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Decadenza garanzia vizi: quando scatta il termine

La Corte di Cassazione conferma la decisione della Corte d’Appello, rigettando il ricorso di due committenti. Il caso riguarda la decadenza garanzia vizi in un contratto d’appalto. I giudici hanno stabilito che la denuncia dei difetti, effettuata oltre i termini di legge e solo con l’atto di citazione, ha causato la perdita del diritto alla garanzia. È stato inoltre chiarito che la contestazione da parte del direttore dei lavori non è sufficiente, in quanto spetta al committente l’onere di denunciare formalmente e tempestivamente i vizi all’appaltatore.

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Decadenza Garanzia Vizi: La Denuncia Tardiva Costa Cara al Committente

Nel contesto dei contratti di appalto, la tempestiva denuncia dei difetti dell’opera è un passo cruciale per tutelare i propri diritti. La recente ordinanza della Corte di Cassazione qui in esame offre un importante promemoria su come una comunicazione tardiva possa portare alla decadenza garanzia vizi, vanificando le pretese del committente. Questo caso evidenzia il rigore con cui la legge tratta i termini per la denuncia e chiarisce il ruolo e i limiti del direttore dei lavori.

I Fatti di Causa: Una Ristrutturazione Contesa

I proprietari di un appartamento affidavano a un’impresa edile lavori di manutenzione straordinaria per un importo complessivo di oltre 172.000 euro. A lavori conclusi, i committenti contestavano la cattiva esecuzione e la mancata ultimazione, versando solo una parte del corrispettivo pattuito, circa 99.000 euro.

Di conseguenza, citavano in giudizio l’impresa per ottenere l’eliminazione dei difetti a spese di quest’ultima o, in subordine, una riduzione del prezzo, oltre al risarcimento dei danni. L’impresa, a sua volta, si difendeva chiedendo il rigetto della domanda e, in via riconvenzionale, il pagamento del saldo residuo di circa 73.000 euro.

L’Iter Giudiziario e la Decadenza Garanzia Vizi

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente entrambe le domande: condannava l’impresa all’eliminazione dei vizi e i committenti al pagamento del saldo. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. Accogliendo l’appello incidentale dell’impresa, dichiarava i committenti decaduti dalla garanzia per vizi e difformità dell’opera.

Il motivo? La denuncia dei vizi era stata ritenuta tardiva. L’opera era stata consegnata il 19 giugno 2004, mentre la contestazione formale da parte dei committenti era avvenuta solo con l’atto di citazione notificato il 25 gennaio 2005, ben oltre i termini previsti dall’art. 1667 c.c. per vizi riconoscibili.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha rigettato il ricorso dei committenti, confermando la sentenza d’appello. Le motivazioni sono un vademecum per chiunque affronti un contratto d’appalto.

I giudici hanno ribadito un principio fondamentale: l’onere di dimostrare la tempestività della denuncia dei vizi ricade interamente sul committente. Non è sufficiente che il direttore dei lavori, nominato dal committente stesso, sia a conoscenza dei difetti o li abbia contestati verbalmente. La legge richiede un’azione formale e diretta da parte del titolare del diritto, ovvero il committente.

La Corte ha specificato che il direttore dei lavori agisce come rappresentante tecnico, con il compito di sorvegliare l’esecuzione dell’opera. Tuttavia, non possiede il potere di compiere atti giuridici che, come la denuncia dei vizi, modificano la sfera giuridica del committente. Anzi, la conoscenza dei vizi da parte del direttore dei lavori fa scattare il termine entro cui il committente deve attivarsi per la denuncia formale.

In questo caso, i vizi erano palesemente riconoscibili e la consegna dell’opera era avvenuta mesi prima dell’azione legale. L’assenza di una prova di una contestazione formale e tempestiva da parte dei committenti ha quindi determinato inesorabilmente la decadenza garanzia vizi.

Conclusioni

Questa ordinanza sottolinea l’importanza della diligenza e della formalità nelle comunicazioni tra committente e appaltatore. Per evitare la perdita del diritto alla garanzia, il committente deve agire prontamente non appena viene a conoscenza, anche tramite il proprio direttore dei lavori, di difformità o vizi nell’opera. La denuncia deve essere formale, preferibilmente scritta e tracciabile, e provenire direttamente dal committente o da un suo legale rappresentante. Affidarsi a comunicazioni informali o alle sole contestazioni del direttore dei lavori è un rischio che può costare caro, come dimostra ampiamente questo caso.

Chi ha l’onere di provare la tempestiva denuncia dei vizi in un contratto di appalto?
L’onere di provare di aver denunciato tempestivamente i vizi dell’opera spetta al committente. È lui che deve dimostrare di aver agito entro i termini previsti dalla legge.

La comunicazione dei vizi fatta dal direttore dei lavori è sufficiente per evitare la decadenza dalla garanzia?
No. La sentenza chiarisce che il direttore dei lavori non ha il potere di compiere atti giuridici per conto del committente. Pertanto, la sua contestazione non sostituisce la denuncia formale che deve provenire direttamente dal committente.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per la denuncia dei vizi quando è presente un direttore dei lavori?
Il termine per la denuncia da parte del committente inizia a decorrere dal momento in cui il direttore dei lavori, quale suo esperto di fiducia, accerta l’esistenza dei vizi, poiché la sua conoscenza è riconducibile a quella del committente stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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