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Decadenza alloggio ERP: no retroattività della legge

Il Tribunale di Pescara ha sospeso un provvedimento di decadenza alloggio ERP. La causa era una condanna penale del convivente dell’assegnataria, divenuta definitiva prima dell’entrata in vigore della norma che prevedeva tale sanzione. Il giudice ha applicato il principio di non retroattività della legge, ritenendo che la nuova normativa non possa colpire fatti pregressi, e ha concesso la sospensione in attesa del giudizio di merito.

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Decadenza Alloggio ERP: No alla Retroattività della Legge per Condanne Pregresse

Una recente ordinanza del Tribunale di Pescara ha affrontato un tema cruciale in materia di edilizia residenziale pubblica: la decadenza alloggio ERP. Il caso esaminato chiarisce un principio fondamentale del nostro ordinamento, quello della non retroattività della legge, applicandolo alla situazione di un nucleo familiare minacciato di perdere la propria abitazione a causa di condanne penali di un convivente, precedenti alla norma che le sanzionava con la perdita del beneficio.

Il Caso: Sospensione della Decadenza dall’Alloggio Popolare

Una cittadina, assegnataria di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), si è vista notificare un provvedimento di decadenza. La motivazione addotta dall’ente gestore era la presenza, in capo al suo convivente, di due sentenze di condanna penale divenute irrevocabili nel 2017 e nel 2019.

Tuttavia, la difesa della ricorrente ha sollevato due punti chiave:
1. Il convivente aveva acquisito la residenza nell’alloggio solo nel febbraio 2023, ossia in un’epoca successiva all’assegnazione originaria.
2. Le condanne penali, pur definitive, erano antecedenti all’entrata in vigore della specifica norma regionale (novembre 2019) che ha introdotto tale causa di decadenza.

Di fronte al rischio imminente di perdere la casa, la ricorrente ha chiesto al Tribunale di sospendere l’efficacia esecutiva del provvedimento di decadenza.

La Questione Giuridica: Applicabilità della Legge nel Tempo

Il cuore della controversia risiede nell’articolo 34 della Legge Regionale 96/96, come modificato nel 2019. Questa nuova norma ha introdotto, tra le cause di decadenza, la presenza di condanne penali per determinati reati a carico di un componente del nucleo familiare.

Il quesito che il giudice ha dovuto risolvere è il seguente: una legge che introduce nuove condizioni ostative al mantenimento di un rapporto di durata, come l’assegnazione di un alloggio ERP, può essere applicata a fatti (le condanne) che si sono verificati e conclusi prima che la legge stessa esistesse? A questo si aggiunge la circostanza che il soggetto delle condanne non faceva parte del nucleo familiare al momento dell’assegnazione.

La Decadenza Alloggio ERP e i Principi della Cassazione

Per dirimere la questione, il Tribunale ha richiamato un consolidato orientamento della Corte di Cassazione (sentenza n. 1851/2021). La Suprema Corte ha stabilito che, nei rapporti di durata come la locazione di un alloggio pubblico, una legge sopravvenuta si applica agli effetti futuri del rapporto, ma non può agire retroattivamente.

In altre parole, la nuova legge non può:
– Invalidare un’assegnazione che era legittima secondo la legge in vigore al momento della sua concessione.
– Sanzionare circostanze e fatti avvenuti prima della sua entrata in vigore.

La norma può, invece, introdurre nuovi requisiti per la permanenza nel beneficio, ma solo per il futuro, garantendo così la certezza del diritto e tutelando l’affidamento dei cittadini.

Le Motivazioni della Decisione

Il giudice, sulla base di questi principi, ha accolto l’istanza di sospensione. Le motivazioni si fondano su due pilastri:
1. Fumus boni iuris (parvenza di buon diritto): Il ricorso appare fondato. L’applicazione retroattiva della causa di decadenza a condanne divenute irrevocabili prima dell’entrata in vigore della nuova legge appare in contrasto con i principi generali del diritto. La legge del 2019 non può ‘tornare indietro nel tempo’ per sanzionare fatti già esauriti.
2. Periculum in mora (pericolo nel ritardo): L’esecuzione immediata del provvedimento di decadenza comporterebbe un danno grave e irreparabile per la ricorrente e il suo nucleo familiare, i quali si troverebbero privati della propria abitazione, un bene di primaria importanza.

Conclusioni: L’Importanza del Principio di Non Retroattività

L’ordinanza del Tribunale di Pescara riafferma con forza il principio di non retroattività della legge, un cardine dello Stato di diritto. Stabilisce che i requisiti per un beneficio pubblico, come un alloggio popolare, non possono essere modificati con effetto retroattivo per penalizzare situazioni passate. La decisione offre una tutela fondamentale ai cittadini, assicurando che i rapporti giuridici sorti legittimamente non possano essere travolti da un successivo e imprevedibile cambiamento normativo. In attesa del giudizio di merito, la famiglia può continuare a risiedere nell’alloggio, vedendo temporaneamente salvaguardato il proprio diritto all’abitazione.

Una nuova legge che introduce cause di decadenza da un alloggio pubblico si applica a fatti (come una condanna penale) avvenuti prima della sua entrata in vigore?
No. Secondo l’ordinanza, basata sui principi della Cassazione, la nuova legge non è retroattiva. Non può essere applicata a situazioni e fatti, come condanne penali divenute definitive, che si sono verificati prima della sua entrata in vigore.

I requisiti per l’assegnazione di un alloggio ERP devono essere posseduti anche da un convivente che entra nel nucleo familiare in un secondo momento?
L’ordinanza chiarisce che i requisiti devono essere posseduti dal richiedente e dai membri del nucleo familiare alla data di pubblicazione del bando e al momento dell’assegnazione. Il caso specifico riguardava un convivente entrato in residenza molto dopo l’assegnazione, e la sua situazione pregressa non è stata ritenuta causa di decadenza alla luce del principio di non retroattività.

Per quale motivo il giudice ha sospeso l’esecuzione del provvedimento di decadenza?
Il giudice ha sospeso l’esecuzione per due motivi principali: primo, ha ritenuto fondato il ricorso basandosi sul principio di non retroattività della legge (fumus boni iuris); secondo, ha riconosciuto che l’esecuzione del provvedimento causerebbe un danno grave e irreparabile alla ricorrente e alla sua famiglia, che perderebbero la loro abitazione (periculum in mora).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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