LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Data contratto cessione credito: quando è valido?

Una società cede un credito, ma le parti non concordano sulla data del contratto. Il Tribunale chiarisce che la data del contratto di cessione del credito è quella dell’accordo formale scritto, non quella delle comunicazioni precedenti. Di conseguenza, i pagamenti ricevuti dal cedente prima di tale data sono legittimi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Data Contratto Cessione Credito: Fa Fede l’Accordo Scritto o la Mail?

Nell’ambito delle transazioni commerciali, la cessione del credito è un’operazione frequente, ma che può nascondere insidie, soprattutto riguardo alla sua esatta decorrenza. Una recente sentenza del Tribunale di Brescia ha fatto luce su un punto cruciale: qual è la data del contratto di cessione del credito legalmente valida quando esistono comunicazioni informali antecedenti alla stipula formale? La risposta del giudice è netta e fornisce un importante principio di certezza giuridica.

I Fatti di Causa: Un Credito Conteso

La vicenda ha origine da un’operazione di cessione di un credito di quasi 500.000 euro. Una società creditrice (cedente) stipulava un contratto di cessione pro soluto con un’altra società (cessionaria). L’accordo veniva formalizzato tramite una scrittura privata autenticata in data 29 dicembre 2017.

Il problema sorgeva perché, nelle settimane precedenti a tale data, il debitore originario aveva effettuato due pagamenti, per un totale di circa 15.000 euro, direttamente alla società cedente. La società cessionaria, ritenendo che il contratto si fosse in realtà concluso in una data anteriore (a novembre, tramite comunicazioni via PEC e telefono), otteneva un decreto ingiuntivo contro la cedente per ottenere la restituzione di quella somma.

La società cedente si opponeva al decreto, sostenendo che l’unico momento rilevante per il trasferimento del credito fosse la data della scrittura formale, il 29 dicembre 2017. Di conseguenza, i pagamenti ricevuti prima di allora erano di sua legittima spettanza.

La Controversia sulla Data del Contratto Cessione Credito

Il cuore della disputa legale risiedeva nell’interpretazione del momento perfezionativo del contratto. Da un lato, la cessionaria sosteneva che le comunicazioni di novembre, con cui si accettava la proposta di cessione, avessero già concluso l’accordo, rendendo la scrittura di dicembre un mero atto ricognitivo. Dall’altro, la cedente insisteva sulla natura di ‘atti preparatori’ delle comunicazioni informali, prive di efficacia vincolante fino alla firma dell’atto formale.

Le Motivazioni del Tribunale: La Prevalenza della Forma Scritta

Il Giudice ha accolto pienamente la tesi della società opponente (la cedente), fornendo motivazioni chiare e lineari. Il Tribunale ha stabilito che le comunicazioni antecedenti, come le email, le PEC o le telefonate, rientrano nella categoria degli atti preparatori. Questi atti, pur essendo parte del processo di formazione del consenso, non costituiscono il contratto vero e proprio. Erano, secondo il giudice, semplici ‘dichiarazioni di scienza’ (cioè comunicazioni di un fatto) e non ‘atti negoziali’ (cioè dichiarazioni di volontà idonee a creare obblighi giuridici).

L’unico documento in grado di vincolare le parti era la scrittura privata del 29 dicembre 2017. Questa conclusione è stata rafforzata da due clausole decisive presenti nel contratto stesso:

1. Una clausola specificava che ‘il presente contratto rappresenta l’unico valido accordo intervenuto tra le parti’, sostituendo di fatto ogni documento preliminare.
2. Un’altra clausola affermava che il contratto avrebbe avuto effetto ‘dalla data odierna’, identificando in modo inequivocabile il 29 dicembre 2017 come la data del contratto di cessione del credito.

Il Tribunale ha inoltre respinto la domanda subordinata della cessionaria per presunta malafede della cedente. Il contratto, infatti, prevedeva che il credito fosse ceduto ‘per il suo intero ammontare in essere alla data di conclusione’. Questa formulazione, secondo il giudice, implicava che le parti avessero già considerato la possibilità che l’importo potesse variare a causa di pagamenti avvenuti prima della stipula, escludendo così qualsiasi comportamento doloso o reticente.

Le Conclusioni: Accoglimento dell’Opposizione e Revoca del Decreto Ingiuntivo

In definitiva, il Tribunale ha accolto l’opposizione, revocando il decreto ingiuntivo. La decisione riafferma un principio fondamentale: nelle operazioni complesse, la forma scritta e le clausole esplicite prevalgono sulle interlocuzioni precedenti. I pagamenti ricevuti dalla società cedente prima del 29 dicembre 2017 sono stati ritenuti legittimi, poiché a quella data il credito non era ancora stato formalmente trasferito.

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per gli operatori economici: per garantire certezza e prevenire future controversie, è essenziale definire con precisione in un atto formale il momento esatto in cui un contratto, specialmente uno complesso come la cessione del credito, produce i suoi effetti giuridici.

Qual è la data di conclusione di un contratto di cessione del credito se ci sono comunicazioni via email prima della firma formale?
Secondo la sentenza, la data legalmente vincolante è quella dell’accordo formale scritto (in questo caso, la scrittura privata autenticata). Le comunicazioni precedenti, come email o telefonate, sono considerate meri atti preparatori e non hanno efficacia contrattuale.

A chi spettano i pagamenti effettuati dal debitore al cedente (vecchio creditore) prima della data di conclusione del contratto?
I pagamenti effettuati prima della data di conclusione del contratto, così come identificata nell’accordo formale, spettano legittimamente al creditore originario (il cedente), poiché il trasferimento del diritto di credito non si è ancora perfezionato.

Il cedente che non comunica al cessionario di aver ricevuto pagamenti prima della firma del contratto agisce in malafede?
No, il Tribunale ha escluso la malafede. In questo caso, il contratto stesso prevedeva che il credito fosse ceduto per il suo valore ‘in essere alla data di conclusione’, una clausola che implicitamente teneva conto della possibilità di pagamenti anteriori, escludendo quindi un comportamento scorretto da parte del cedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati