutuatario non ha mai ricevuto i fondi? A questa domanda ha risposto una recente sentenza della Corte di Appello di Roma, stabilendo un principio fondamentale sulla natura dell’erogazione e sulla validità del titolo esecutivo. L’analisi di questa decisione offre spunti preziosi per comprendere la sottile ma decisiva differenza tra disponibilità materiale e disponibilità giuridica del denaro.

I Fatti di Causa: Un Mutuo, un Deposito Cauzionale e l’Opposizione all’Esecuzione

Due mutuatari si erano opposti all’esecuzione forzata avviata da una società cessionaria del credito di un istituto bancario. Le loro contestazioni si basavano su diversi motivi: l’usurarietà dei tassi d’interesse, la presunta rinegoziazione dei contratti e, soprattutto, la mancata erogazione di una delle somme mutuate. Secondo i debitori, il fatto che l’importo del mutuo fosse stato contestualmente alla stipula riconsegnato alla banca per costituire un deposito cauzionale infruttifero, a garanzia di specifici adempimenti, provava che non avevano mai avuto l’effettiva disponibilità del denaro. Di conseguenza, il contratto di mutuo non si sarebbe perfezionato e non potrebbe costituire un titolo esecutivo valido per l’esecuzione.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto l’opposizione, ma i debitori avevano impugnato la decisione davanti alla Corte di Appello, insistendo sui medesimi punti.

La Decisione della Corte: il Deposito Cauzionale non Esclude l’Erogazione

La Corte di Appello ha rigettato l’impugnazione, confermando integralmente la sentenza di primo grado. I giudici hanno chiarito in modo definitivo i punti controversi, fornendo una lezione di diritto bancario di grande rilevanza pratica.

La Disponibilità Giuridica della Somma

Il cuore della controversia risiedeva nella natura del deposito cauzionale. La Corte ha spiegato che, per il perfezionamento del contratto di mutuo (contratto ‘reale’ che si conclude con la consegna della cosa), è sufficiente che il mutuatario acquisisca la disponibilità giuridica della somma. Questo avviene quando la somma esce dal patrimonio della banca ed entra in quello del cliente. Il fatto che il cliente, nello stesso contesto, disponga di tale somma per costituire un vincolo a garanzia (il deposito cauzionale, appunto) non nega l’avvenuta erogazione; al contrario, la conferma. L’atto di destinare i fondi a deposito è una delle possibili manifestazioni del potere dispositivo che il cliente ha acquisito su di essi. In altre parole, si può dare in garanzia solo qualcosa di cui si è già diventati titolari.

Le Altre Censure: Usura e Rinegoziazione

La Corte ha smontato anche le altre argomentazioni degli appellanti.
* Usurarietà: I debitori sostenevano che, per calcolare il Tasso Effettivo Globale (TEG), si dovesse tener conto anche dei costi delle polizze assicurative date in pegno. La Corte ha distinto tra polizze che rappresentano un mero costo (imposte dalla banca a proprio esclusivo vantaggio) e polizze in cui il mutuatario è l’assicurato e beneficiario. In questo secondo caso, la polizza è un investimento del cliente, non un costo del finanziamento, e quindi non rileva ai fini della verifica dell’usura.
* Rinegoziazione: Gli appellanti non hanno fornito la prova di una formale rinegoziazione scritta, che è richiesta dalla legge per modificare le condizioni contrattuali di un mutuo, in particolare per quanto riguarda i tassi di interesse.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su un consolidato orientamento della Cassazione. Il principio chiave è che la traditio (consegna) richiesta per i contratti reali come il mutuo non deve essere necessariamente materiale. Si considera equipollente alla consegna la creazione di un autonomo titolo di disponibilità in favore del mutuatario, che determina l’uscita della somma dal patrimonio del mutuante. La costituzione del deposito cauzionale è proprio un atto che presuppone tale disponibilità giuridica. Se il mutuatario non fosse mai diventato titolare dei fondi, non avrebbe potuto legalmente disporne per costituire la garanzia. Pertanto, la clausola che prevede la costituzione del deposito non è una condizione sospensiva dell’efficacia del mutuo, ma una modalità di impiego della somma già erogata. La Corte ha inoltre sottolineato che gli elementi di prova portati a sostegno della presunta rinegoziazione erano meri indizi, insufficienti a dimostrare una modifica contrattuale che richiede la forma scritta ad substantiam.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del diritto bancario: l’erogazione di un mutuo si realizza con il trasferimento della titolarità giuridica della somma, non necessariamente con la sua consegna materiale. La costituzione di un deposito cauzionale con i fondi del mutuo è una prova dell’avvenuta erogazione, in quanto rappresenta un atto di disposizione compiuto dal mutuatario. Questa decisione rafforza la validità dei contratti di mutuo che prevedono simili meccanismi di garanzia e chiarisce che le contestazioni basate su una presunta mancata erogazione, in tali circostanze, sono destinate all’insuccesso. Inoltre, la Corte conferma il rigore richiesto per provare l’usurarietà dei tassi e le modifiche contrattuali, che devono essere supportate da prove certe e formali.

Costituire un deposito cauzionale con la somma del mutuo significa che il denaro non è stato erogato?
No. La Corte di Appello ha stabilito che l’erogazione avviene quando il mutuatario acquisisce la disponibilità giuridica della somma. L’atto di costituire il deposito con quei fondi è una forma di utilizzo della somma stessa, che quindi si considera già entrata nel patrimonio del debitore.

Il costo di una polizza vita data in pegno alla banca deve essere sempre incluso nel calcolo del TEG per la verifica dell’usura?
No. Secondo la sentenza, se la polizza assicurativa è a beneficio del mutuatario, che rimane titolare del valore di riscatto, il suo costo non rappresenta un onere aggiuntivo per ottenere il credito, ma un investimento del cliente. Pertanto, in questo caso, non va computato ai fini della verifica dell’usura.

È sufficiente una semplice richiesta di rinegoziazione per dimostrare che un contratto di mutuo è stato modificato?
No. La Corte ha chiarito che per modificare un contratto di mutuo, specialmente per quanto riguarda gli interessi, è necessario un accordo formale con forma scritta richiesta per la sua validità (ad substantiam). Semplici indizi o richieste unilaterali non sono sufficienti a provare l’avvenuta modifica contrattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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