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Decadenza vizi appalto: l’eccezione va fatta in tempo

Una società appaltatrice si è vista annullare una sentenza favorevole per un vizio di procedura. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’eccezione di decadenza vizi appalto, relativa alla tardiva denuncia dei difetti da parte del committente, deve essere sollevata dal convenuto nei termini previsti dal codice di procedura civile, e non può essere rilevata d’ufficio dal giudice. Avendola sollevata in ritardo, l’eccezione è stata considerata inammissibile e la decisione d’appello basata su di essa è stata cassata con rinvio.

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Decadenza Vizi Appalto: L’Importanza dei Termini Processuali

Nel mondo dei contratti di appalto, la gestione dei vizi e dei difetti dell’opera è una delle questioni più delicate. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio procedurale fondamentale: l’eccezione di decadenza vizi appalto non può essere rilevata d’ufficio dal giudice, ma deve essere sollevata dalla parte interessata entro precisi termini. Una dimenticanza su questo punto può costare l’esito di un intero giudizio, come dimostra il caso che analizziamo.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce da un decreto ingiuntivo di 19.000 euro emesso a favore di un’impresa edile per la realizzazione di una pavimentazione. Il committente si opponeva, lamentando gravi vizi nell’opera e chiedendo, in via riconvenzionale, un risarcimento danni. Il Tribunale di primo grado accoglieva l’opposizione, revocava il decreto e condannava l’impresa a risarcire il committente per 14.000 euro.

L’impresa edile proponeva appello. La Corte d’Appello ribaltava la decisione, accogliendo il gravame. La motivazione dei giudici di secondo grado si basava su una clausola contrattuale che imponeva la denuncia dei vizi per iscritto, pena la decadenza. Poiché il committente non aveva fornito prova di tale comunicazione scritta, la Corte d’Appello riteneva fondata la pretesa dell’impresa, respingendo le richieste del committente.

L’Eccezione di Decadenza Vizi Appalto: Il Cuore del Ricorso in Cassazione

Il committente, soccombente in appello, ricorreva in Cassazione, basando la sua difesa su un vizio procedurale cruciale. Sosteneva che l’eccezione di decadenza, su cui la Corte d’Appello aveva fondato la sua intera decisione, era stata sollevata dall’impresa edile tardivamente. Infatti, la legge (art. 167 c.p.c.) impone al convenuto di proporre tutte le sue difese, incluse le eccezioni non rilevabili d’ufficio, nella comparsa di costituzione e risposta, da depositarsi almeno venti giorni prima della prima udienza. Nel caso di specie, l’impresa aveva sollevato l’eccezione solo il giorno stesso della prima udienza, ben oltre il termine di legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente il motivo del ricorso. Citando una sua precedente e consolidata giurisprudenza (Cass. n. 6077/1988), ha ribadito che, in materia di contratto d’appalto, la decadenza del committente dall’azione di garanzia per vizi dell’opera (prevista dall’art. 1667 c.c.) non è rilevabile d’ufficio dal giudice. Si tratta di un’eccezione in senso stretto, che deve essere tempestivamente formulata dalla parte che intende avvalersene.

L’errore della Corte d’Appello è stato proprio quello di aver preso in considerazione e posto a fondamento della propria decisione un’eccezione proposta tardivamente. Non essendo stata sollevata nei termini perentori previsti dal codice di procedura civile, tale eccezione doveva essere considerata come mai proposta. Di conseguenza, il presupposto logico-giuridico della sentenza d’appello è venuto meno, rendendola illegittima. La Cassazione ha pertanto cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Perugia, in diversa composizione, per una nuova valutazione del merito della controversia, che non potrà più tenere conto della tardiva eccezione di decadenza.

Le Conclusioni

Questa pronuncia sottolinea con forza una lezione fondamentale: nel processo civile, la forma è sostanza. Un diritto sostanziale, come quello dell’appaltatore a non rispondere di vizi denunciati tardivamente, può essere vanificato da una negligenza procedurale. Per le imprese, è un monito a costituirsi in giudizio con la massima attenzione, formulando tutte le difese e le eccezioni sin dal primo atto difensivo. Per i committenti, dimostra come la vigilanza sul rispetto delle regole procedurali da parte dell’avversario possa rivelarsi un’arma decisiva per la vittoria della causa, anche quando la situazione di merito appare complessa.

In un contratto di appalto, l’eccezione di decadenza per la denuncia dei vizi può essere rilevata dal giudice d’ufficio?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che l’eccezione di decadenza dalla garanzia per vizi dell’opera non è rilevabile d’ufficio dal giudice, ma deve essere espressamente e tempestivamente proposta dalla parte interessata (l’appaltatore).

Qual è il termine per sollevare l’eccezione di decadenza in un processo?
L’eccezione deve essere proposta, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta del convenuto, la quale deve essere depositata in cancelleria almeno venti giorni prima dell’udienza di comparizione, come previsto dall’art. 167 del codice di procedura civile.

Cosa succede se l’eccezione di decadenza viene proposta oltre i termini di legge?
Se l’eccezione viene sollevata tardivamente (ad esempio, il giorno stesso della prima udienza, come nel caso esaminato), essa è inammissibile. Il giudice non può prenderla in considerazione e qualsiasi decisione basata su tale eccezione è illegittima e suscettibile di essere annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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