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Decorrenza prescrizione: quando inizia a decorrere?

Un imprenditore agricolo ha citato in giudizio un direttore di banca e una cassiera per un presunto illecito legato a un mutuo. Le corti di merito hanno respinto la richiesta di risarcimento danni perché prescritta. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la decisione, specificando che la decorrenza della prescrizione per un fatto illecito istantaneo con effetti permanenti inizia dal momento della prima manifestazione del danno e della consapevolezza della sua causa, non dalla conclusione di eventuali altri giudizi collegati.

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Decorrenza Prescrizione: La Cassazione sul Momento Iniziale per il Risarcimento Danni

Comprendere la decorrenza della prescrizione è fondamentale per tutelare i propri diritti. Agire troppo tardi può significare perdere la possibilità di ottenere giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: da quale momento esatto inizia a decorrere il termine per chiedere il risarcimento di un danno derivante da un fatto illecito? La risposta non è sempre scontata, specialmente quando gli effetti dannosi si protraggono nel tempo. Analizziamo insieme questo caso per capire i principi affermati dalla Suprema Corte.

Il Caso: Un Mutuo Agrario e le Accuse di Falso

La vicenda ha origine dalla richiesta di un mutuo agrario da parte di un imprenditore. Egli sosteneva di aver richiesto un finanziamento per “migliorie” alla sua azienda, ma di aver scoperto solo in seguito che la banca lo aveva registrato come “consolidamento di passività pregresse”. A causa di ciò, i fondi non erano disponibili come previsto, portando all’insolvenza di alcuni assegni emessi dall’imprenditore.

L’imprenditore accusava il direttore della filiale di avergli fatto firmare un modulo in bianco, poi retrodatato e compilato in modo difforme dagli accordi. Inoltre, accusava una cassiera di aver reso falsa testimonianza in un precedente giudizio intentato contro la banca, negando l’esistenza di un biglietto che confermava la disponibilità dei fondi.

Il Percorso Giudiziario e la questione della decorrenza della prescrizione

Dopo aver perso la causa iniziale contro l’istituto di credito, l’imprenditore ha avviato una nuova azione legale, questa volta direttamente contro il direttore e la cassiera, per ottenere il risarcimento dei danni.

Tanto il Tribunale quanto la Corte d’Appello hanno però respinto la domanda, ritenendola tardiva. Secondo i giudici, il diritto al risarcimento si era prescritto. Nello specifico, il termine quinquennale era iniziato a decorrere:

* Dal 2001 per la condotta del direttore, anno in cui l’imprenditore aveva acquisito la “consapevolezza dell’intervenuta inutilizzabilità dei fondi mutuati”.
* Dal 2004 per la presunta falsa testimonianza della cassiera, anno della sentenza di primo grado nel giudizio contro la banca.

L’imprenditore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando questa interpretazione sulla decorrenza della prescrizione.

La Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti e fornendo chiarimenti importanti sul tema della prescrizione.

La questione del Giudice Ausiliario

Il primo motivo di ricorso, relativo alla presunta illegittimità della composizione del collegio giudicante per la presenza di un giudice ausiliario, è stato respinto. La Corte ha richiamato una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 41/2021) che ha risolto la questione, sanando ogni dubbio sulla validità di tali collegi.

Il Nodo Centrale: La Decorrenza della Prescrizione dell’Azione Risarcitoria

Il cuore della controversia risiedeva nel secondo motivo di ricorso. Il ricorrente sosteneva che il termine di prescrizione non dovesse partire dalla sola consapevolezza dell’illecito, ma dal momento in cui il danno si fosse effettivamente manifestato in tutta la sua completezza, ovvero con il passaggio in giudicato della sentenza sfavorevole nel processo contro la banca.

La Cassazione ha respinto questa tesi, ribadendo un principio consolidato: in tema di fatto illecito istantaneo con effetti permanenti (un’azione che si esaurisce in un momento definito, ma i cui effetti negativi perdurano), la prescrizione inizia a decorrere “con la prima manifestazione del danno”.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il pregiudizio per l’imprenditore non è iniziato con la sentenza finale, ma molto prima. Il danno si è concretizzato nel momento stesso in cui i fondi del mutuo sono risultati indisponibili, causando il mancato pagamento degli assegni. È in quel momento che l’imprenditore ha avuto la percezione del danno e della sua riconducibilità causale alla condotta del direttore della banca. Per quanto riguarda la cassiera, la consapevolezza del danno derivante dalla sua testimonianza si è avuta al più tardi con la sentenza di primo grado del 2004, che si era basata anche su quella deposizione.

Attendere l’esito definitivo di un altro giudizio non è necessario per agire per il risarcimento. Anzi, attendere troppo a lungo comporta proprio il rischio che il diritto si estingua per prescrizione. La Corte ha chiarito che il diritto al risarcimento sorge quando si manifestano i primi effetti lesivi e il danneggiato è in grado di percepirli come conseguenza di un comportamento altrui. Da quel momento, il termine di prescrizione inizia inesorabilmente a scorrere.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: non bisogna attendere che il danno si consolidi in tutte le sue conseguenze per agire legalmente. La decorrenza della prescrizione è legata alla percepibilità del danno e alla sua causa. Chi subisce un illecito deve attivarsi tempestivamente per interrompere la prescrizione e far valere i propri diritti, senza attendere l’esito di altre vicende giudiziarie che, sebbene collegate, non sospendono il termine per l’azione risarcitoria.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un danno da fatto illecito istantaneo?
La prescrizione inizia a decorrere con la prima manifestazione del danno e dal momento in cui la vittima acquisisce una ragionevole consapevolezza sia del pregiudizio subito sia della sua riferibilità causale a un fatto illecito commesso da un terzo.

È necessario attendere la fine di un’altra causa per poter chiedere il risarcimento del danno?
No, non è necessario. Secondo la Corte, l’azione di risarcimento può essere intrapresa non appena il danno si manifesta ed è percepibile. Attendere l’esito di un’altra causa, senza interrompere la prescrizione nel frattempo, può portare all’estinzione del diritto al risarcimento.

In questo caso, perché la prescrizione è iniziata in momenti diversi per i due responsabili?
Perché la consapevolezza del danno e dell’illecito è sorta in momenti distinti. Per la condotta del direttore, la consapevolezza è stata individuata nel 2001, con l’inutilizzabilità dei fondi. Per la presunta falsa testimonianza della cassiera, la consapevolezza del relativo danno si è consolidata con la sentenza di primo grado del 2004, che ha rigettato la domanda anche sulla base di quella testimonianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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