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Decreto ingiuntivo e vizi della merce: cosa succede?

Un acquirente tedesco, dopo aver omesso di contestare un decreto ingiuntivo per il pagamento di una fornitura di carne, ha intentato una causa separata contro il venditore italiano per i danni derivanti dalla merce avariata. La Corte di Cassazione ha stabilito che il decreto ingiuntivo non opposto ha valore di giudicato, accertando implicitamente la regolarità della fornitura e l’assenza di vizi. Di conseguenza, è preclusa qualsiasi successiva azione di risarcimento basata sugli stessi difetti. La richiesta dell’acquirente è stata quindi definitivamente respinta.

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Decreto ingiuntivo non opposto: preclude l’azione per vizi della merce?

Un decreto ingiuntivo non opposto può avere conseguenze ben più ampie del semplice obbligo di pagamento. Come chiarito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la mancata opposizione può precludere al debitore la possibilità di far valere, in un secondo momento, i propri diritti legati a vizi della merce. Questo caso analizza la vicenda di una fornitura di carni avariate, dove la scelta di non contestare il decreto per il pagamento del prezzo si è rivelata fatale per la successiva richiesta di risarcimento danni.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un contratto di compravendita di carni stipulato nel 2009 tra un’impresa individuale tedesca (l’acquirente) e una società italiana di intermediazione alimentare (la venditrice). A seguito della fornitura, la venditrice, non avendo ricevuto il pagamento, otteneva un decreto ingiuntivo che, non essendo stato contestato nei termini di legge, diventava definitivo.

Successivamente, l’acquirente tedesco avviava una causa autonoma contro la società italiana, chiedendo il risarcimento dei danni subiti. A suo dire, la carne fornita era avariata e aveva contaminato altra merce stoccata nei suoi magazzini, costringendolo a sostenere ingenti spese per la distruzione di tutto il materiale e a subire la perdita economica della merce stessa.

Lo Sviluppo del Processo nei Gradi di Merito

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali davano ragione all’acquirente. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’appello ritenevano che il giudicato formatosi sul decreto ingiuntivo non opposto riguardasse unicamente l’obbligo di pagare il prezzo, ma non si estendesse alla diversa e autonoma domanda di risarcimento per i danni extracontrattuali causati dalla merce difettosa. Pertanto, condannavano la società venditrice al pagamento di una somma a titolo di risarcimento.

La decisione della Corte di Cassazione sul decreto ingiuntivo

La società italiana, soccombente in appello, proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte territoriale avesse errato nel non riconoscere l’effetto preclusivo del giudicato derivante dal decreto ingiuntivo. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente l’esito della controversia.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio consolidato del cosiddetto “giudicato che copre il dedotto e il deducibile”. Secondo tale principio, quando una sentenza (o, come in questo caso, un decreto ingiuntivo non opposto) diventa definitiva, il suo effetto vincolante non riguarda solo le questioni esplicitamente sollevate e decise, ma anche tutte quelle che le parti avrebbero potuto sollevare come difesa o eccezione.

Nel caso specifico, l’acquirente tedesco, una volta ricevuto il decreto ingiuntivo per il pagamento del prezzo, avrebbe dovuto opporsi e, in quella sede, contestare la qualità della merce, sollevando l’eccezione di inadempimento per vizi della cosa venduta. Non facendolo, ha implicitamente accettato che la prestazione della venditrice fosse stata eseguita correttamente e che la merce fosse priva di difetti.

Il giudicato formatosi sul decreto ha quindi accertato, in modo definitivo tra le parti, non solo l’esistenza del credito, ma anche la validità del rapporto contrattuale sottostante e l’esatto adempimento del venditore. Di conseguenza, la successiva domanda di risarcimento, basata proprio sull’esistenza di quei vizi che si sarebbero dovuti contestare nel procedimento monitorio, è stata ritenuta inammissibile.

La Corte ha inoltre precisato che, sebbene la Corte d’Appello avesse qualificato l’azione come “extracontrattuale”, la sua vera natura era contrattuale, poiché i danni lamentati derivavano direttamente dall’inadempimento del venditore (la fornitura di merce viziata) e non da un fatto illecito esterno al rapporto di compravendita.

Le conclusioni

La pronuncia in esame offre un importante monito per gli operatori commerciali. Un decreto ingiuntivo non è un mero sollecito di pagamento, ma un atto giudiziario con conseguenze procedurali significative. Di fronte a una fornitura difettosa, l’acquirente che riceve un’ingiunzione di pagamento deve agire tempestivamente, opponendosi e facendo valere tutte le proprie ragioni in quella sede. Omettere di farlo significa rischiare di perdere definitivamente il diritto a qualsiasi forma di risarcimento per i vizi della merce, poiché il silenzio equivale a un’accettazione della regolarità della fornitura, con l’effetto di un giudicato che preclude future contestazioni.

Un decreto ingiuntivo non opposto per il pagamento di una fornitura impedisce di agire in un secondo momento per i danni causati da vizi della merce?
Sì. Secondo la Corte, il decreto ingiuntivo non opposto acquista efficacia di giudicato non solo sul credito, ma anche sul rapporto sottostante, precludendo un nuovo esame di tutte le questioni (inclusi i vizi della merce) che l’acquirente avrebbe potuto sollevare opponendosi al decreto stesso.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto irrilevante la qualificazione dell’azione come extracontrattuale?
La Corte ha stabilito che la domanda di risarcimento, pur se presentata come extracontrattuale, si fondava in realtà su ragioni intrinsecamente contrattuali, ovvero l’inadempimento del venditore e i vizi della cosa venduta. Tali questioni sono state implicitamente ma definitivamente risolte dal giudicato formatosi sul decreto ingiuntivo non opposto.

Cosa avrebbe dovuto fare l’acquirente per tutelare i propri diritti dopo aver ricevuto la merce avariata?
L’acquirente, una volta ricevuto il decreto ingiuntivo per il pagamento, avrebbe dovuto presentare opposizione entro i termini di legge. In quella sede, avrebbe potuto e dovuto sollevare l’eccezione di inadempimento a causa dei vizi della merce, chiedendo la revoca del decreto e, eventualmente, il risarcimento dei danni subiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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